Evasioni letterarie nasce nella notte, dentro un carcere. Racconta pagina per pagina la storia di tante notti, come dal mare aperto si raggiunge la riva della parola, approdo alla navigazione senza stelle. È un libro di parole, ritrovate con fatica e scritte, disposte in forma di alfabeto, che è poi la voce strappata all'ordine dei giorni e delle frasi, e ascoltata nella puntuta semplicità. In queste pagine ogni termine sembra solo, come il carcere nelle risaie, allagate e poi subito secche, ricettacolo di zanzare, quelle che aggrediscono la cella nella notte e contro cui si combatte, come con il ricordo, senza possibilità di farla franca. Così le parole perdono il senso stanco e vuoto, e tornano all'origine, oppure acquistano un significato che più vicino alle cose. "Aria, ma cos'è quest'aria? / L'aria dell'isolamento, l'aria del tormento". Non si entra e si esce da questo alfabeto restando uguali a quel che si era: ciascuno scelga i termini, componga le sue frasi. Sono posti da visitare, non solo nel sogno, città a due passi da qui, da vedere prima di chiudere gli occhi, se mai sarà, in pace con sé stessi e con il mondo.
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