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Bascetta Arturo (Libri  su Unilibro.itLibri di Bascetta Arturo su Unilibro.it)

2023

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Chianche e lo stretto di Varva: Chianca, Chianchetella, San Pietro Indelicato, Ponte Paduli di Barba
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

L'Ottocento si apre con i sindaci che guardano all'accorpamento dei comuni (Chianca e Chianchetella) e dei servizi (Torrioni e Petruro). Sulla Montagna di Montefusco non mancheranno nei primi decenni le vertenze sui confini, in particolare la lunga fu la contesa fra il comune di Chianca e il suo barone, specie dopo l'abolizione della feudalità. Nel 1842 usurpazioni di suoli pubblici sono poi documentate nell'Archivio di Stato di Avellino come avvenuti ad opera di Raffaele Troisi, Giustiniano Bianco e Leonardo Pizzella. Piccoli comuni che crescono e che si dotano di parroco (a Chianche c'era nel 1815), mentre le vecchie strade crollano (nel 1841 anche il ponte sul fiume Sabato necessitò di ristrutturazione) e le frazioni si accorpano. Pochi documenti attestano l'indipendenza di Chianchetella, dopo la breve esperienza del periodo francese insieme a Chianca (sotto il titolo di Comune delle Chianche), nella prima metà del 1800. Da sottolineare le continue contese fra il piccolo comune ed i privati, come la vertenza del 1817 fra l'amministrazione comunale e il marchese De Rosa, le invasioni del territorio comunale da parte del sindaco Marino del 1837 e quelle di Luca Tretola nel 1844. Sindaco di Chianchetelle nel 1824 era Maiatico. Un parroco c'era sicuramente nel 1823 quando il comune gli passava la congrua. Ma a Chianchetella si deve soprattutto l'adozione dei regolamenti civici di gran lunga in anticipo rispetto agli altri paesi. Un regolamento di Polizia urbana e rurale è già in atto nel 1846. Problemi di sicuro ne avevano creati la strada comunale, che fu accomodata nel 183
€ 21,00

Bascetta Arturo Title : La massoneria di via Posillipo: Lauberg e la società patriottica. 1792-1793
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Furono le sette napoletane seguite alla fallita cospirazione del 1794, in cui si erano trasformate le società patriottiche, a sperare nel vano aiuto della flotta francese, ferma nel porto di Napoli. Fallimento dovuto alle spie, dichiaratesi pentite a seguito degli arresti, onde evitare la decapitazione, ma che finirono ugualmente in uno dei 493 processi che si tennero in tutto il Regno, fino al 1798. Vero è che fin dal 1790 si assiste a qualcosa di diverso, insito nel popolo e nei regnanti, che primeggia come una voglia di autonomia. Da una parte il Re, che si stacca definitivamente dal papa, rifiutandosi di continuare l'atto di vassallaggio della chinea; dall'altra il popolo. Ma le paventate congiure giovanili, divenute organizzate con la cacciata dell'ambasciatore republicano dei francesi a fine 1792, divennero il pane quotidiano anche degli intellettuali. Indubbiamente tutto ciò è legato ai venti di rinnovamento che spirano in Europa e che porteranno il Re a lasciare Napoli nel dicembre del 1798, in quella che spesso viene definita come la fuga a Palermo. Ma non è neppure quello l'inizio della breve Repubblica Partenopea in quanto sarà preceduta dal breve ma intenso movimento di Anarchia popolare dei Lazzaroni. Ecco perchè nel decennio della Rivoluzione Napoletana non vi fu una sola rivoluzione per destabilizzare il potere dei sovrani, quanto più atti rivoluzionari che, nel bene o nel male, finiranno con lo stabilizzare tutti. Tolti quindi i primi anni delle società patriottiche influenzate dalla massoneria inglese, si può dire che una vera rivoluzione, fomentata dai fra
€ 30,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Pupe e pozioni per re Ladislao. Spose e veleni che uccisero il sovrano di Neapulia nel 1414
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

LADISLAO RIPUDIA LA REGINA COSTANZA - Degradata a Contessa d'Altavilla e di Sepino - La Regina madre affida il «bastone» al figliolo - La riconquista di Ladislao: i Giustizierati - Raimondello si schiera contro il Regno - Costanza resta col Conte, il Re si risposa - La ferocia dei Durazzo: macchiati madre e figlio - Raimondo era a Lecce fin dalla morte di Carlo III CAPITOLO II IL RE DEI MAGNATI DI «NEAPULIA» - La conquista di Taranto: la vicaria del Principe - Ladislao è su 3 troni e riacquista Raimondello - Il Re si riposa a 17 anni con Maria di Cipro - Uccisi i Sanseverino, Taranto al vicario di Matera - Raimondello e Maria da Gonfalonieri a Principi - Addio a Matera vicaria del papa per Taranto - Ladislao Re dei poveri in s.Stefano à Partenope - La morte improvvisa del Principe Raimondo - Il Re assedia Taranto per avere un altro trono - Il Principe Giannantonio e il Principe Gabriele - LA PESTE E L'ESILIO DELLA MADRE - 1410, torna il Regno di Sicilia a Castelnuovo - Magliano di Capitan Villanuccio, Conte di Sarno - L'erede mancato: l'abate Ranaudo di Durazzo - Gli uomini più fedeli della vecchia Regina - Così si spensero i reali che riunificarono l'Italia - Peste a Salerno: muore Margherita e poi il Re - E' una tragedia la morte del giovane sovrano - Ladislao ucciso da un lento veleno.
€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Frattapiccola nel 1753. L'antico casale San Sebastiano di Frattaminore di Napoli
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

È l'estratto del catasto onciario con tutti i nomi degli abitanti i mestieri, le strade e le chiese intorno alla congrega di San Maurizio, Croce, Trivio, S.Angelo, ma anche S.Simeonoe, Pomigliano di Atella e altri casali come Viggiano, Arco Parrocchia, Forno Pardinola e Forno Crispano. Il libro, inoltre riporta i nome dei preti, delle vergini, insomma di tutti gli abitanti anche delle località minori come Merola, Spagnuolo, Mandiello, Lampaì, Starze, Quattro vie, Castagno, Pizzo Mastro Aniello e Pizzo Marcangelo, Vicolo Capoziello.
€ 30,00

Bascetta Arturo Title : La cospirazione giovanile di Napoli: Albarelli e il fallimento liberale. 1793-1794
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Gli anni che vanno dal 1789 al 1799 vengono identificati come il decennio della Rivoluzione Napoletana che si fa nascere con la Rivoluzione Francese e morire con la Repubblica Partenopea. In realtà la Francia, prima della morte di quel re, non ebbe alcun peso sulla stabilità del Sud, giungendo gli effetti giacobini solo con la nascita della Repubblica. Furono le sette napoletane seguite alla fallita cospirazione del 1794, in cui si erano trasformate le società patriottiche, a sperare nel vano aiuto della flotta francese, ferma nel porto di Napoli. Fallimento dovuto alle spie, dichiaratesi pentite a seguito degli arresti, onde evitare la decapitazione, ma che finirono ugualmente in uno dei 493 processi che si tennero in tutto il Regno, fino al 1798. Vero è che fin dal 1790 si assiste a qualcosa di diverso, insito nel popolo e nei regnanti, che primeggia come una voglia di autonomia. Da una parte il Re, che si stacca definitivamente dal papa, rifiutandosi di continuare l'atto di vassallaggio della chinea; dall'altra il popolo. Ma le paventate congiure giovanili, divenute organizzate con la cacciata dell'ambasciatore republicano dei francesi a fine 1792, divennero il pane quotidiano anche degli intellettuali. Indubbiamente tutto ciò è legato ai venti di rinnovamento che spirano in Europa e che porteranno il Re a lasciare Napoli nel dicembre del 1798, in quella che spesso viene definita come la fuga a Palermo. Ma non è neppure quello l'inizio della breve Repubblica Partenopea in quanto sarà preceduta dal breve ma intenso movimento di Anarchia popolare dei Lazzaroni. Ecco perchè
€ 30,00

Bascetta Arturo Title : Apice: il castello, i feudi, le chiese. Vol. 34: Pergamene e toponimi fra Benevento e Ariano
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Narrare la storia delle molteplici controversie tra Conti, Duchi, Baroni, Principi e Re, gli eventi, le situazioni, le stragi delle innumerevoli guerre per conquistare Castelli, Città e Terre dei luoghi in cui oggi viviamo è una grande fatica. Un aiuto massiccio però ci viene dalla documentazione delle "Cronache" di Falcone e del Telesino Beneventano, delle "Carte" di Montevergine e del "Catalogo dei Baroni". E' vero. Anche in tali documenti vi sono contraddizioni, oscurità, ripetizioni che non rendono agevole il districarsi tra fatti ed eventi riportati. Di qui la ricerca di conferme, chiarimenti e specificazioni più attendibili in ulteriori documenti nascosti in Chiese, Abbazie ed altri luoghi sacri. Un fatto è certo. Le "Cronache" di Falcone e del Telesino sono una vera e propria miniera di notizie tali da incoraggiare la consultazione da parte dei vari storici locali che meritano l'elogio della maggioranza dei cittadini delle nostre contrade che sono messi a conoscenza della vita dei propri antenati. La storia locale, spesso trascurata dagli storici che vanno per la maggiore che, con spocchia, la catalogano in senso spregiativo come storia "minore", ha un valore inestimabile. Essa mette in condizione ognuno di noi di conoscere non solo le proprie radici, ma soprattutto consente di appropriarci dei comportamenti, spesso eroici, delle popolazioni che ci hanno preceduto nei secoli e che, con imprese, sacrifici e sangue versato, hanno contribuito a consegnarci interi territori. Si tratta della memoria storica dei nostri avi, a cui attingere per proseguire nel solco da loro
€ 30,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title : Benevento aragonese. Il Ducato del Papa in Regno di Napoli fra 1458 e 1498
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Dopo il sisma del 1348, il tentativo di creare a Benevento una provincia politica fallì e i 36 paesi del Principato Ultra, una volta commissariate le abbazie e cacciati i Catalani, furono inglobati nel Regno, lasciando a Benevento il solo potere politico di una città-stato, coi suoi casali, ma mantenendo quello religioso su tutte le province ecclesiastiche che già possedeva. Fu un passo indietro per le popolazioni dei rioni dei feudi, ma un passo avanti per i cittadini dei borghi regi che possedettero qualcosa in più degli altri regnicoli (costretti ad attendere l'abolizione della feudalità), perché assaporarono in anticipo la globalizzazione, prima di consegnare alla storia una Benevento matura battente bandiera liberale solo quando si liberò dei rettori pontifici che la tennero soggetta fino al 1861. Tanto è vero che, ancora con l'invasione aragonese ci ritroviamo la provincia del Principato Ultra e Citra Benevento, unita alla Capitanata. Nel corso delle vacazio dinastiche, e anche nelle lotte fra guelfi e ghibellini moderni, pertanto, si è appurato che paesi di confine venivano ora annessi, ora distaccati da Benevento. La città, rientrante fra gli stati della Chiesa insieme alla sua provincia ducale, fu da essa distaccata, facendola prima rientrare in Regno, in modo da creare un'altra provincia da annettere al reame. Gli stessi casali continuarono a essere ricostruiti più volte al di qua e al di là di fiumi, monti e castelli, ritrovandosi alcune volte nuclei abitati con lo stesso nome, per l'accanimento dell'ala militare vaticana, rappresentata dal gonfaloniere papalino,
€ 55,00

Bascetta Arturo; Cultrera Sebastiano Title : Don Giovanni da Procida nel 1282. L'anima nera dei Vespri Siciliani che insediò gli aragonesi a Ischia alla corte di Beatrice di Svevia
Author: Bascetta Arturo; Cultrera Sebastiano
Publisher: ABE

Confrontando gli ultimi documenti rinvenuti si riscontra che Giovanni era ancora vivente il 20 dicembre 1290. Lo stesso Giovanni, «il quale nel precedente Diploma era portato vivo nel di 20 dicembre 1298, era già morto nel di 23 gennaio 1299, laonde la sua morte dove avvenire o negli ultimi giorni di dicembre 1298 o nei primi giorni di gennaio del 1299». Ulteriori notizie e documenti furono rinvenuti sulla «espropriazione dei beni di Giovanni e sulla loro restituzione al figlio, specie in merito a certi diritti doganali e su un fondaco. Resta inteso che non risponde al vero il fatto che «la restituzione dei beni di Giovanni fu fatta in premio di un tradimento. Noi abbiam riportati i documenti che smentiscono questa ingiuriosa imputazione. Ne mancavano due altri che si sapeva esser conservati nella Biblioteca secreta Vaticana, e però non solo inediti, ma sconosciuti». Dice De Rienzo che «parrebbe da ciò che la famiglia de Procida sia un ramo dei Cossa o Salvacossa, antica e potente in Ischia, ed arrivata a gran potere nei tempi degli Angioini. Ma noi non possiamo affermarlo sulle labili basi di questa Cronachetta, molto più che facilmente si può spiegare l'errore: imperocchè sappiamo per documenti, anche da me riportati, che Marino Cossa o Salvacossa d'Ischia comprò Procida da Atinulfo di Procida nel dì 21 Marzo del 1340. Ora uno scrittore poco avveduto scrivendo quella cronaca anche sotto il Regno di Giovanna I, vedendo l'isola di Procida in potere della famiglia Salvacossa, poteva ben credere che Giovanni fusse appartenuto a quella famiglia». Nel «pregevole manoscritto, se
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : L'ultima rivolta del principato Ultra: i sobillatori di Prata, Petruro e Pietrastornina 1861
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Questo volume tratta delle rivolte del 1861 di alcuni paesi dell'ex provincia di Principato Ultra Benevento, sobillati contro l'unità d'Italia, già avvenuta. Veniamo a conoscenza che dopo alcune turbolenze in Altavilla, S. Angelo a Scala e Pietrastornina, anche Prata, Torrioni, Tufo e Petruro, contribuirono alle vicende storiche che portarono allo scontento generale delle popolazioni che non volevano l'assoggettamento a un regno diverso. È un testo allargato alle vicende avvenute in quei comuni di confine che si snodano lungo il Sabato, fra Avellino e Benevento, per meglio dimostrare che la «reazione sopra e sotto la Montagna di Montefusco» fu l'ultimo atto di ribellione filoborbonica, a tratti repubblicano, quindi politico, e non una semplice sommossa, sebbene non portò ad alcun risultato rivoluzionario. Il valore storico della ricerca, per la maggiore su atti e documenti d'archivio di prima mano, accresce con la descrizione dei fatti relativi alle prime bande di briganti, attraverso cui si diede inizio il tam-tam partito dalla Montagna del Monte Vergine. I riscatti rappresentavano il recupero del danaro per pagare gli sbandati riuniti dai sobillatori sulla frontale Montagna di Montefusco e fomentare i paesi posti più in alto, Torrioni, Petruro e Tufo, in modo da fare una grande rivolta, in attesa della fantomatica armata borbonica del Generale Bosco. Da Prata, infatti, cuore del Principato Ultra, sarebbe ripartita la riconquista del Regno perduto. Il Generale, si sa, non arrivò mai, ma Don Zampetti di Montefusco, fomentato dall'ex prefetto Mirabelli di Avellino, vera ment
€ 30,00

Bascetta Arturo Title : Il mezzo regno degli spagnoli. Cronache di Puglia sul prorex Consalvo di Cordova
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Osservarlo ed ascoltarlo, già la prima volta, fu un tutt'uno e conseguenza del fatto rivelatorio. Un fluire incandescente di pensieri, sillabe, frasi e parole il manifestarsi del logos; come immaginavo avvenisse sotto i portici dell'Accademia di Atene, tra allievi frenetici e solenni cattedratici maestri. Come avveniva per le frequentazioni nel foro, da parte d'indomabili giureconsulti o di stupefacenti curiosi, arrivando ad rostra, estasiati davanti ad epigoni di un Cicerone o di un Ortensio e anche di Antonio Oratore. Fiammeggiare di perifrasi e splendore di metafore, con metonimie d'anguille viscide, similitudini lunghe come di treni, carichi di alabastri. Il divenire dei metri sui piedi della poesia, mutata in musica da miti viventi di arpe d'avorio o tube celestiali: scrivere per ogni artista della penna d'oca o di computer è un disco verde verso infiniti azzurri, spalancati da occhi viperini. La dolcezza di una chitarra, in mano a Garcia Lorca, un calendario sfogliato da Leopardi. Per Arturo Bascetta è dare ascolto alla voce di dentro, alla tarantola che gli rode le visceri. Un ineludibile comandamento dello spirito. Non so dove gli derivi, ma certamente Arturo ha la scorza dello storico. Presumo ambiziosamente la vocazione l'abbia colto, in qualche stellata pausa serale del suo soggiorno nei campi Flegrei, dove Virgilio è di casa, ma anche Omero è un fantasma di sogni ellenici. A sentire Croce, però, lo storico locale non ha bisogno d'ispirazione, nè di modelli. E'. Come Iddio e come la Musa Clio. Arturo dell'amore per i suoi paesi di montagne innevate o aspre rocce,
€ 55,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title : Delitto a Spaccanapoli di Carlo Gesualdo: l'assassinio di Maria d'Avalos e Fabrizio Carafa
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

La collana sugli omicidi del secolo si arricchisce con la ricostruzione del doppio omicidio di Spaccanapoli, un altro giallo che turbò l'Italia dell'epoca, per chiuso velocemente per ammissione dei colpevoli assolti dal Viceré. Ma l'epoca in cui assistiamo al prolificare dei delitti d'onore è pregna di amanti uccisi dall'acqua tofana, per via dei costumi leggiadri che imperversano non solo a Spaccanapoli e Piombino, luoghi dei primari omicidi, ma in tutti i posti che si rinvengono fra copie e originali di manoscritti diversi, da quelli dei Corona alle sentenze, ma anche negli studi di tanti storici. Certo è che la via alla «Informazione» ufficiale sulla «misera morte» degli amanti D'Avalos-Carafa viene spianata da una miriade di indizi sulla bellissima Principessina di Venosa, corteggiata perfino da Giulio Gesualdo, zio del marito prossimo assassino, padrone di una miriade di feudi, da Gesualdo a Calitri, poi ereditati dal musico-assassino dopo la sua morte. Carlo infatti non possedeva che poco, essendo il genitore ancora padrone del Principato di Venosa. E fu proprio lo zio spione, amante solitario della bella moglie del nipotino, a spianare la via della vendetta, confinando al consanguineo il posto di Chiaia dove gli amanti copulavano. Carlo appare smarrito, benché spesso a riposo nel suo stesso palazzo, dove il corpo della moglie veniva di nascosto posseduto dal Duca d'Andria. Almeno fino a quando ebbe predisposta l'imboscata, in accordo con altri cavalieri e parenti, pronto a profanare la reputazione della nobile famiglia legata al Vaticano, e non solo per la figura del
€ 29,00

Bascetta Arturo Title : Il Granducato di Puglia: Ruggero I Altavilla dei Gloriosi e la Marca Sabba di Civitate Vicaria Vaticana di S.Severo
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il tradimento di Papa Urbano II favorisce l'ascesa di Ruggero I Nei Campi Marini di Goffredo figlio di Ruggero: la badia di Giovanni si trasforma in Civitate Viano Il Papa scippa la diruta città mariana a Borsa: Ruggero I è Granduca di Marca «Sabba» dal 1092 Rinasce S.Maria Maggiore a Vico Iliano, il Sannio degli Iuliano fra Contra e Bella Le tre Marche del Principato Vaticano detto Urberiano: Caserta, Velia, Vico Yliano di Lesina 4. SMEMBRAMENTO CONTEA di M.APERTO L'Iscola di Drogone del Monte Mediano, fra le abbazie di Serracapriola e Apricena Nell'ex Contea del M.Aperto di Altruda degli Iuliano di Vico Yliano sul Sabba Nel bosco di Corigliano dell'Iscola di Tassone fra Rocca Pagana e S.Giovanni in Piano La Sabina dell'abbazia di Ripalta, nel Pantano Curiliano di Lesina Beata Virginis de Ripaldo in «Accola», l'ospizio del monastero dei pellegrini 5. i tre nuovi vici fra bovino e troia Ruggero I sui tre monti di Acuto, Pisio e Ylare: da Biviano ai tre vici di Bovino, Troia e S.Agata L'usurpazione di S.Maria Berola di Borsa: è Granducato nella grotta Sabba di Apricena 6. IL GRANDUCATO DI RUGGERO I MARCHIO Il Re sposa la figlia di Ruggero I futuro Marchio La scalata a Viceré della Langobardia Minor I Siciliani di Rocca Civitate (S.Severo) conquistano l'ex Contea di Biviano (Peschici) Ruggero I di Civitatense S.Severo invade Peschici e si dichiara Marchio in San Paolo di Civitate L'imperatore sopprime la Langobardia Minor e la sede papale della Torre Minor di Riano garganico I militi di Loritello insediano il Tribunale vaticano, invadono e rifondano i tre vici a Rocca S.Agata
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Bovino Vicaria Ecana. La Civitate Troiana di Luniano scippata ai Salernitani di Cava dai Siciliani di Rocca S.Agata e data agli Aversani del Papa
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Nell'ottobre del 1086 le donazioni dei gloriosi siciliani di Ruggero I, incitati dal papa, avvenivano a favore della badìa di Cava, cioè soltanto in nome della di essa Trinità. Per via dei continui sconvolgimenti, anche Rainulfo Brittone, in nome del glorioso Domino Duca Ruggero I Altavilla, si affrettò a salvare il patrimonio del Casale e il priorato cavense di S.Pietro Olivola, le Chiese di S.Maria Guardiola e di S.Benedetto in pertinentiis Vici oltre a varie pezze di terre, ai villani e al mulino in iscla Maccarono, donando tutto alla Trinità meteliana Cava in Salerno. Fino al 1086, il fiume Oliva, morto il Guiscardo, appare un luogo finibus Apulia, cioè un casale sorto presso Rocca S.Agata nel nome di S.Pietro e di proprietà, fra uomini e vari rebus, dell'abbazia di Cava. Episcopio bivinense del 1200 in «bibino» col giudice in città e a torre s.Agata Nasce Bovino, la terza città rifondata dai greci con Ascoli e Troia che hanno accolto il rito latino La Cattedrale di S.Maria di Olivola annette il Cappellone di San Marco 18 maggio 1197 si inaugura S.Marco in Arce: l'abbazia dei 7 vescovi con Teora a Montaguto La storia di San Marco di Eca modificata da biografi apocrifi Palazzo dell'Episcopio di Bovino del 1210 e orti di S.Lucia e S.Simeone dati a M.Vergine Civitate Bibino sul fiume Beletro e Monte Rotondo sulla via di Asculu e Palude Rocca Sant'Agata con S.Andrea Fontana Fure e Illibano Il beato Beneventulo di Corneto e Deliceto Un'abbazia dedicata Vergine come a Valleverde di Spagna Il nuovo Duomo cominciato nel 1310 Una Campana chiamata Barbara La morìa del 1517 coi mo
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Rotondi e Campora del Taburno: il casale de Rotundis e la Madonna Stella. Con nomi e luoghi, da Casa Gallo a Pelagalli, Peroni, Tre Zalossi e Maietta
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Era il 20 settembre del 1878 quando questo regolamento veniva approvato dalla giunta comunale guidata dal sindaco Luciano Vaccariello e dagli assessori Mattia Maietta e Federico Lanni, con un Maietta a segretario. Fra gli altri regolamenti (Rotondi detiene sicuramente un primato di tal genere), vi è anche quello più comune di polizia rurale, con la "solita" inibizione all'accensione dei fuochi a meno di cento metri dalle case, col taglio delle siepi per il libero passaggio delle strade, la "piantazione" regolare dei nuovi alberi di alto fusto.Oltre ai vari divieti, vi è l'inibizione "ai possessori di bestiame, di lasciarlo vagando e senza custodia nei fondi non chiusi da muro e da fitta siepe, se non sia sotto la vigilanza di un proporzionato numero di custodi...": era il 18 novembre del 1893, ai tempi del sindaco Giuseppe Cioffi e degli assessori Luigi Mendozza ed Andrea Marotta, con Angelo Maietta a segretario. Ma diamolo uno sguardo più completo verso l'amministrazione comunale, in quel 22 novembre del 1893, rammentando anche i nomi dei consiglieri Giuseppe Mercaldo, Filippo Maietta, Filippo Cioffi, Gennaro Mercaldo, Domenico Maietta, Antonio Vele, Giuseppe Boccalone, Raffaele De Capua, Giuseppe Cosentini, Giuseppe Meridozza, Vincenzo Lanni e Francesco Boccalone. Tutti erano lì, pensate un po', a modificare il terzo articolo di Polizia Rurale sulle nuove piantagioni. Ma le novità non finiscono qui, e la giunta del 10 ottobre 1870, approvava anche un regolamento di Polizia Rurale Amministrativo, con a sindaco Alessio Vaccariello. Un'ultima scartoffia, carina assai, riguar
€ 26,00

Bascetta Arturo Title : Pietrastornina e i racconti del campanaro (seconda parte): La magia bianca delle nutrici: la «mavanaria» delle streghe e il tesoro perso da Re Renato d'Angiò
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

In primo piano sono gli usi e costumi del popolo, inseriti nel ciclo dell'anno e della vita, con a punti di riferimento il semestre primario e una famiglia contadina spiegato ai ragazzi, come se fossimo davanti al focolare di una volta. La seconda parte è fatta proprio di storie vere, cioè di episodi, sconosciuti ai più che rallegrano anche gli animi dei grandi. Il calendario dà un senso reale, di movimento, di vita, di continuità a cose che, se elencate soltanto (proverbio, detto, canto, racconto), avrebbero avuto un tanto di irreale e di effimero, perdendo, per la statica freddezza, l'originale valore che invece viene rafforzato e suggellato dalle storie. Ecco allora le pagine assumere un volto diverso dal solito, una veste più popolare e autentica delle nostre genti. Il racconto non abiura alcuna scientificità dello scritto, anzi ne esalta il vero storico. Agli avvenimenti con tanto di documento finale, si antepone un altro aspetto, quello orale delle tradizioni, più semplice dal punto di vista di studio, ma di certo complesso nell'elaborazione dei dati, desunti da un patrimonio tramandato nella Valle Beneventana e assorbito da una società in continua evoluzione. Questi dati, a volte modificati dal tempo, ma trasportati dal dialetto parlato fino a noi, sono una minima parte del patrimonio orale del tempo, quella meno predisposta a mutarsi - per le sue diverse origini etimologiche - e quindi scevra da infiltrazioni che fortunatamente non ne hanno permesso alcuna integrazione nella lingua parlata moderna. Per esempio la parola "comodino" ha come equivalente "colonnetta" e
€ 26,00

Bascetta Arturo Title : Pietrastornina in età moderna (prima parte): Emigranti, portieri e nutrici dei nobili di Napoli. Il paese del direttore de L'Unità di New York e dei Massa di Faenza riggiolari di Santa Chiara
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

A pagina 7 dell'Inventario antico redatto dall'Abate Massa della Chiesa di S.Maria de Juso di Pietrastornina viene ricordato che l'Università comune aveva già redatto un Catasto ad opera di Pietro Antonio Fusci all'anno circa 1630 in 1650, di cui non si hanno altre notizie, se non un estratto notarile relativo ai beni acquistati da Antonio de Fusco dal Notar Giovanni Ricci fra la Via Pubblica da Sotto e Via Publica da Sopra, forse presso L'Arco, in Loco Rosola. In esso compaiono altri luoghi antichi come Monticello e la Selva di Calze donata alla Cappella del SS.Rosario e perciò chiamata Selva del Rosario. Altrove, a pagina 10, è detto che la vendita era descritta al foglio 70, nel Catasto dell'Università fu formato (come si crede) dal fu Pietro Antonio Fusco. Seguono: Campo d'Antona, Cerrito, Lo jardino, Carpenito, e quello di Giovanni battista de Alesandro in Loco Vecelleto seu Carbona ò Vesceglito concesso anticamente à Don Pietro Sasso e poi ad Achille Riccio. Gli Onciari si presentano come dei grossi volumi divisi in sezioni, fra atti preliminari e rivele. Nel 1749, a Catasto compilato, Pietrastornina ha cambiato volto. Si è adeguata al rinnovamento avuto con l'aumento delle libere proprietà che hanno permesso il nascere del ceto civile in tutto il Regno di Napoli. Niente più pagamenti a destra e a manca per i capifamiglia, ma solo tre tasse statali che si imposero più di ogni altra, da versare nelle casse del Regno: quelle sopra le teste dei suoi cittadini ed habitanti, loro beni stabili, animali ed industrie. In effetti si trattava del solo testatico, aumentato dell'
€ 26,00

Bascetta Arturo Title : La vicaria di papa orsini: viaggio a Pietrastornina, residenza estiva degli arcivescovi di Benevento
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Pietrastornina compare nei primi anni sinodali, cioè nel II sinodo, come luogo dove gli atti riferiti al clero vengono essi stessi trascritti, relativamente alla pubblicazione dell'editto «De Immunitate Ecclesiarum», Contro à quelli, che direttamente, ò indirettamente impediscono, che si faccia ricorso all'Arcivescovo, ò che molestano quei, che l'hanno fatto,e non lo rivocano: e contro à quelli, che similmente impediscono i tonsurandi, ò molestano i parenti de' tonsurati. Dall'editto con cui si prescrivono titoli de' canonici, abati, arcipreti, parrochi, vicari curati, ed altri ecclesiastici della città e diocesi, Orsini cita, fra i signori reverendi, il rettore curato di San Bartolomeo. Il paese compare nel Catalogo delle terre diocesane in cui si sono terminati gli inventari e formate le piante degli stabili spettanti alle chiese ed altri luoghi pii, fra i primi alla trascrizione nell'anno 1707 (n.62 in ordine alfabetico). Quindi in tale anno già traspare una particolare attenzione verso Pietrastornina. «La medesima scomunica fulminiano contro à quelli, che direttamente, ò indirettamente impediscono, ò sanni impedire in qualsivoglia modo, ò pretesto gli scolari, che vogliono esser tonsurati, con proibire à gl'Uffiziali laici di non dare le fedi di non essere coloro inquisiti, ò qualsivolgia altra attestazion di memoriali, ò con altre suppliche, così inscritto, come con parole; ò che trapazzano, ed affliggono i congiunti dell'ordinato: siccome è decretato nel nostro primo Sinodo cap.6 num.3 in cui è fulminata la scomunica di lata sentenza, anche contra quelli, che tali sup
€ 49,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Iolanda di Andria: Yolanda de Brienne dei re di Gerusalemme
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Con la regina in attesa di partorire l'erede di Gerusalemme, la primaria operazione fu quella di partire per la Terrasanta per farsi riconoscere tutore reggente del nascente Corradino. Federico II le pensava tutte, solo che la morte improvvisa della Regina sconvolgerà un po' i piani, costringendo l'Imperatore a recarvisi ugualmente, ma in tutta fretta, per essere confermato a legittimo erede del trono. Stavolta non prima di aver tumulato la sfortunata moglie. C'è un po' tutta la storia dei Brienne, che generarono Iolanda, in questo libro, ma anche quella del Principato di Puglia, traslocato da Barulo a Andria, dopo le alchimie di Innocenzo III che la fece città della Chiesa. Qui i Brienne di Gautier, giustizieri di Puglia per il Papa, divennero i padroni, dopo essersi insediati a Lecce, col titolo di Marchese (Principe, Duca e Conte). Ma fu all'eredità della Trinità dei Brienne a cui puntò Federico II, dopo che mortente la madre Costanza il Papa aveva confermato il ritorno dei Templari a Barletta. E così, dal mistero di Andria, la città del faro di Lucera, assistiamo alla scalata dei Brienne del Lussemburgo con Maria Monferrato Regina Jerusalem e Giovanni de Brienne del Lussemburgo che generarono la bella Iolanda. Nacque da regina, come la nonna isabella, perché del sangue dei Brienne e di Re Corrado. E Re Giovanni non ebbe dubbio: Federico II era il marito giusto per la figlia. Ma Federico II scippa subito i beni ai templari perché vuole la vicaria armena di S.Matteo e affretta i tempi con lo sposalizio per procura, avvenuto in S.Giovanni d'Acri, di Iolanda già incoronata
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Carlo V, l'amore e i notai di Napoli. Atti e donne poco conosciute dell'Imperatore
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Carlo pose a custodia della madre Giovanna il marchese di Denia, don Bernardino l'aguzzino, abile nell'uso della corda come strumento di tortura. Non era migliore del suo predecessore Ferrer, che dichiarava di non avere mai sottoposto la Regina alla cuerda, se non per ordine del padre Ferdinando, appendendola per i polsi, dopo averle legato i pesi ai piedi. Il marchese di Denia scriveva a Carlo dicendogli che prima dei sentimenti filiali dovevano venire gli interessi politici: a volte suggeriva di applicare alla Regina la tortura perché questa sarebbe stata utile alla sua salvezza e certamente avrebbe reso un servizio a Dio e spesso gli ricordava che egli agiva nel suo esclusivo interesse, arrivando a sostituire i frati che, messi vicino alla Regina nel tentativo di convertirla, ne divenivano, invece, amici e difensori, come accadde per frate Juan di Avila. Carlo di Gand, temè fino alla fine che le idee di Giovanna, ormai detta la Loca, una volta libera, potessero fare colpo sul popolo e infiammare il serpeggiante sentimento anti fiammingo mettendo in pericolo il suo potere, l'unica cosa in cui veramente credeva, ardito e ambizioso com'era. Per mantenerlo, più che la madre, preferirà richiamare gli ebrei cacciati dal Regno di Napoli, e dedicarsi alla caccia e agli amori, sebbene i francescani, come Fra' Francesco di l'Agnelina, si scontrasse col Vicerè sui 'zudei', affinché portassero il barrette zalo, come a Venezia. In fondo, anche la nonna paterna di Giovanna, a cui molto assomigliava, Giovanna Enríquez, era ebrea. Chissà se pure l'ava era stata così gelosa di un marito
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Gli armeni di Forenza: nei feudi dei templari la sostituzione del culto di S. Maria dei Lombardi nel Marchesato di Gravina
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Barletta inglobandola al Principato, sloggiò i giovanniti dal Casale del Castello diruto di Alipergo verso Alberona, e ripristinò il vicetrono di Pavia a Civitate, nella basilica di S. Giovanni de Lama, che faceva coppia con la diruta S. Maria, fra i ruderi del consolato romano di Teate apulo. Così rinacque la Langobardia Minor nel luogo naturale di Agia Sofia, con l'appoggio dei Bulgari, sottomettendo i mariani che adoravano i martiri della croce di S. Paolo e liberando la capitale del pagani-troiani dai gerosolomitani e dal papa che, falsamente, aveva tentato di rifondare la Langobardia Major del 1092 nella Basilica garganica di S.Pietro, presso il Catepanato dei Troiani di S. Giovanni Rotondo inglobato da Civitate S. Severo. Ecco perché, detronizzato del titolo imperiale, a Federico II parve cosa buona e giusta riprendersi il trono ecano dei pagani che aveva fatto grande l'Italia longobarda di Pavia, partendo dalla Basilica del Principato di Loreto, nato nella borgata di S. Giovanni in Lamis (e non della Lama, dove il pontefice aveva inglobato il Catepanato di Bizanzio fondando Civitate S.Maria detta S. Maria Maior, nei luoghi che si dissero fondati da San Pietro. Quella del Loreto, invece, era la madonna nera dei greci, venerata dal paululo Andrea di Patrasso, capo dei cenciosi cristiani della croce di S. Paolo, nata nei luoghi toccati dai seguaci di S. Andrea, nel nome di S. Paolo. Essa non fu nella basilica di Civitate S. Severo dei napoletani, ma presso l'Andria, che da lui prese nome, e dove ebbe sede il Principato Italia della Sicilia Ultra, cioè presso la vicaria
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario di Prata e Pratella nella Valle del fiume Lete: storia, genealogia e toponomastica
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Finalmente, con gli Angioini, abbiamo le prime certezze su Prata dei Paligni seguita da Prata di Alife. Sulla prima Prata dell'Abruzzo, sappiamo che è piccolissima, come se fosse appena nata, in quanto non possiede abitati. Paga infatti solo 20 tarì ed è nominata insieme a Civitella per un'oncia, a Rampino con 1, San Vito con 1, Celano, Sulmona ed altre. Già solo questo potrebbe dimostrare che la Prata aquilana e tutte le altre cittadelle abruzzesi sono il clone di quelle campane, e che la Prata in Terra di Lavoro, in ogni caso, è già consolidata. Sono quindi le cittadelle della Terra di Lavoro ad aver dato nome a quelle dell'ex Molise e non viceversa, sebbene di difficile affermazione in quanto le due province sono fuse in una sola. Prata [Sannita] esiste eccome, come confermato negli anni immediatamente successivi, rientrando in quella che si intende essere una magistratura di Terra di Lavoro e Comitato del Molise, retta dal magistrato Bonifacio de Giliberto. Viene nominata insieme ad altri luoghi della zona in quanto abitata da 18 famiglie, seguita da Alifie, centro militare dove risiede il giudice, con 29 nuclei, Caiazzo con 21, Villa Curtinum con 40, Limata con 17 ed altre. C'è da aggiungere che, nello stesso documento che assegna a Prata una tassa da 4 once e 15 tarì, essendo abitata da 18 fuochi, Thenum ha 117 nuclei, Gallecium 58, Aylanum 6, Pentema 21, Sextum 4, Mastrale 4 seguita da Marzanello, Presenzano ed altri. Da questo atto è chiara la consistenza abitativa di Teano con 117 nuclei e della stessa Pentema con 21, mentre scarseggiano presenze in Ailano con sole
€ 45,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario diScafati e San Pietro: toponomastica e genealogia nella Valle Reale di Pompei e del Sarno
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il territorio di Scafati comprese buona parte di Pompei. La stessa Valle Reale del Bosco Reale del Monte Reale fu la Valle di Pompei, poi circoscritta a San Pietro. Sul ritrovamento di Pompei hanno scritto tutti, ma quella che segue è la forse la descrizione antica più bella. «La espressione Salve trovasi talvolta scritta sulla soglia delle porte principali. Iscrizioni a caratteri neri, o rossi sono segnate sulle mura esteriori; esse esprimono delle forinole, o affissi, e dei complimenti al proprietario, o al conduttore, e qualche volta agli stessi edili, duumviri in governo. Bene spesso se ne valevano come di talismani per preservarsi dagli incendii, per esprimere idee capricciose... Questo libro di storia vera contiene migliaia di informazioni su luoghi antichi e scomparsi, sui primi abitatori, sui nuovi migranti post sisma del 1348 con migliaia di nomi e cognomi e perfino di frazioni fra San Pietro e Scafati. È inoltre un brillante contenitore di fatti realmente accaduti che aprono la mente a nuove prospettive e a vecchi errori storici per la riscoperta degli antichi territori del fiume Dragonteo, divenuto secco, che raggiungeva Porto Torre, quando l'Annunziata era scalo di Nola. Non a caso si ritrovano Bettole, botteghe e botteghelle emersi dalla terra, con il tratto dell'acquedotto che seguiva il Sarno, in realtà detto Malfi, alla sua foce Bottaro, passando fra «Porto Scafardi di Malfi» e «Ponte Scaphati». È Il fiume Dragonteo come termine della Diocesi di Nola, come analizzato da Bascetta sulle pergamene di M. Vergine ai tempi di Papa Innocenzo III padrone del Regno n
€ 45,00

Bascetta Arturo Title : Il mezzo regno dei francesi: cronache di Napoli sul Viceré Odet de Foix di Lautrec
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Osservarlo ed ascoltarlo, già la prima volta, fu un tutt'uno e conseguenza del fatto rivelatorio. Un fluire incandescente di pensieri, sillabe, frasi e parole il manifestarsi del logos; come immaginavo avvenisse sotto i portici dell'Accademia di Atene, tra allievi frenetici e solenni cattedratici maestri. Come avveniva per le frequentazioni nel foro, da parte d'indomabili giureconsulti o di stupefacenti curiosi, arrivando ad rostra, estasiati davanti ad epigoni di un Cicerone o di un Ortensio e anche di Antonio Oratore. Fiammeggiare di perifrasi e splendore di metafore, con metonimie d'anguille viscide, similitudini lunghe come di treni, carichi di alabastri. Il divenire dei metri sui piedi della poesia, mutata in musica da miti viventi di arpe d'avorio o tube celestiali: scrivere per ogni artista della penna d'oca o di computer è un disco verde verso infiniti azzurri, spalancati da occhi viperini. La dolcezza di una chitarra, in mano a Garcia Lorca, un calendario sfogliato da Leopardi. Per Arturo Bascetta è dare ascolto alla voce di dentro, alla tarantola che gli rode le visceri. Un ineludibile comandamento dello spirito. Non so dove gli derivi, ma certamente Arturo ha la scorza dello storico. Presumo ambiziosamente la vocazione l'abbia colto, in qualche stellata pausa serale del suo soggiorno nei campi Flegrei, dove Virgilio è di casa, ma anche Omero è un fantasma di sogni ellenici. A sentire Croce, però, lo storico locale non ha bisogno d'ispirazione, né di modelli. È. Come Iddio e come la Musa Clio. Arturo dell'amore per i suoi paesi di montagne innevate o aspre rocce,
€ 55,00

Bascetta Arturo Title : Il governatore di Firenze. Carlo Duca di Calabria e Vicario di Napoli
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Siamo ormai negli anni in cui Carlo aveva raggiunto l'età della ragione, della consapevolezza e della conoscenza delle vicende familiari. Alla Regina Sancia, senza figli e senza più nemmeno figliastri da allevare, non restò che dare l'anima a Dio. Il fermento religioso che l'animava in realtà frenò questo processo moderno, ma non fermò il progresso della vena artistica che chiedeva spazio in altri settori, e non solo a corte. Anche la sirocchia vedova d'Ungheria provvide, assieme alla nuora, alla commissione della tavola di Simone Martini, raffigurante san Ludovico di Tolosa che incorona Roberto, dipinta nel 1317, poco dopo la canonizzazione. Essa reca gli stemmi angioini e arpadiani di Maria al fine di promuovere il culto del figlio, e confermare agli ungheresi la legittimità della successione al trono di Sicilia del terzogenito Roberto. Ella stessa ordinò una statuetta d'argento raffigurante san Ludovico di Tolosa, recante la testa e la corona d'oro, per donarla alla badessa di santa Maria Donnaregina, Agnese Caracciolo. La statuina reggeva una reliquia del Santo in una mano, e lo scettro reale nell'altra. Ma questa affascinante biografia è su Carlo, il d'Angiò della progenie materna degli Svevi, Figlio di Jolanda d'Aragona e Duca Roberto, e perciò cugino a Sancia di Mallorca che ebbe per sua matrigna. Carlo è vicario del reame dalla morte del nonno, quando il padre Re Roberto parte per Avignone dove c'è l'incoronazione. Sullo sfondo del libro c'è catarsi nei costumi, la pomposità del vestiario pre-rinascimentale, mentre i parenti trattano la pace con la Sicilia e i d'Ang
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : I 12 abati mitrati di Sannio e Molise. Vol. 1: L' Obituario del S. Spirito di Benevento
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE


€ 55,00

Bascetta Arturo Title : Isabelle Des Baux. Vol. 3: Le peripezie del marito re esiliato a Tours
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

I volumi su Isabelle des baux a cura di Arturo Bascetta continuano a stupirci. Le cronache di Notargiacomo, tratte dalle prime edizioni originali del cronista, sono la fonte primaria che accompagna il lettori fra aneddoti e curiosità, in un continuo confronto con altri cronisti coevi ai fatti. Ma questa è la parte dell'opera che riguarda i rapporti di Isabella e il marito, specie dopo la sua morte. Perciò si va dall'incoronazione solitaria di Re Federico e dal sisma del 1498- 1499 ai Venti di guerra che disturbano Napoli e Ferrara, che portarono alla prima fuga a Ischia dei sovrani, mentre a Milano si fa festa e a Salerno tutto muta per l'invasione di Papa Borgia delle province napoletane dove vuole creare i principati per i figli. Altri presagi trascritti dal cronista riguardano Federico e Isabella negli ultimi atti notarili, post congiura dei baroni, mentre mutano le province del Regno divise a metà fra spagnoli e francesi senza Salerno, ex capitale del Regno di Puglia, usurpata da Papa Borgia. Isabella è frastornata, come risulta dal carteggio riportato in Appendice e segue con ansia le vicende di Re Federico costretto all'esilio, mentre ella stessa tenta il tutto per tutto svendendo parte della biblioteca aragonese in tutta Europa.
€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Isabella d'Inghilterra: Isabella l'imperatrice segregata a Foggia da Federico II di Svevia
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

Isabella, figlia di Isabella e di Re Giovanni, dopo la morte del padre e l'abbandono materno, visse l'adolescenza col fratello Re Enrico III che la promise in sposa allo Spupor Mundi. Le nozze furono da favola e Federico non le fece mancare un lauto pranzo, accettando la mano della sorella del Re d'Inghilterra, essendosi dimostrato il migliore offerente. Toccò al sarto della futura Regina renderla ancora più bella, sebbene ella comprasse al mercato e spesso fosse trattenuta dal germano al soggiorno forzato nella Torre di Londra. La tradizione inglese dei regali di Natale però ce la racconta gioiosa per il viaggio verso lo sposo e la festa teatrale tenutasi a Colonia, dove finalmente Isabella scioglie i veli e mostra il suo volto fra le braccia del Re. Le nozze in pompa magna e il lauto pranzo, la magia dei doni a corte per scalzare la fede sono gli elementi che già annunciano al mondo il temperamento del giovane imperatore che si allontana dalla Chiesa. Ma Federico si allontana presto anche da questa moglie, deciso a costituire un harem, simile a quello che ha visto a Cipro o a Costantinopoli, capitale del mondo antico che sceglierà dopo la cacciata da Gerusalemme. Nel mentre le accuse di eresia per lo sfrenato amore verso le altre donne e la morte del figlio Giordano, costituiscono il primo dolore per l'Imperatrice inglese di Gerusalemme che segue il marito e onora la traslazione di s.Elisabetta, sperando che la riconquista e la rinascita del Regno di Langobardia a Pavia possa concludersi presto. Ma nulla in realtà sarà come ella sognava, anzi, Isabella viene esiliata in S
€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Isabella d'Inghilterra: Isabella l'imperatrice segregata a Foggia da Federico II di Svevia
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE


€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Jeanne II d'Anjou. Giovanna d'Angiò di Durazzo. Vol. 1: Gli amanti della regina uccisi dal re
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

In questa storia ci sono tutti gli ingredienti della favola antica. Il principe azzurro sul cavallo uccide i concorrenti, uno per uno, in nome della sua amata e dell'amore eterno. La Giovanna del vero raccontato, però, non appare affatto pudica agli occhi dei cronisti, che la giudicano dedita ai libidinosi abraciamenti, benché perdonabili quando si è sovrana, giovane e bella. Ella ebbe il primo vero amore a 17 anni e lo perse, poi toccò al secondo conte, morto ucciso; per terzo scelse il camerlengo, che fece brutta fine. Per quarto, finalmente, arrivò il principe azzurro, impersonificato da Attendolo Sforza, ma fu arrestato dai concorrenti. Stavolta toccò alla bella Regina della favola liberare il suo amato, benché finisse nelle braccia di un'altra sposa non voluta. Una mossa sbagliata dei magni che indusse la sovrana alle nozze con un francese, mai voluto, e quindi da far fuori al più presto, visto che l'arguto marito stavolta la rinchiuse al primo sospetto. Ma lei scappò dalla prigionia, e questo è il bello della storia, ancora una volta liberata dal suo amato condottiero, purtroppo scoperto e messo sotto chiave da nuovi e vecchi pretendenti. Fatti d'amore e di sangue contornano questa lunga favola vera, divisa in più parti per facilitare il lettore a immergersi negli intrighi della stirpe ungherese e di quella provenzale, sempre più napoletana, padrona del reame solo sulla carta. In realtà il Regno di Napoli appare ridotto a un ammasso di castelli disfatti da guerre antiche e di staterelli al comando dei baroni. La Regina, del resto, non era padrona del feudo della Chies
€ 55,00

Bascetta Arturo Title : Jeanne II d'Anjou. Giovanna d'Angiò di Durazzo. Vol. 1: Gli amanti della regina uccisi dal re
Author: Bascetta Arturo
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