'Tutto dipende dal modo in cui si comincia, come sappiamo. Quando nacque Henri Beyle (Stendhal), il 23 gennaio 1783, a Grenoble, sino al momento in cui cessò di essere un grosso bamboccio calvo, tutto smorfie e saliva, per balbettare le sue prime parole; quando spuntò il primo dente, indossò i primi calzoncini, uscì per la prima volta, fu istruito per la prima comunione: tutti pronti, vigili e autoritari, l'attendevano i Poteri Ufficiali e le Autorità Stabilite, impazienti di impadronirsene e di plasmarlo, ciascuno a suo modo. E c'era la vecchia città di provincia (Grenoble): tu percorrerai dritto le antiche strade, mentre davanti a ogni finestra una cortina si alza al rumore dei tuoi passi; tu sarai saggio, prudente, rispettoso, beneducato; se tu getti un sasso, se tu rubi una mela - gran Dio! - che cosa dirà la gente? E c'era la famiglia - «La Provvidenza ci protegge» diceva suo padre Chérubin Beyle, avvocato al Parlamento. «La Provvidenza ci manda un ragazzo: che sia benedetta!» Sognando il futuro, egli contemplava con amore il suo primogenito [...] Paul Hazard.' ((Dall'incipit del libro)

Alla fine del Seicento, in un'Europa ancora percorsa dalle tensioni della Controriforma, si intravedono soffusi i bagliori dell'imminente Secolo dei lumi: di ritorno dalle Americhe e dall'Oriente, i primi viaggiatori dischiudono nuovi orizzonti per la geografia e l'immaginazione; interpretando la Bibbia e le Scritture come documenti storici, Baruch Spinoza e Richard Simon insinuano il dubbio sull'autenticità di credenze tradizionali e 'verità rivelate'; e mentre l'empirista John Locke indaga l'intelletto umano a partire dai suoi limiti, con il calcolo infinitesimale Gottfried W. Leibniz e Isaac Newton sembrano invece determinati a portare quei confini sempre più lontano. Sono gli albori di una rivoluzione culturale che, guidata da un rinnovato spirito di geometria, spianerà la strada verso l'Illuminismo e la moderna civiltà di diritto. Analizzando il periodo compreso tra il 1680 e il 1715, Hazard coglie il momento di trasformazione collettiva che avrebbe definito l'identità culturale dell'Europa odierna, un'identità fluida e non scevra di contraddizioni, frutto del turbamento dinanzi all'alterità, all'eresia e all'audacia intellettuale di una generazione di liberi pensatori, filologi, scienziati, artisti, philosophes, disseminati fra i centri e le periferie del continente. Affresco vivido di un'epoca complessa e prismatica - pubblicato nel 1935, anno oscurato dai nazionalismi e dai fanatismi ideologici -, 'La crisi della coscienza europea' resta tuttora un esempio insuperato di erudizione storiografica, ampiezza di sguardo e potenza affabulatoria. Con e-book scaricabile fin

Monografia critica sulla vita e le opere di Giacomo Leopardi.

Paul Hazard was one of the master historians of the twentieth century, and The Crisis of the European Mind is by common consent his masterwork, an ambitious study in intellectual history whose breadth of learning and authority is widely acknowledged to this day.

The period from 1680 to 1715 was a turning point in Western history: the beginning of an intellectual revolution that would lead to the Enlightenment and beyond that to romanticism. With clarity as well as a sharp eye for historical detail, Hazard depicts the progressive erosion of the respect for tradition, stability, proportion, and settled usage that had characterized classicism. He shows how a new awareness of the countries beyond Europe encouraged a fresh critical re-evaluation of European institutions and how the growth of modern science and scientific method threatened the accepted intellectual order, while also prompting prosecution of free inquiry.

Hazard goes on to consider the situation of the new thinkers who confronted this turbulent world, from Locke, who sought the foundations of reality in sensation and so paved the way for Rousseau, to Bayle, the Huguenot exile whose great dictionary taught Voltaire and his generation that morality could be separated from religion. Throughout, Hazard conveys the excitement of a revolution, the impact of which continues to be felt in our own time.

This book is appropriate for courses in First-Year Experience, College Success, and Study Skills. The focus of Foundations for Learning is on academic adjustment with personal development issues seamlessly integrated into the academic emphasis theme of 'claiming an education' and taking responsibility for one's own education. 

 

Foundations for Learning addresses both the attitudinal variables and personality traits that affect college achievement like locus of control, conceptions of intelligence, and intellectual curiosity in relation to specific study-related behaviors such as text annotation and active listening. At its core, this text is based on the psychology of adjustment. Students are pushed to consider how each mindset, perception, and attitude connects with their skill sets, and how one influences the other.  The text encourages students to use this insight to make the necessary adjustments to their new role as college students.  It offers an acute awareness of first-year student needs, an intellectual approach, and a tight framework. It is primarily focused on the development of academic adjustment issues and meta-cognitive strategies as they naturally unfold during the first semester, as opposed to primarily focusing on social adjustment issues or issues that aren't immediately relevant such as career development and is written in a challenging yet accessible way. This revision covers emerging technologies, broadens its audience, and more.