L'undici novembre del 1939, la baronessa Lea Emminti dei Crociati di Cupaconca riceve un enorme mazzo di fiori corredato dalla dedica di un anonimo adulatore. Si scatena l'ira del marito, il barone Digito Carcaforte dei Consacrati di Puzzucùpu, centurione dell'MVSN, aspirante seniore e magari console, conosciuto da quasi tutte le donne di Messapia, nel Salento, per le sue doti virili. Arrivano altri mazzi di fiori anonimi con messaggi sempre più arditi e oltraggiosi. Ingiusti sospetti cominciano a pesare sulla baronessa Lea, vilipesa e abbandonata anche dalle sue amiche più strette, tutte appartenenti a quell'aristocrazia decadente che durante il Ventennio aveva riguadagnato un prestigio sociale tanto fatuo quanto protervo. Allo stesso modo il barone Digito, suo marito, è vittima della pubblica derisione che lo bolla come cornuto e lo spinge a cercare autonomamente il farabutto spasimante occulto. La cosa incancrenisce sfociando in somministrazioni di olio di ricino e spedizioni punitive che arrivano a rasentare il tentato omicidio. Tra le rivalità nella gerarchia fascista, l'intreccio di tradimenti, le meschine ritorsioni e i giochi di potere, soltanto il maresciallo Pio Aspino Spono riuscirà a condurre un'indagine sottile fino a scoprire tutta la sorprendente verità. Ma alla verità seguirà la giustizia?

È l'estate del 1940 quando un gruppo di amici, che si ritrovano nella località di Torre Lapillo per trascorrere le vacanze estive, s'imbatte in una misteriosa statuetta di bronzo. Il reperto, che viene attributo allo scultore greco Lisippo, diventa il fulcro centrale delle avventure dei giovani, oltre che oggetto d'interesse di sempre più persone. La curiosità e la brama verso la statuetta saranno così incontenibili da far degenerare la vicenda in una terribile tragedia che avrà luogo nel Museo Archeologico di Taranto. I lutti della guerra e gli abusi della dittatura fascista fanno da sfondo alla drammatica vicenda che resterà per molto tempo taciuta. Dopo vent'anni, la verità sull'accaduto riuscirà finalmente a emergere?

Un misterioso pacco viene fatto recapitare al commissario Maurilio Barbi nel suo primo lunedì di ferie. Il contenuto, ancora più inquietante, lo porta ad indagare su un vecchio caso avvenuto anni addietro: quello della morte della giovane Santina trovata impiccata a un albero di carrube. A emergere saranno i segreti interessi e le meschine azioni consumate intorno a Casa Santa, luogo presso cui la ragazza lavorava. I reali responsabili della sua scomparsa saranno finalmente acciuffati dal commissario?

Un misterioso pacco viene fatto recapitare al commissario Maurilio Barbi nel suo primo lunedì di ferie. Il contenuto, ancora più inquietante, lo porta ad indagare su un vecchio caso avvenuto anni addietro: quello della morte della giovane Santina trovata impiccata a un albero di carrube. A emergere saranno i segreti interessi e le meschine azioni consumate intorno a Casa Santa, luogo presso cui la ragazza lavorava. I reali responsabili della sua scomparsa saranno finalmente acciuffati dal commissario?

Revento era soprannominato "il Re delle puzzette" perché ne sganciava in continuazione. Erano puzzette micidiali, una vera arma biologica che gli costava emarginazione e derisione da parte degli abitanti del suo paese, Cimadoro, uno dei sette paesi collocato su una delle sette cime del Monte Ettipicchio. Su un'altra cima, nel paese di Cimadicielo, era nata Ventolina, affetta da anosmia e per questo anche lei emarginata e bullizzata. Tra i paesi delle sette cime si era scatenata una guerra commerciale alimentata da imbroglioni e farabutti della peggiore specie. Il Re delle puzzette e Ventolina proprio grazie alla loro diversità faranno una rivoluzione e dopo una serie di rischiosissime battaglie e con l'uso di potenti computer porteranno la pace e la prosperità a tutti. Età di lettura: da 7 anni.

Pancrazio Taranta è figlio di un ricco proprietario terriero del Salento. Alina Tracontescu cresce in un orfanotrofio in Romania. Il primo incontro tra i due avviene in un bordello di Lecce. Pancrazio se ne innamora subito, ma ha più di un segreto e Alina trova il modo per approfittarsene. Ricatti, omicidi e suicidi. Chi vince è Cosimino Cocchia, astuto amministratore dell'azienda e unico superstite di questa storia. O forse no.