'A conclusione della prima revisione di questo libro mi sono domandato cosa raccontasse in fondo questo testo. Sicuramente tutto muove intorno ad un uomo che deve imparare ad amare in modo 'maturo' sua moglie. Un incontro casuale con una splendida donna dagli occhi verde cristallino gli riporta alla mente il suo primo amore quando, da volontario, visse una fase della sua vita in un villaggio sperduto dell'entroterra Albanese tra natura ancora incontaminata e singolari abitudini e tradizioni. Ma l'essenza vera della narrazione è il viaggio interiore che intraprende l'uomo quando entra in contatto con la sua parte più intima, più profonda, più vera. Nel cercare di dare un senso alla sua esistenza, comprenderà che la vita è ogni momento, a prescindere dall'istante con tutte le sue incertezze e complicazioni. Fondamentale è essere sempre se stessi, guardare sempre avanti senza paura ed amarsi ed accertarsi per come si è... perché, seppur non dovesse esserci niente dopo la morte (e qui vi invito a leggere l'epilogo II dove 'si azzarda' una risposta) vivremo sempre nel ricordo di chi ci ha amato.'

Il racconto del carro dell'Immacolata nel centosessantesimo anno di devozione (1862-2022) in ricordo del voto che i torresi fecero alla Vergine in occasione dell'eruzione del Vesuvio del 1861. La devozione verso l'Immacolata vista attraverso gli occhi di San Vincenzo e le fasi di progettazione e realizzazione del carro narrate dai protagonisti.