Libro d'Artista di Fabrizio Plessi "Black Splash" edito nella collana Pittura e Memoria delle Edizioni Peccolo, Livorno. In 26 (Ventisei) tavole l'artista veneziano ha illustrato le varie forme che assume una superficie liquida quando un corpo, sasso, peso, o altro si incontra con l'acqua e la sua superficie.

Alla fine degli anni Sessanta il mondo dell'arte, del cinema e della televisione si intersecano scoprendo l'esistenza di nuovi linguaggi comuni attraverso i quali comunicare in maniera creativa; artisti sempre in evoluzione con nuove tecniche e nuove tematiche da raccontare.

"Quando invece l'opera ti appare davanti, sbarrandoti improvvisamente la strada con tutta la sua energia magnetica, tu sei gią a terra, colpito da un terribile diretto, sei gią knock-out. Questo succede con Giotto o con Bacon, con Velasquez o con Picasso. Indifferentemente. L'opera č lą, di fronte a te, ritta in piedi in tutto il suo fulgore e la sua luce, mentre tu a terra odi a malapena il canto dei secondi dell'arbitro. Ma probabilmente la realtą č un'altra: forse, da sempre, invidio chi con le parole riesce a dare le stesse emozioni e lo stesso sconquasso fisico. 'Le parole sono pietre' diceva uno scrittore. Bisogna forse veramente imparare a scolpire le parole; solo allora il peso delle parole sarą davvero come quello delle pietre".

"Senza esagerare, la prima volta che il Martin Gropius Bau mi č venuto incontro il colpo che ho ricevuto č in pieno viso č stato talmente forte che sono caduto a terra letteralmente privo di sensi. Quell'edificio ottocentesco di mattoni rossi, possente e squadrato era il cuore vero e l'anima profonda non solo di Berlino, ma della Germania intera. Questo cupo blocco di storia e di metafore germaniche avrebbe, tra poco meno un anno, accolto nelle sue braccia l'intera storia del mio lavoro. Scegliere le opere da esporre č stato questione di settimane; programmare il percorso adatto, questione di giorni; dare poi una gerarchia teatrale all'insieme, una manciata di ore. Nella mia testa tutto, ma proprio tutto, era cosģ limpido, luminoso, chiaro e preciso, direi in una sola parola: inevitabile. Come spesso fortunatamente mi accade, Traumwelt era gią lą!".