"Il nostro Seicento segna una crisi profonda della drammaturgia, mentre č il secolo dello spettacolo, che ha uno sviluppo straordinario grazie alla Commedia dell'Arte e alle grandi invenzioni dei nostri scenografi. Mentre in Inghilterra esplode il teatro elisabettiano, di cui Shakespeare č la punta irraggiungibile, in Spagna il teatro del Siglo de oro con autori della statura di Lope de Vega, Calderon de la Barca e Tirso de Molina, in Francia il teatro del Grand sičcle con Moličre, Corneille e Racine, da noi soprattutto nella commedia, che nel secolo precedente aveva influenzato tutta la drammaturgia europea, gli autori si contano neppure sulle dita di una mano. "Armilla" e "Amico infido" del volterrano Curzio Inghirami, recentemente scoperte, sono un unicum nel panorama della drammaturgia del secolo, anche se non abbiamo notizia che siano state messe in scena. Sono testi di una teatralitą sorprendente nel campo della commedia colta dell'epoca... La scena italiana ha bisogno di proporre novitą..se non vuole rinchiudersi in una routine di repertorio che rischia di soffocarla." (dalla Prefazione Giovanni Antonucci Docente universitario di Storia del Teatro e dello Spettacolo)
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