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Arturo Bascetta (Libri  su Unilibro.itLibri di Arturo Bascetta su Unilibro.it)

2024

Bascetta Arturo Title : Eresie a Napoli. L'Inquisizione 1547. Vol. 2: Coercizioni fisiche, torture e pene corporali
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È la vendetta del Vicere' Toledo, spagnolo spietato e vendicativo. La Cronaca ruota intorno alla rivolta del 1547, o meglio, ai danni causati dalla ribellione, scattata alla sola notizia di voler instituire il Tribunale della Santa Inquisizione. Non è ovviamente la rivoluzione di Masaniello del 1648, ma quella capeggiata da un suo omonimo, giusto un secolo prima. Il capo della Rivolta fu infatti tal Tommaso Aniello Sorrentino di Napoli che, in groppa a un amico, girò per i seggi della Città a radunare gente per la protesta nel nome del popolo e dei nobili. Fatto è che si dissociarono subito gli ufficiali della Vicaria, sebbene furono poi costretti a chiudere quelle carceri perché il Popolo, inneggiando al giovane e brillante Principe di Salerno intese spostare la protesta dal sordo Viceré all'amato Carlo V. Ma Don Petro approfitta della partenza di Don Ferrante Sanseverino e lancia le sue truppe a bombardare le povere case del quartiere più vicino al castello, uccidendo donne e bambini. Il popolo, invitato dal Priore di San Lorenzo, sede del Parlamento della Città, è costretto alle scuse per evitare la distruzione a tappeto. I nobili si discolpano e si tirano indietro, ma la vendetta cade subito su tre giovani rampolli fatti «squartare» in pubblica piazza. Sono in molti a ritirarsi, a cominciare dai deputati cittadini, capeggiati da Mormile che, in groppa a un ronzino prima solleva il popolo e poi dice a tutti di tornare a casa. La Città è costretta alla pace, ma l'odiato Viceré, preso di mira, scampa per un pelo a un attentato. Toledo alza il tiro e gli Spagnoli sparano su
€ 39,00

Bascetta Arturo Title : Eresie a Napoli post inquisizione: il figlio del re per giudice nelle Camere della Rota (1547-571)
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il terzo manoscritto: aggiunte e pasquini nell'istoria La vera chicca della III parte della cronaca della Historia del Castaldo con le aggiunge dell'Anonimo copista è sicuramente una figura sconosciuta agli storici che d'improvviso si intrufola nel Tribunale della Vicaria e gestisce alcuni casi penali in maniera autonoma sotto gli occhi increduli di cancellieri, giudici e reggente. È Ugedo, figlio «insano» di Filippo II, prossimo erede di Carlo V Imperatore, che la storiografia scorge lontano da Napoli, ma che in realtà le cronache di questo fantastico diario lo pongono fra i protagonisti della vita giudiziaria della capitale del Regno. Segue un'altra figura eccezionale, che già conosciamo, del fluido Principe di Salerno, il quale, con la sua modernità alla francese sfida tutto e tutti, raggirando anche i più scettici col «falso» parto della Principessa Isabella, per evitare la confisca dei beni ereditari. Sanseverino arriva a farsi beffa del Viceré, ma la coppia più amata del Regno pagherà con la vita l'essere stata ricca, felice e ammirata dal popolo, proprio per invidia di Toledo, non solo aggrappato al potere, ma sempre più spietato e vendicativo. L'attentato, la fuga, l'esilio, i dispetti: sono descrizioni che solo chi aveva vissuto da protagonista poteva fare all'abile scrittore che ce le tramanda, arrivando a descrivere il suo padrone alla corte dei nemici. E' un Sanseverino leggiadro, quasi di facili costumi ma anche dalla brillante intelligenza, pronto a sfidare Viceré e Imperatore, a stringersi alla corte del Re di Francia, a seguire il Solimano fino a Costantinop
€ 39,00

Bascetta Arturo Title : Lo scoppio di Pozzuoli. Tripergola e S. Spirito inghiottiti dal monte nuovo. 1538
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il terremoto che colpirà Pozzuoli, in realtà, aveva già dato i primi segnali, delle avvisaglie, la mattina del Sabato Santo, in quel di Napoli, come raccontano i cronisti. «Hora venendo l'anno 1538, et appripinquata la primavera stando le brigate la matina del sabato santo à gl'offici divini, et li sacerdoti legendo le profetie, venne all'improvviso un tal terremoto che sì per far cadere le chiese, e l'altri edifici, però che fu validissimo, et estraordinario. E e durò assai talché lasciati l'officio divini tutti spaventati se ne uscirno fuora de le chiese, e fu pericolo, che molti premendo l'uni à l'altro per la fretta non s'affocassero alle porte nell'uscire. Il che da savij fu per presago de futuri mali interpretati, onde le brigate remasero sbigottitei, e di mala voglia. Ne questo solo terremoto fu quello anno, perciò che venendo l'estate continui terremoti travagliorno Napoli, e Pozzuoli cossì lo giorno, come la notte, e massime nell'intrar del'autunno, in modo che molti per tema, che le case non cadessero a loro à dosso, dormivano per le piaze, e ne li campi. Ma come il sole entrò ne la libra, li terremoti furno più spessi e finalmente la sera precedente alla Festa di San Michele Arcangelo, e per dir meglio di San Gennaro, verso le due ore di notte, se sentì un valido terremoto, al quale seguì un gran tuono, come de molte bombarde sparate insieme, ne sapendi che rumore fusse quello, uscirono a le piazze le genti domandando l'un l'altro che cosa fusse. Ma non sterro molto in questo dubio, che furno chiariti da poveri pezzolani, che con le loro dobbe e figlioli a Napoli
€ 39,00

Bascetta Arturo; Barbato Anna Maria Title : Ferrante Sanseverino. Principe ribelle. Princeps salernitanis. Vol. 1: Il paladino di Napoli che attentò al viceré
Author: Bascetta Arturo; Barbato Anna Maria
Publisher: ABE

Il suo nome è in tutte le cronache del Medioevo. Visse il meglio dell'epoca, fra lusso, sfarzo e corti europee. Conobbe belle donne, cavalieri e uomini d'onore, ma la sua vita fu senza dubbia dettata dalla voglia di esistere e di sfidare continuamente le menti ottuse. Nacque orfano per vicende familiari di cattiva politica, perché fu praticamente abbandonato dalla madre - «utilizzata» dalla casa regnante per matrimoni di interesse -, alla quale deve il doppio cognome dei Sanseverino della Casa d'Aragona. Crebbe perciò con gli zii di Paestum e subito si innamorò di una bimba, Isabella, l'unica con cui giocare, scherzare, crescere. Fu senza dubbio il più giovane e ricco principino del tempo, finendo per sposare quella pupa, figlia del padrino e tutore, e divenendo presto titolare di tutti i feudi del defunto genitore, su cui si riprese la patria potestà, perduta per confisca. Il seme materno degli Aragonesi non mutò quindi la linea di sangue nell'erede della dinastia normanna padrona del Sud, invidiata e odiata dai potenti, ma amata dal popolo. Il suo impegno nella difesa delle città del Principato dagli attacchi turchi, così in battaglia, quando fu chiamato a servire l'Imperatore, fanno di Don Ferrante un fedele servitore della patria, presente tanto alla incoronazione di Carlo V, quanto nella guerra d'Africa. Ma la vita di un ribelle «ereditario», ricco o povero che sia, è complicata da vivere e da spiegare, preferendo egli costruire una sua corte letteraria, circondandosi di governatori-poeti, come il Tasso, e di professori trasferiti dall'università di Napoli a Salerno. F
€ 39,00

Bascetta Arturo; Rovito Claudio Title : 29. San Martino valle Caudina, e i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348
Author: Bascetta Arturo; Rovito Claudio
Publisher: ABE

Prima di ogni altra ipotesi che accomuna i paesi della Valle Caudina con quelli della Valle di Campobasso sarà preferibile analizzare meglio i toponimi. Non a caso il Catalogo dei Baroni, retrodatato al 1096, parla di una Valle Gauda e di una Valle Gaudina in un altro luogo del medesimo territorio. Moltre sciocchezze infatti potrebbero cadere studiando meglio la rivoluzione migratoria avvenuta dopo il sisma, la peste e l'invasione ungherese del 1348, quando molti paesi vennero ricostruiti e ben 29 furono proprio quelli del Partenio, come risulta da una bolla del 1348, quando l'inviato del papa di Avignore, Bernardo Deucio, rifondò l'arcidiocesi di Benevento e questi 29 paesi che non estevano più nei luoghi originari e furono riedificati dove li vediamo, da Montesarchio a Sant'Angelo a Scala. In primis Castrum Pontis inhabitatum, et inde ascendere Castrum Casaldoni, Castrum Campi lattari, Castrum montis Leonis, Castrum Sancti Severi, Castrum Fragneti Monfortis, Castrum Fragneti Abbatis, Castrum Sancti Georgii Molendinaria, Castrum Sancti Andreae de Molinaria, Castrum petrae maioris, Castrum Paduli cum suo suburbio, sive Casali Sancti Archangeli, Castrum montis mali, Casale Templani, Castrum Apicii cum casalibus, Castrum Moroni, Castrum Venticani, Castrum montis Militum, Castrum montis aperti, Castrum montis Fuscoli cum casalibus, Castrum Tufii, Castrum Altavillae, Castrum Cepalloni, Castrum Petrae Strumierae, Castrum S. Martini, Castrum Cervinariae, Castrum montis Sarveli, Castrum Tocci cum casalibus, Castrum Torregusii, cum casali Popisii et aliis casalibus. Volumus itaque
€ 21,00

Bascetta Arturo Title : Ricchi e poveri di Avellino. I caracciolo, il principato, le prime famiglie della piazza Nata
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Il primo principe fu Marino Caracciolo. Seguì Camillo Principe II successore di tutti gli stati paterni, il quale divenne ancora gran Cancelliero del Regno, e cavaliero del Toson d'oro. Hebbe tre mogli, la prima, Roberta Carrafa figlia del Duca di Mataloni; la seconda, Beatrice Orsina figlia del Conte di Muro; e la terza Donna Dorotea Acquaviva d'Aragona figlia del Duca d'Atri, con le quali generò molti figli, e essendo morto in Lombardia, mentre era Capitano generale della cavalleria napoletana, e che governava tutto il regio essercito, gli successe". I Caracciolo divennero forti e potenti, i signori più importanti del Regno dopo i Sanseverino. Furono a capo della Marina e della Massoneria, amarono il mare e la montagna, costruirono case e chiese, molto liberali rispetto agli altri, avendo ricoperto molti di loro il titolo di ministro plenipotenziario a Vienna durante il viceregno austriaco. "Nell'uscita di questa città verso Puglia sta posto il suo antico Castello, che dal Principe Camillo Caracciolo, è stato abellito, e magnificato, à pie' del quale si vede il Parco per la caccia di cervi, e altri animali, e un giardino abbondante di gran quantità d'acque fatte dal medesimo Prencipe venire per acquedotti da diverse lontane parti, ove in diverse maniere compartite si veggono formare varie fontane, che con belli, e ingegnosi artificij mandano fuori continuamente copiosissime acque non senza diletto, e meraviglia insieme di chi le mira, e vi è la seguente iscrittione nella Porta del detto giardino": Mulcendo per pacis Blanditias Marte Exercendaque per ludicra Martiis Pace N
€ 44,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario di Montefusco: tutti gli abitanti e i luoghi del 1700 nella città del prorex Consalvo di Cordova, sede del giustizierato spagnolo del principato ultra, divenuta provincia del regno di Napoli
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Nel 1599, come da Concilio provinciale, l'arcivescovo di Benevento ottenne la facoltà di riconferire le insigne badiali mitrate dentro lo stesso Regno di Napoli. La provincia ecclesiastica aveva 18 vescovi su 25, sebbene fossero stati 32, perché in antico comprendeva tutta la Puglia ed era chiamata Metropoli Campania: latissima est ejus Provincia decem et octo Episcoporum, licet non multum sit temporis, cum viginti quinque esset, ut in valvis aereis ipsius Ecclesiae et nomina Episcoporum, et effigies monstrant. Olim vero triginta due habuise, et Metropolim Campaniae, totiusque Apuliae appellatam esse antiquissima ipsius documenta testantur. L'arcidiacono Nicastro confermò l'uso di mitra e pastorale alle 12 abbazie antiche recensite: usum Mitrae habent; nempe S. Mariae de Strata, S. Mariae de Fasolis, S. Mariae de Eremitorio, S. Petri de Planisio, S. Laurentii de Apicio, S. Maria a Guglieto (e fin quindi ne elenca 6), in presentiarum Collegio beneventano Societatis Jesu unitae, S. Mariae de Decorata, S. Maria de Campobasso, S. Maria de Ferraria prope Sabinianum, S.Mariae de Venticano Bibliothecae Vaticanae unitae, et S. Silvestri in Oppido S. Angeli ad Scalam (altre 5). V'erano altre 4 abbazie et S[anta] R[omana] E[cclesia] cardinalibus commendatur, cioè che risultavano commisariate perché sono finite in Commenda: - S. Sophiae Beneventi, -S. Joannis in luco Mazzocca, -S. Maria de Cripta in Oppido Vitulani, -et S. Fortunati in oppido Paulisiorum. Erano poi le 3 Commende Equitum (prefettizie): - S. Joannis Hierosolymitani Beneventi, - Montisfusci, - et in Oppido Montisherculis
€ 44,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title : Delitto a Itri sulla via di Napoli. Zuppa al veleno per il cardinale De' Medici fermato dal Viceré Don Pedro de Toledo per presunto ordine di Alessandro De' Medici Duca di Firenze dopo il suo tentato omicidio che coinvolse il Cardinale Cybo
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

I delitti del Cinquecento sono infiniti. Storie d'amore e di tradimenti, politici e familiari: i gialli storici si moltiplicano solo a ripescarli dal cilindro dei secoli. È il sangue di amici e parenti trafitti che ribolle, rivoltando sottosopra gli stati della povera Italia, dalla Duchessa d'Amalfi, uccisa a Venezia, agli amori all'acqua tofana. Costumi leggiadri che colpiscono Spaccanapoli e Piombino, con gli assassinii del secolo, del Principe Appiani e della Duchessa Maria d'Avalos, per finire con Bianca Cappello a Firenze e con il Principe e la Principessa di Salerno, nelle mire del Viceré di Napoli. Il nostro prologo sulle storie insanguinate alimenta la collana sulle storie insanguinate dal potere degli uomini e giunge al Cardinale Ippolito de' Medici, giovane rampante, abbandonato da Carlo V, pronto a preferirgli il cugino Alessandro, per Duca e per genero, e a lasciarlo morire lontano dalla Patria, in odore di rivolta e avvelenato fra gli strazi. Una pena durata dieci lunghi giorni, mentre mezza Firenze si recava a Napoli per trattare con quel Re e Imperatore. Eppure Ippolito, stando al resumé storico, fu Cardinale scelto dalla sua stessa Casata, fatta tornare a Firenze per riconquista imperiale, e perciò pronto a rivendicare il posto di Duca, come erede più anziano, osannato a gran voce dai fuoriusciti e dalle famiglie più in vista. Né gli bastarono la cattedra di Monreale, la corte imperiale, i viaggi e l'essere paladino del partito di opposizione: lui voleva essere Duca. Ecco allora che la congiura si allarga e prende piede in suo nome, lasciando scoprire al ver
€ 44,00

Rovito Claudio; Bascetta Arturo Title : Venticano Campanariello. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348 nella Valle Beneventana futuro Principato Ultra di Benevento
Author: Rovito Claudio; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

30 VENTICANO CAMPANARIELLO. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348.
€ 21,00

Bascetta Arturo Title : Civitate Murcona: la contea yriana del castello alipergo fo covotate hurcona della contea di Caurato e le chiese di Santa Maria Vergine, S. Angelo, S. Marco, S. Pietro Apostolo, S. Giovanni, S. Lorenzo martire fortissimo, S. Luca
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Castello Alipergo di Civitate Caurato non fu né Buonalbergo e né Corato, per lo stesso motivo che Morcone non è Civitate Murcona e Ariano Irpino (ex Ariano degli Arianesi di Puglia) non è l'antico e imprendibile Castello di Riano degli Ariani di Yriano, fondata a suo tempo dai Salernitani di Arechi II, Principe vicario di Carlo Magno in veste imperiale d'Oriente, sulle terre dei Beneventani. Quindi le rifondazioni cattoliche delle terre feudali inglobate nelle diocesi non si possono confondere con le precedenti città di rito misto o i castelli longo/normanni siti sul finire della via Francigena, fra le lapidi troiane disseminate lungo il fiume Candelaro del Gargano. Da questo testo, che è una raccolta di documenti posti al confronto dal veterano autore, si evince come i popoli italici, fuggiti e migrati dall'antica Teate, avessero fondato e abitato l'Apulia di Teano Apulo, dopo i disordini del 950 dopo Cristo. Da qui la prima fondazione di Caurato, sul cui territorio nacque il Castello di Alipergo, di cui si fece padrone la stirpe degli Altavilla quando era capeggiata da Roberto il Guiscardo, sposandone l'erede Alberada, per poi ripudiarla per ampliare la conquista slava del suo esercito di Bulgari che l'adoravano come Re di Rama. Ne seguirono gli scontri ora con il Papa, ora con l'Imperatore e il Castello di Alipergo passò di padre in figlio, ora con un dominatore, ora con l'altro, sfidandosi per quasi un secolo la stirpe dei dell'Aquila chiamati Loritello, siciliani di Gaeta e Capua, con la stirpe degli Altavilla, siciliani di Palermo, contro i Sanseverino del Tricarico d
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario di Santa Maria Maggiore, l'urbe vetere in terra della Uria. Ricerche di genealogia e toponomastica su S. Maria Capua Vetere (CE)
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

La Terra di Lavoro è una delle quattro parti in cui si divideva il Regno di Napoli, così chiamato dalla sua capitale, ch'è Napoli, oppure Sicilia di quà dal Faro: Terra di Lavoro, Abruzzo, Puglia e Calabria, a loro volta, si frazionavano in dodici Province. Poichè la parte di Terra di Lavoro coincideva con la Provincia di Campania era anche chiamata Campagna Felice, volgarmente detta Terra di Lavoro, ma non con capoluogo Caserta, come spesso si sente erroneamente ripetere, essendo solo la metropoli sede del Tribunale provinciale. Quindi la provincia di Terra di Lavoro, altrimenti detta Campania o Campagna, aveva per capoluogo la stessa capitale del Regno. Infatti la Terra di Lavoro ha Napoli per sua Capitale, città antichissima, residenza del Sovrano, e Metropoli del Regno dal tempo degli Angioini. Per quel che riguarda il Tribunale o Regia Udienza Provinciale si può aggiungere che è formato da un Preside Militare o Governatore dell'armi, un Caporuota e due Uditori, unitamente agli Avvocati del Regio Fisco, e de' Poveri e vi lavorano un Segretario ed un Mastrodatti con i Subalterni per le informazioni, un Maestro di Camera o Esattore de' Proventi Fiscali. Oltre il Tribunale, in ogni Provincia vi è il Percettore, o Tesoriere per gl'interessi del Regal Patrimonio. La Provincia di Terra di Lavoro tiene il solo Commessario togato detto della Campania, il quale giudica in tutta la provincia e ne regge il Tribunale militare in subordinazione all'Udienza Generale di Guerra, e Casa Reale. In Campania vi è altresì un Sovrintendente, il quale, da Caporuota del Sacro Regio Consiglio,
€ 49,00

Bascetta Arturo; Barbato Annamaria Title : Il Vesuvio a tavola (la casa di Apicio: garum, hallec, flos, liquamen e altre colature), storie secolari di pesce pescato, lavorato e mangiato sulle coste di Sorrento e Amalfi, da Pompei a Salerno
Author: Bascetta Arturo; Barbato Annamaria
Publisher: ABE

E' vero che le alici non sono un piatto ricco, ma è vero anche che non sono quello povero. In questo libro si percorrono sapori e saperi antichi, quelli della casa di Apicio, dove la colatura di Alici, ma non solo, la faceva da padrone. Bascetta e Barbato riscoprono come gli antichi abitanti della costa di Amalfi e Sorrento lavorassero l'Hallec, il liquamen, flos e soprattutto Garum. Poi ci sono le novelle, le storie in questo prezioso volumetto tutto a colori. Le salse erano e sono sulla tavola di ogni ceto sociale in tutti i tempi. Il Duca di Buonvicino fa da mentore e apre le pagine del volume con una sorta di calendario culinario, le piazzò per il pranzo di mercoledì 24 luglio 1839, quale giorno migliore per consumare una pietanza a base di acciughe: le alici mollicate in cartoccio. Così il Duca: 22, Lunedi. Maccheroni alla Siciliana; Entramée d'interiori di polli con fonghi e crostini; Arrosto di pollastri; Crema di fragole. 23, Martedi. Minestra verde; Lesso di vaccina con salsa di pomidoro; Braciolette arrostite con crostini; Calzoncini fritti d'amarene. 24, Mercoledi. Minestra di frutti semplici, con salsa di pomidoro. Alici mollicate in cartoccio; Fritto di calamari Crema di cannella. 25, Giovedi. Zuppa di pane composto; Granata al bagno-mario; Canestrine di pane farsite; Sfoglio di sciroppata. 26, Venerdi. Zuppa alla santè di magro; Ordura di braciolette di pesce; Palaje mollicate; Pizza rustica. 27, Sabato. Vermicelli con pomidoro; Pesce in umido; Arrosto di mozzarelle con crostini; Biscotti di gelsomino. 28, Domenica. Zuppa di pane di Spagna; Fregandò di vitella
€ 39,00

Bascetta Arturo; Scognamiglio Gennaro Title : L'Appennino napoletano in tavola, il ricettario dei piatti e delle taverne antiche
Author: Bascetta Arturo; Scognamiglio Gennaro
Publisher: ABE

Un mago dalla cui testa escono a sorpresa sempre idee nuove. Così può definirsi Arturo Bascetta, attento studioso della storia e delle leggende della Campania, che riesce ogni volta a meravigliare con proposte che lasciano il segno per la loro validità e modernità. Cent'anni di storia delle trattorie non è una trattazione qualsiasi dato che valorizza, tutela, conserva, rispetta quella parte delle tradizioni legate alla gastronomia, al buon mangiare, al bere bene. È una rivisitazione culturale ed attuale in un momento in cui si è alla ricerca di tutto ciò che è genuino ed autentico, di quel retaggio della gens irpina che ha segnato il passato anche recente. Le trattorie hanno goduto, presso di noi, di significati che vanno molto al di là del semplice ristoro. In particolare di valori di socialità e di libertà dal lavoro duro ed alienante, dalle situazioni di disagio, da una vita di stenti. E, ad un certo punto, luogo di incontro dove a tavola, in un ambiente sereno e rilassato, dimenticare guai e vita grama. Parafrasando quanto dice Cesare Pavese nel "mestiere di vivere" si può anche affermare che la trattoria è stata "una difesa dalle offese della vita". A questo ha pensato Arturo Bascetta. Ma anche agli antichi sapori, alla esistenza calma di un tempo, alla dimensione davvero "umana" di vita dei nostri avi. Un pensiero al passato ed il rifiuto, sottinteso, di un mondo frenetico, in continua corsa, di tutti in lotta contro tutti. Di queste trattorie, di queste presenze, ombre di un passato che si vorrebbe ancora presente, esistono poche tracce. Da qui una ricerca che porta
€ 44,00

Bascetta Arturo Title : Pietrastornina (Av) nata col papa di Avignone: la mensa detta San Martino dei 29 paesi di benevento da Clemente VI a Benedetto XIII rifondati dai migranti fuggiti dopo il sisma del 1348 che distrusse il Sannio antico
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Secondo una teoria tutta nostra, la prima chiesetta nella zona del monte Vergine, intitolata a Santa Maria Vergine e Genitrice di Dio, nacque con un preposto insediatosi ora a Campora di Rotondi, ora in una non meglio identificata Submonte che palleggia l'antichità lombarda della Valle di Avellino con il luogo detto Trasmonte. Prima di ogni altra ipotesi che accomuna i paesi della Valle Caudina con quelli della Valle di Campobasso sarà preferibile analizzare meglio i toponimi. Non a caso il Catalogo dei Baroni, retrodatato finalmente al 1096, parla di una Valle Gauda e di una Valle Gaudina in un altro luogo del medesimo territorio. Moltre sciocchezze infatti potrebbero cadere studiando meglio la rivoluzione migratoria avvenuta dopo il sisma, la peste e l'invasione ungherese del 1348, quando molti paesi vennero ricostruiti e ben 29 dei circa 36 furono proprio quelli del Partenio, come risulta da una bolla del 1348, quando l'inviato del papa di Avignore, Bernardo Deucio, rifondò l'arcidiocesi di Benevento e questi 29 paesi che non estevano più nei luoghi originari e furono riedificati dove li vediamo, da Montesarchio a Sant'Angelo a Scala. Il 28 e 30 aprile 1348 Papa Clemente VI scrisse subito all'arcivescovo Balduino Treverense dell'Oppido Aquensi, Aquensis o Aquense, che rappresentava la Leodiensis Diocesis, dopo la vacazio dell'Imperio Romano per la morte di Enrico Imperatore e la seguente discordia con Ludovico di Baviera, eretico e manifesto scismatico. Lo fece poi sapere anche agli elettori imperiali: l'Arcivescovo Gerlaco di Civitate Maguntina, nelle vicinanze della Pa
€ 26,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Il viceré di Toledo: Fernando Álvarez de Toledo y Pimentel, viceré di Napoli
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE


€ 35,00
2023

Bascetta Arturo Title : Gonzalo Fernández de Córdoba: il gran capitano, con atti notarili inediti sul prorex de Napoles
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE


€ 30,00

Bascetta Arturo Title : Guizzi napoletani nella signoria di Firenze. Logge, potenze e scacchi per la festa di San Giovanni del 1326
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È come se la corte di Napoli si fosse trasferita in Toscana. Dopo aver sistemato le cose per la fondazione della certosa S. Martino, il Duca e la Duchessa di Calabria, Carlo d'Angiò e Maria Valois, partono per Firenze nel 1326, col medico Capograsso di Salerno e Cecco d'Ascoli a negromante. Il figlio viceré di Roberto, fatto Signore della Città di Dante, già divisa fra guelfi bianchi e guelfi neri, dovrà vedersela con i ghibellini di Lucca, alleati di Catalani e Bavaro. In questo libro Carlo non è quello bistrattato dalla Cronica del Villani, ma il Signore che ripristina le feste e ridisegna la Signoria, allargando le cinque cerchie ai 90.000 fiorentini, alle 110 chiese e ai mille scolari, dove spuntano le Logge coi fanali a farla da padrone, trasformando i palazzi a corti private, e dove il vizio e il gioco dei cortigiani, fra scacchi e buzzeca, e quello delle donne in fiore, con le trecce bianco-gialle, hanno preso il sopravvento sulla difesa militare. E così, mentre i duchi danno festa a Palazzo, con pranzo coreografico e scene in cartapesta, la battaglia contro Lucca s'arena per l'alleanza con gli imperiali del Bavaro Re d'Italia, sceso in campo contro Papa di Avignone e Re di Napoli, e per la perdita dell'erede. Carlo è un Signore di pace, finito quasi per caso nella Congiura di Lucca, generale del Trecento in una città come Firenze che parla napoletano ovunque. Nell'epistolario di giugno compaiono i migranti del sud, il Capitano del Balzo alle prese con il vizio plebeo del gioco, le tasse di S. Lorenzo, le punizioni afflitte a Empoli, l'esenzione di S. Casciano, l'arc
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Guizzi napoletani nella signoria di Firenze. Logge, potenze e scacchi per la festa di San Giovanni del 1326
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE


€ 35,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Don Ferrante e la campagna D'Africa del 1535: Principe di Salerno e Conte di Sarno alla conquista di Tunisi sotto Carlo V
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

In origine non fu che un orfanello. Poi crebbe con la fidanzatina del Cilento e divenne Principe di Salerno a casa del Conte di Capaccio. Era stato abbandonato dalla madre, ma ebbe lo zio per tutore. Don Ferrantino ebbe già moglie, quando si sposò con la figlia del padrino a soli 9 anni ed ebbe per Signoria la Città di Salerno, quando la Provincia fu affidata a Fieramosca. Questi gli argomenti del testo: - Padrone di mezzo Principato fin da piccolo - I Salernitani traslocano alla Giudecca di S.Lucia- A Salerno il Principino, al reame il Reuccio Carlo V- Guelfi e ghibellini durante l'interregno spagnolo- L'invasione francese e l'assedio in Costiera- La flotta "Andrea D'Oria" getta l'ancora a Cetara- La Battaglia del 28 maggio a Capo d'Orso- Napoli invasa dai Francesi, uccisi dalla lebbra- Il Viceré Principe d'Orange perseguita i ribelli- Le Terre dei ribelli date ai Gonzaga: i Ducati- Il Parlamento invia Ferrante all'incoronazione- Governatore nel Principato e poeta a Sorrento- Un nemico in casa: il Viceré Pedro da Toledo- I contrasti con Toledo padre-padrone antisemita- Saccheggi dei Barbari a Cetraro, Costa e Sperlonga- Via Barbarossa da Tunisi, muore il Conte di Sarno- L'Imperatore torna e visita i feudi dei Sanseverino- Carlo V ospite di Ferrante corteggia la Principessa
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : Il marchese di Pietrastornina: il 1799 di Francesco Federici
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

. Il libro esce dopo un'altra pubblicazione su Nicola Mazzola di Durazzano, a cura del preside Virgilio Iandiorio, e si propone di dare vita ad una intera collana tematica sui dodici eroi finiti sul patibolo per aver sposato le idee di Donna Eleonora Pimentel Fonseca. La famiglia Federici ha dato un notevole contributo alla storia d'Italia e autorevoli rappresentanti di questa nobile stirpe furono sicuramente gli altiliesi Vincenzo e Francesco Federici, padre e figlio detti dei Capobianco, processati dalla Gran Corte Criminale speciale di Cosenza con l'accusa di "attentati e cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato". Sembrava una omonimia, in realtà Francesco Federici era proprio "antico maresciallo, uomo di genio, che all'elevatezza de' talenti militari aggiungeva le cognizioni politiche, e che morì con la massima presenza di spirito" di cui parla Francesco Lomonaco, come patriota napoletano, nel Rapporto fatto al cittadino Carnot Ministro della Guerra facendolo scoprire di Pietrastornina. Questo militare, infatti, nacque proprio nel piccolo paese del Partenio, in quanto figlio di una Pietrastorninese, o forse a Napoli per essere poi allattato nella casa palazziata che portava il suo nome al rione San Rocco da una nutrice del paese, come era usanza dei nobili napoletani. In ogni caso è evidente che si tratta del Maresciallo Francesco Federici, le cui origini sono ancora discussi dagli storici, ma ch'ebbe sicuramente per titolo quello di Marchese di Pietrastornina e, per madre, una donna del posto: Gelsomina Minucci. Federici restò comunque in qualche modo legat
€ 30,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario di Salerno: famiglie, quartieri e genealogia del 1700 per ricostruire un albero genealogico dei salernitani alla portata di tutti
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È una guida storica strepitosa con le note di Cuttrera e la storia magica che filtra dalla penna di Bascetta. C'è tutto il 1700: nomi, cognomi, indirizzi, prole e paternità di ogni singola famiglia. Vediamo gli argomenti: il Banco della Pietà e il Banco dei Poveri di Napoli, Come fare un testamento dal notaio, La riforma dei Tribunali: l'avvocato dei poveri, la fiera di San Matteo. Ma il cuore del volume è rappresentato dalla descrizione singolare di famiglie e quartieri di una città racchiusa da quattro porte con S. Marrismo e S. Lorenzo extra mura. Ecco i capitoli: Ascoltati tutti i capifamiglia, tranne una decina di assenti; Solo 22 famiglie di vedove ricche e povere, e due vergini; Extra: Castello e Torre Gentile e Distretto di S.Massimo; S.Maria dei Carmelitani nell'ex Piano S.Lorenzo; Il territorio di Sant'Apollinare e i Palazzi di via Canali- Parrocchia S.Maria d'Alimundo al Monte e Casa Prignano; S.Angelo dei Marronibus e S.Bartolomeo in Plano Montis; Due parrocchie sotto S.Maria delle Grazie dei gerosolomitani; S.Gregorio, S.Margherita, S.Eufemia e Santa Giovannella; S.Pietro à Camerellis dei Crociferi di S.Cleto e S.Ciriaco; Le Piazze di fuori: S.Agostino in S.Lorenzo e le confraternite; Palazzo Candia a S.Anna, S.Lorenzo e conservatorio vecchio; Conservatorio nuovo: ex Chiesa Annunziatella ai Canali. Salerno corpo: dentro le mura con 4 porte da capodipiazza, le strade e le parrocchie; Capodipiazza e Piazza, Cassavetere, S.Matteo e gli slarghi Dentro la Città: Dogana, Botteghelle, Mercadanti, Fontana; La Galera alla Strada de' Mercadandi; S.Francesco di Paola e d'
€ 49,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario avellinese: volti e nomi fra '800 e '900. La città prima e dopo il 1861
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Prima di Pasqua, secondo tradizione, il Re lavò i piedi ad una decina di poveri, senza che nulla facesse presagire il peggio, mentre il 2 aprile 1860 i deputati di quattro dei sei stati dell'Italia si riunirono a Torino tranne le Due Sicilie e la Chiesa. Mancava un mese al primo tracollo, quando il 3 aprile, l'altro zio, il Conte di Siracusa Leopoldo Borbone, gli inviò una missiva che lo invitava a consolidare la politica estera adeguandosi ai tempi. Parole inascoltate, quelle del fratello del padre che preferiva essere salutato "colla bandiera allo stemma dei Savoia e non col borbonico professandosi suddito di S.M. Vittorio Emanuele II, solo Re degno di regnare sull'Italia". Così dirà all'Ammiraglio piemontese Pellion di Persano, nel ricevere, in cambio del suo tradimento, il titolo di Luogotenente della Toscana. L'ultimatum a Franceschiello avvenne ad aprile, mentre le spie piemontesi erano già in Sicilia a fomentare i liberali promettendo una anomala autonomia previa annessione al Regno sabaudo. Anche gli insurrezionali di Avellino e Benevento, nati fra i banchi del liceo, erano pronti. Ma divennero sempre più mazziniani che garibaldini, sentendosi chiamati alla giusta causa della rivolution, anticipando sul campo la discussione politica post-unitaria che darà vita ad una miriade di giornali locali. Questo libro spiega perché la questione dell'annessione al Piemonte fu un fatto di famiglia, un miserabile equivoco fra zio e nipote.
€ 49,00

Bascetta Arturo Title : Abecedario degli avellinesi: famiglie e ricerche genealogiche sul 1700. Ricostruire un albero genealogico è alla portata di tutti. Con documenti tratti dai rogiti dell'archivio di stato di Avellino e Napoli
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È una guida storica salernitana strepitosa con le note di Cuttrera e la storia magica che filtra dalla penna di Bascetta. C'è tutto il 1700: nomi, cognomi, indirizzi, prole e paternità di ogni singola famiglia. Risalire ai vestiti femminili per antonomasia che le donne della Valle Beneventana si tramandavano di madre in figlia attraverso la dote non è impresa facile. Possiamo però dire, alla luce delle ricerche effettuate presso gli Archivi di Stato di Napoli e di Avellino, di aver reperito, fra i volumi notarili conservati, sebbene spesso illeggibili, la raccolta di alcuni atti che si sono rivelati utili per il paragone fra i paesi della Montagna di Montefusco e del Partenio, prendendo a campione la centralità di Torrioni e di Pietrastornina, sedi di primari notai del Principato Ultra. Ricerca che potrebbe risultare non vana in un confronto fra i paesi di sopra e di sotto le due Montagne che dividono Avellino da Benevento e che frenano un'idea iniziale di similitudini storiche che non accompagnano le due valli. Stando a questi pochi, ma preziosi fogli, è stato quindi possibile capire come fossero fatti gli abiti, quelli che oggi chiameremmo costumi tradizionali, che le donne da marito, quelle definite vergini in capillis dopo i dodici anni, poi chiamate "zite" se i tempi si allungavano, portavano in dote nel giorno del matrimonio. Fin dal 1674 si conosceva il secreto del Signor Principe della Pietra Sturnina acciò partorisca subito una donna, svelato e tramandato dal notaio Gaita di Montefusco alle popolazioni della Montagna. Egli stesso suggerisce: se scrive il seguente;
€ 49,00

Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato Title : Stralci di rogiti beneventani: fiere, rendite, sposalizi, testamenti e omicidi nel 1700, fra Sabato e Calore, da Montefusco a Pietradefusi
Author: Bascetta Arturo; Cuttrera Sabato
Publisher: ABE

I panni colorati lavorati sono pregio, distinzione. Significativi a tal proposito sono in testamenti, come le ultime volontà dettate dall'uomo "seduto sulla sedia di paglia". Dettagli questi non da trascurare. L'occhio notarile è anche attento così al contesto, al vissuto. I testamenti rivelano l'atteggiamento dell'essere umano di fronte alla morte, insieme ai culti del territorio. Nel testamento di I capitoli matrimoniali così dei notai del Principato ci restituiscono una società i costumi, i modi di essere, le singolari tradizioni locali, insieme alla dote e al "notamento dei panni". Certamente una funzione significativa, che segnala la differenza e il valore dell'oggetto, viene affidata alla varietà cromatica e alla sapiente lavorazione del manufatto. Nell'elenco delle "robbe" c'è un "vestito con struscio giallo nuovo, altro vestito sottanetto di damasco rosso di color amaranto nuovo, un busto di pioppo ricamato novigno". A questo punto occorre precisare che lo studio dell'autore è abbastanza ampio e passa alla descrizione degli edifici sacri e, in modo particolare, di Apice, dove c'è la chiesa di s.Bartolomeo, "coverta di embrici", intonacata, imbiancata, con il cimitero benedetto nel 1690 dal cardinale Orsini. E dietro "suddetta chiesa vi resta un orticello con albero di celzo rosso". Sempre nella medesima Terra si registra il beneficio di s.Marco Evangelista eretto nella chiesa del palazzo ducale. Altro edificio sacro importante dello stesso centro è la badia di s.Lorenzo di patronato del collegio di s.Bartolomeo di Benevento, unita successivamente all'Annunziata di P
€ 55,00

Bascetta Arturo Title : Scartoffie beneventane. Vol. 8: Fra valle beneventana papalina e principato ultra del viceregno offeso dai francesi di Lautrec che bruciarono i casali appestati, costringendo gli abati mitrati a migrare nel confine spagnolo
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Gli Aragonesi avevano annesso il Regno di Sicilia a quello angioino di Napoli nel 1442, grazie a volorosi capitani giunti al loro seguito dalla Spagna. Fra essi vi erano i fidati Don Pedro e Don Indico de Guevara, padre e figlio, i quali strapparono agli Angioini molti feudi importanti, come Potenza, Ariano, Montecalvo e Apice. Qui ancora non si era spenta l'eco della distruzione subita dopo "l'assassinio di Andrea d'Ungheria, marito di Giovanna I d'Angiò, e l'arrivo in Benevento e nel Regno del fratello del defunto re, Ludovico, la cui presenza non mancò di apportare danni alla Città e alla Provincia: un quartiere di Benevento fu incendiato e il 7 settembre 1348, Apice, assediata dalle forze del secondo marito di Giovanni, Luigi di Taranto, venne saccheggiata e data alle fiamme, mentre dal canto loro gli Ungheresi saccheggiavano Arpaia nella loro marcia verso Napoli". La liberazione dagli Angioini appariva davvero attesa dopo anni di usurpazioni e vessazioni. "Benevento che in questo periodo (1378) si era mostrata ostile al legittimo pontefice Urbano VI, fu governata da funzionari angioini che non mancarono di fare le loro vendette contro gli avversari dell'antipapa ed espulsero l'arcivescovo Ugone Guidardi. Con le lotte che poi imperverseranno fra i pretendenti al trono di Sicilia, durazzeschi e angioini, non senza gravi ripercussioni nella città pontificia, con l'avvicendarsi di instabili governi e domini, con la distruzione di beni e l'anemia degli esili, si chiude in Benevento il XIV secolo e con esso la florida vita economica di un cinquantennio. Nella Provincia assis
€ 30,00

Bascetta Arturo Title : Vincenzo Rizzo e la sua Pietrastornina. Nel centenario della nascita: foto, ricordi, documenti
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

In un futuro non troppo lontano ci ripromettiamo di dare seguito ai volumi sulla storia di Pietrastornina, di cui già sono stati raccolti centinaia di racconti popolari, detti, proverbi, usi e costumi dalla viva voce dei contadini e dei pensionati degli anni Ottanta del secolo scorso, di cui si conservano gelosamente i nastri dalla casa editrice. Negli ultimi tempi, inoltre, sono sopraggiunti negli Archivi di Stato i documenti dell'Ottocento che riguardano il ripopolamento dei casali del paese ad opera di famiglie di mezzadri provenienti dall'area beneventana di Ceppaloni per rianimare l'antico paese che fu sede del Principato più importante del Settecento Napoletano, affidato alla famiglia dei Lettiero d'Aquino del quartiere Nido di Napoli, fra le più influenti della capitale, dove si riversarono portieri e nutrici pietrastorninesi. Questi ceppi furono accolti dai Ricci-Rizzi, che già popolavano Pietrastornina, come risulta dalla nutrita raccolta documentale di tutti gli atti di concessione dei terreni ai nuovi coloni fra Pascone, Ciulli, Luciani, Cappella, Starza, con la rinascita delle frazioni dedite alla coltivazione della vite e del grano, lungo il corso della Valle dei Tronti che collega il torrente San Martino con il fiume Sabato e divide Pietrastornina da Arpaise. C'è da dire che, fino ad allora, il grano veniva importato quasi del tutto dai paesi della Baronia di Flumeri, per la precisione dall'area di Savignano, Greci e Ariano di Puglia, dove ci si recava a caricare i sacchi sui traini per trasportarli in paese e procedere alla molitura. Dall'Ottocento, insomma,
€ 15,00

Bascetta Arturo Title : Scartoffie beneventane. Vol. 9: Finito il viceregno spagnolo si estinguono i de Guevara di Ariano e rinasce la vita nella ex Provincia dei palazzi prefettizi del Vaticano alimentando i filosofi di Chianche e la baronia dei Tocco senza S.Marco di Api
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

I Mendoza avevano inaugurato la lista degli Spagnoli di stanza a Napoli, nel 1555, con Bernardino, il quale, nel sostare a Serino, aveva dato inizio alla luogotenenza del Viceregno (1555-1556) ormai nelle mani di un Filippo II (1527-1598), dopo il ritiro del padre Carlo V (1556) e il dietrofront di Papa Paolo IV (1558), sancito dalla pace di Cateau-Cambresis.1 Re Filippo aveva ereditato un impero immenso, che ancora doveva scoprire le Filippine (1556), nuove isole a lui dedicate. Napoli sembrava davvero destinata a restare un viceregno. Sedati i malcontenti, il Mezzogiorno fu completamente degli Spagnoli, nonostante i Vicerè salternassero una volta l'anno: Ferdinando Alvarez di Toledo, Duca d'Alba (1556-1558), Giovanni Manriquez di Lara (1558), Cardinale Bartolomeo della Cuera (1558-1559). In origine Re Filippo ebbe solo due reggenti per le province italiane, uno nell'ex Regno e l'altro nello Stato di Milano, quali rappresentanti del Consiglio di Spagna. Il Generale napoletano Ferrante Sanseverino (1507-1568 o 1572) era il più dispiaciuto di tutti. Il Re non gli aveva confiscato i feudi per un pelo, almeno all'inizio. Fin da quando ancora non aveva ereditato il titolo di Principe di Salerno, si era sempre battuto al suo fianco, insieme al padre, Pier Antonio, a sua volta figlio di Bernardino. Carlo V era stato la sua unica speranza. Ferdinando il primo ad essere presente a Bologna, alla incoronazione dell'Imperatore (1530), armando a proprie spese le galee scese fino in Africa per liberare Tunisi (1535) e combattendo duramente, durante la quarta guerra contro Francesco I, n
€ 30,00

Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo Title : Guizzi di Napoli nella signoria di Firenze: la festa di S. Giovanni, logge e potentati del 1326
Author: Cuttrera Sabato; Bascetta Arturo
Publisher: ABE

È come se la corte di Napoli si fosse trasferita in Toscana. Dopo aver sistemato le cose per la fondazione della certosa S.Martino, il Duca e la Duchessa di Calabria, Carlo d'Angiò e Maria Valois, partono per Firenze nel 1326, col medico Capograsso di Salerno e Cecco d'Ascoli a negromante. Il figlio viceré di Roberto, fatto Signore della Città di Dante, già divisa fra guelfi bianchi e guelfi neri, dovrà vedersela con i ghibellini di Lucca, alleati di Catalani e Bavaro. In questo libro Carlo non è quello bistrattato dalla Cronica del Villani, ma il Signore che ripristina le feste e ridisegna la Signoria, allargando le cinque cerchie ai 90.000 fiorentini, alle 110 chiese e ai mille scolari, dove spuntano le Logge coi fanali a farla da padrone, trasformando i palazzi a corti private, e dove il vizio e il gioco dei cortigiani, fra scacchi e buzzeca, e quello delle donne in fiore, con le trecce bianco-gialle, hanno preso il sopravvento sulla difesa militare. E così, mentre i duchi danno festa a Palazzo, con pranzo coreografico e scene in cartapesta, la battaglia contro Lucca s'arena per l'alleanza con gli imperiali del Bavaro Re d'Italia, sceso in campo contro Papa di Avignone e Re di Napoli, e per la perdita dell'erede. Carlo è un Signore di pace, finito quasi per caso nella Congiura di Lucca, generale del Trecento in una città come Firenze che parla napoletano ovunque. Nell'epistolario di giugno compaiono i migranti del sud, il Capitano del Balzo alle prese con il vizio plebeo del gioco, le tasse di S.Lorenzo, le punizioni afflitte a Empoli, l'esenzione di S.Casciano, l'arcipr
€ 35,00

Bascetta Arturo Title : La breccia di Porta Aurea: 1848-1863. Liberali, reazionari e briganti a Benevento
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

In questo saggio storico, non si trova nessuna maledizione nei confronti di Garibaldi, ma vi è al contrario una visione critica, severa, senza sconti sulle origini del Risorgimento nazionale e sul processo, non sempre lineare, improntato a giustizia e privo di esecrandi fatti di sangue, che portò all'unificazione politica e statale dell'Italia. Arturo Bascetta, con la sua consolidata capacità di ricerca di documenti, diari, testimonianze le più svariate, racconti popolari, sentenze di tribunali, decisioni amministrative, confessioni e quant'altro, ci dà un quadro storico chiaro, preciso, circostanziato della fase risorgimentale della provincia di Avellino, da cui si distaccò buona parte della nascente provincia di Benevento, dal 1848 al 1863-64, e dei rapporti stretti di queste con la Napoli di Franceschiello prima e, dopo, con l'autorità di Garibaldi e della Casa Sabauda. Dinanzi ai nostri occhi passano piccoli e grandi fatti della stragrande maggioranza dei Comuni dell'ex Principato Ultra, documentati e accurati dalla certosina ricerca da topo di biblioteca che è la più grande virtù dell'Autore. Testimonianze storiche, in verità, spesso trascurate dalla Storia con la "S" maiuscola, le quali hanno un valore inestimabile per tutti coloro a cui sta a cuore conoscere i fatti delle proprie contrade, dei propri villaggi e paesi, dei propri eroi, dei propri briganti, delle imprese dei propri compaesani e delle loro azioni, eroiche o meschine che fossero, che hanno contribuito all'unità d'Italia. Vi sono episodi travolgenti e splendidi nella loro ferocia come quello della brigant
€ 55,00

Bascetta Arturo Title : Camiola madama di Siena: la figlia del mercante che gabbò il cavaliere errante. Camilla Turinga e Orlando d'Aragona Principe di Sicilia
Author: Bascetta Arturo
Publisher: ABE

Federico III di Trinacria, figlio della Regina di Sicilia Costanza di Svevia, divenne, alla morte del padre Re Pietro, l'unico signore dell'isola, in contrasto con gli Angioini di Napoli, titolari del reame dato in feudo dalla Chiesa. Cognato di Re Roberto d'Angiò, e zio di Carlo di Calabria, non si trattenne dalla guerra che scaturì fra eredi di diversa stirpe, benché le Regine trattassero la tregua. Qui entra in scena il bel Rolando, ovvero Orlando, fratellastro del successore Re Pietro II, ma figliastro senza eredità, allorquando si schierò contro la sovrana matrigna, creando non poche scaramucce in Sicilia, mentre a Napoli favoleggiava la corte d'amore, alimentata dagli ambasciatori fiorentini. Fra i ricchi mercanti toscani primeggiavano i Turinga, frequentatori dei due reami, allorquando Sicilia e Lucca, di partito ghibellino, vollero lo scontro con Napoli e Firenze, sempre più al servizio del papa. I Turinga, tedeschi di Prato, come pure i Bonfiglio, scelsero di stare dalla propria parte, proprio mentre l'eredità familiare fu acquisita dalla bella senese di nome Camilla, da tutti conosciuta come Camiola, che avocò a sé anche le ricchezze di un presunto marito. Fu a quei tempi, quelli in cui ella frequentava la Sicilia per traffici commerciali del padre e del defunto, che la giovane vedova seppe dell'Orlando battuto negli scontri alle Eolie. La flotta di Napoli aveva invaso le coste e preparava la vera guerra con i Siciliani. Rolando, al comando dell'armata isolana, sconfitto nella Battaglia di Lipari, e rimasto prigioniero a Napoli senza che alcun parente l'avesse ris
€ 35,00


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