Duecentocinque fotografie che rappresentano i fatti e la vita negli anni che vanno dal 1850 al 1950 circa accompagnate in forma di racconto da descrizioni e aneddoti della vita di uno dei più piccoli rioni milanesi: 'l'Ortica'. Gli abitanti, pur vivendo nel piccolo mondo di un borgo antico, stanno al passo con i tempi e non vogliono dimenticare, né che sia dimenticata, la propria umana unicità.

Libro descrittivo della zona Ortica redatto in occasione dei cento anni dall'annessione dell'ex comune di Lambrate (di cui Ortica era un piccolo borgo) alla grande Milano. 168 foto e annotazioni si intersecano per ricostruire, illustrare, rivalutare l' antico borgo milanese, che è un bon sai che non cresce, ma si impreziosisce di anno in anno, cullato, vezzeggiato, schiaffeggiato da Milano madre. Scriviamo di ricordi, tratti di vita per non dimenticare, per non far dimenticare che eravamo e siamo un'entità ben definita, anche se il territorio che calpestiamo, viviamo, è stato abbracciato, inglobato in una megalopoli. Le foto vogliono promuovere un sorriso ed essere un abbraccio per tenere stretta la personalità di questo territorio che noi chiamiamo con affetto: casa.

Il Cammino di Santiago è il percorso che, spero, mi parlerà al cuore e alla mente. Parto per fare ordine, per meglio capirmi. L'hospitalera si volta, sorride, saluta con la mano e ci lascia sorpresi, padroni del maniero, coraggiosi cavalieri che uniscono le competenze, le forze, le attenzioni, animi diversi su un unico Cammino dove si incontra un'umanità migliore.

Vivo pensando che la Vita sappia cosa fare di me, di ciascuno; ho dato fiducia al mio senso di appartenenza al disegno dell'Universo: ogni tanto, però, umanamente, vengo meno. Forse il bello sta proprio in questa incertezza, casualità, sorpresa. Chissà. Tutto ha un prezzo, una contropartita che va pagata. Ciò che ho conquistato, all'oggi, io l'ho pagato, quindi, è mio. Allora scriverò come viene perché mi piace scrivere, seguirò una mera traccia e mi farò trasportare dalla voglia di potermi dire libera di esprimere come sento ciò che sento, di voler fare un minestrone di pensieri, una vellutata di Vita. La bellezza della mia età, per me, consiste nella possibilità di esprimermi senza inutili fronzoli di convenzione, nell'assenza di aspettative, non temere il pregiudizio della gente per aver compreso il senso zen e oraziano del qui e ora: la bellezza è mettermi in testa 'un cappello color porpora e andare a divertirmi col mondo'.