In una città che ancora oggi mantiene una sua forte impronta medievale e il cui 'skyline' è caratterizzato dalla presenza di edifici turriti, colpisce che non sia stato finora condotto nessuno studio, finalizzato a precisare la cronologia e a definire le caratteristiche tipologiche delle torri viterbesi. Sebbene il tema sia stato toccato da numerosi studi, anche recenti, di storici e archeologi medievisti, mancava a oggi una raccolta sistematica della documentazione disponibile, edita e d'archivio. Il volume di Noris Angeli va a colmare questa lacuna, prendendo sistematicamente in rassegna le fonti relative a ciascuno dei manufatti, e sarà certamente uno strumento molto utile per i futuri studi sulle architetture, sulla topografia e sull'urbanistica della Viterbo medievale. La ricchezza dei riferimenti topografici, basata su una approfondita conoscenza dei luoghi, e la presenza di apparati cartografici, fanno di questo repertorio anche un'agile guida per itinerari alla riscoperta del centro storico, capace di riservare sorprese anche all'occhio del visitatore più attento.

L'impiego dell'argilla nell'artigianato ceramico, tanto ordinario che artistico, risale a tempi antichi, ma tale argomento non trova adeguata documentazione scritta per quanto concerne la città di Viterbo. In questo volume l'autore tenta di ripercorrere la storia della lavorazione della ceramica che tanto ha significato per la città e la sua provincia. La ricerca, condotta con metodo scientifico, ha permesso di recuperare dall'oblio i nomi di figuli e vasai che hanno operato dal XIII secolo fino all'epoca contemporanea. Inoltre l'autore ci offre un'indagine puntuale sulle cave d'estrazione dell'argilla e sulle fornaci dove avveniva la lavorazione.

La torre costituisce, nelle sue diverse forme e funzioni, uno dei tratti distintivi del paesaggio urbano delle città medievali dell'Italia centrale. Ciò vale anche per Viterbo, il cui panorama era - ed è tuttora - caratterizzato dalla presenza delle torri: quelle disposte lungo il perimetro delle mura civiche erette tra la fine dell'XI e la seconda metà del XIII secolo; quelle erette dal Comune in punti strategici del suburbio con funzioni di avvistamento e di controllo sulla viabilità di accesso alla città; le torri e le casetorri appartenenti all'aristocrazia cittadina, che punteggiavano, con maggiore o minore densità, buona parte dell'area urbana. Nonostante i crolli, le demolizioni e le 'scapitozzature' che hanno interessato, già in età tardomedievale, molte torri appartenenti alle residenze nobiliari, numerose strutture rimanevano integre o comunque ben riconoscibili ancora nella piena età moderna, sebbene ormai sostanzialmente prive della funzione militare per cui erano state originariamente concepite ed adibite agli usi più diversi, frequentemente come colombaie.