..."Stavolta è lo stimato zio Antonio Maria Pala che occupa il cono luce del palcoscenico di Orune dagli anni '20 agli anni '60. Uno scritto biografico, in cui i personaggi, dal pensiero e dallo stile del vivere quotidiano ben definiti, come fili tessono una texture, atta a codificare la cultura sociale e antropologica dell'entroterra sardo. Essi sono ben inseriti in una cornice storica che espone e giustifica la realtà degli accadimenti, i precetti morali e immorali; questi ultimi, per Antonio Maria, causa dell'essere stato per tanto tempo figlio di madre ignota. L'abile maestria narrante dell'autrice guida il lettore negli intrecci tra l'eticismo storico e fedele, che il genere narrativo impone, e l'amore per il paese stesso e per chi lo ha abitato. Si delineano pittoreschi sfondi scenografici dei meravigliosi paesaggi e luoghi delle vicende che destano, attraverso lo sguardo del protagonista, la nostalgia della scrivente, nonché il ricordo nitido e impersonale dell'avvicendarsi degli eventi"... (dalla prefazione di Maria Grazia Selis Moro)
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