Le fonti vere del Logos giovanneo sono i Libri sapienziali (che contengono: Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Sapienza e Ecclesiastico); tutto ciò che s. Giovanni insegna riguardo al Verbo s'addice meravigliosamente bene alla Sapienza descritta in questi libri, i quali, contenendo la medesima dottrina del Vangelo, attestano l'assoluta continuità tra Vecchio e Nuovo, rappresentandone un punto di raccordo necessarissimo. Se il mistero trinitario è il mistero più sublime della fede cristiana, esso è già adombrato nell'A. T., ma specialmente nei Libri sapienziali, i quali, presentando la divina Sapienza come personificata, fanno intendere una distinzione di termini o soggetti nel seno della Divinità. La meditazione di questo libro è pertanto utilissima al cattolico - a quelle anime che hanno grandemente sete di quella salutare sapienza che Gesù benedetto paragonò all'acqua viva - per fortificarlo contro la seduzione delle passioni, per inculcare in lui i veri e solidi princìpi che devono dirigerlo nella vita presente e renderlo degno della vita eterna.

In Isaia risplende un concetto fondamentale come quello dell'allargamento della salvezza, che da nazionale si fa universale nella Chiesa. Questo allargamento del campo d'azione è proprio del cattolicesimo in contrasto con la visione talmudica della salvezza riservata al solo popolo eletto. Non a caso s. Ambrogio comandò a s. Agostino di leggere il profeta Isaia, essendo questi, a preferenza degli altri, preannunciatore più aperto del Vangelo e della vocazione dei gentili. Meditando con tranquillo e pensoso raccoglimento queste pagine, qualche spirito travagliato troverà luce soave e feconda, qualche cuore afflitto o spezzato potrà ricostruirsi una vita nuova, sotto l'azione benefica del "Dio nascosto".