"La cittą perduta. Burle, bozzetti, ritratti, piccole atrocitą" nella provincia allampanata e fervida. Immagini smarrite, preziose e irrinunciabili ingenuitą, stravaganze, miniature di personalitą notevoli, sapori forti e tenui delicatezze. La noia, vulva creatrice di incontenibili slanci e intemerato amore del vivere. La cittą perduta č il minuscolo luogo della memoria nel quale si č liberi di guardare ancora, con spietata tenerezza, alla propria spaventata innocenza.

Prendono corpo, nella noia e nelle tetraggini delle banlieu milanesi, Milo e Paulette, giovani creature "tamarre" e topoi padani. I due giovani si frequentano nonostante la ragazza sia gią legata al conformista Giorgio. Coinvolto accidentalmente in una rissa Milo, terrorizzato per i colpi subiti, nel difendersi e senza rendersene conto colpisce a morte un balordo. Č il carcere: il processo, la cella, ma soprattutto la separazione violenta da Paulette che, all'insaputa di Milo, aspetta un figlio da lui. Paulette sceglie Giorgio e abbandona Milo. Farą credere a Giorgio che il bambino č suo. Milo cade nella disperazione e nell'annichilimento della galera. Giorgio mette su casa e diventa ignaro padre amoroso. Paulette si annienta per dedicarsi al figlio Dario. Nel frattempo Ciro detto Cirano, il fratellino di Paulette, cresce e "legge" con innata sensibilitą la veritą nascosta, senza mai rivelarla, diventando per la sorella custode della sua storia d'amore. Quando, dopo nove anni, Milo esce di prigione, reincontra casualmente Paulette in compagnia del figlio...