Questo libro avrebbe potuto intitolarsi 'Minime Muratorie' o magari 'Minime Muralia' (tanto per fare il verso a Theodor Adorno). Vuole aggiungere un tassellino al grande ritratto della Massoneria, costruito da una ricca letteratura. La domanda che più spesso il massone si sente rivolgere (dagli interlocutori benevoli) è: 'ma insomma, che cosa fanno i massoni quando si riuniscono'. La risposta consueta è: 'filosofeggiano'. Ovvero pensano, ovvero speculano. La massoneria moderna, infatti, si chiama 'speculativa', proprio per distinguerla dalla sua antenata, la corporazione dei muratori che usavano scalpello e cazzuola ('operativi'). Insomma, i massoni parlano, e parlano molto: onde la scelta di intrattenersi qui sui 'discorsi di loggia'. I temi selezionati sono dei 'sempreverdi': parole chiave, che innescano la famosa 'speculazione' di cui sopra. Strutturato come un dizionario, lo 'Zibaldino' comprende di tutto un po', come si addice al piccolo zibaldone: saggi brevi, riflessioni tendenzialmente sulfuree e infine qualche concessione al puro divertimento e ai moti dell'anima.

Sala Rossa più che un giallo può essere definito un giallo-blu, i colori di Torino. Tra delitti, finanziamenti ai partiti, amori, avvocati, magistrati, detectives, trasmissioni televisive che pretendono di sostituirsi ai tribunali, vecchi bar e trattorie, donne di oggi e di altri tempi, vicende che si ripetono nel tempo, la vera protagonista è Torino.

Questo viaggio inizia in una Francia lacerata dalle guerre di religione, dove Montaigne cerca, con l'aiuto dei classici, un modo di vivere senza certezze e bene. Prosegue con Bacone, Galileo e Cartesio, che fondano la scienza moderna e propongono interpretazioni diverse della razionalità. Si ferma su Hobbes, che vede nel razionalismo geometrizzante la sola via d'uscita dalla guerra civile inglese. Si chiude con Pascal, il genio del Seicento, in cui convivono spirito geometrico, rigore dimostrativo, calcolo delle probabilità, sperimentalismo, finezza e fede religiosa appassionata.

Molte occasioni di riflessione hanno accompagnato la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. La Fondazione Università Popolare di Torino ha voluto contribuire con una ricerca che volge lo sguardo anche al futuro concentrando l'attenzione su quella parte della popolazione cui molto spetterà negli anni a venire: le giovani generazioni. Queste stanno attraversando una congiuntura difficoltosa che li vede 'marginali' sotto molti rispetti a partire dall'inserimento lavorativo. I risultati della rilevazione che vengono presentati in questo volume riguardano gli studenti delle classi finali di quattordici scuole secondarie di secondo grado selezionate a Torino, Genova e Firenze. Il campione di quasi mille giovani è stato stimolato su tre aree tematiche: valori e senso di appartenenza, lavoro e furturo, politica. Il quadro che ne emerge, ancorché arricchito dalle riflessioni di esperti accademici suyl tema, rimane articolato e fluido. Il dato, tutttavia, che va delineandosi è l'elaborazione di un nuovco mutamento generazionale e che, insieme a questo, lascia supporre un profondo mutamento sociale già in corso.