Correva l'anno 2002 e Genova decise, come preparazione alla sua nomina di Capitale Europea della Cultura, che sarebbe dovuta avvenire nel 2004, di organizzare, per ognuno dei tre anni (2002, 2003, 2004) dei concorsi di poesia. Il sottoscritto, responsabile di un' Associazione di volontari, denominata L'Erba Voglio, che avevano realizzato interamente un piccolo giardino pubblico su un'area comunale opponendosi ad un folle progetto di un palazzo a più piani adibito a parcheggio, decise di partecipare al concorso di cui sopra allo scopo di pubblicizzare il giardino denominato Il Giardino dell'Erba Voglio. Mai scritti versi prima di allora: questo inizio è stato lo stimolo che mi ha spinto a scrivere versi anche nei decenni successivi.

A tre anni di distanza dalla prima edizione del libro, ecco una nuova edizione arricchita di nuove poesie che confermano, qualore ce ne fosse ancora bisogno, la grande sensibilità ed il talento di Monica Menzogni anche in campo poetico. I suoi versi sono immagini e sensazioni ispirate dalla vita quotidiana. La poesia per Monica Menzogni è questo: libertà di espressione, parole che possano dare voce a emozioni semplici ma profonde. Un libro che unisce alcune poesie con le immagini di Claudio Moradei, che ha fornito le sue foto arricchendo con un valore aggiunto le pagine di questa silloge.

La vicenda è ambientata attorno al lago di Garda, dove fa finalmente ritorno il Commissario Ferruccio Rubaldi, dopo essere stato per diversi decenni in Sicilia a combattere mafia e criminalità organizzata. Proprio in questo periodo il giudice Marcella De Bernardini, moglie del commissario sparisce in circostanze misteriose e non viene più ritrovata. Le indagini non portano da nessuna parte: Marcella sembra essersi dissolta nel nulla. A dieci anni dalla sparizione della moglie, Rubaldi riesce ad ottenere l'agognato trasferimento alla Questura di Brescia. Quando Ferruccio decide di tornare a vivere nella vecchia casa di famiglia, da tutti i membri della famiglia evitata dopo la scomparsa della madre, anche Danilo e Alice, i figli, fanno ritorno nella natia Pozzolengo per riunirsi al padre, dopo anni in cui le loro vite erano separate e sparpagliate per il mondo. Ma qualcosa fa irruzione immediatamente nella loro vita e impedisce una serena riunione della famiglia. Il mistero della scomparsa di Marcella torna a minacciare la vita dei Rubaldi.

Questa raccolta è un come un reportage di viaggio. Un cammino che l'autore ha percorso nel susseguirsi delle sua esperienza di vita tra la gente e le strade, i vicoli e i meravigliosi luoghi del nostro paese, come ha intensamente sottolineato il poeta e scrittore modicano Giuseppe Macauda, che ha impreziosito questa raccolta di testi con la sua intensa prefazione.

Un fantasma aleggia per le stanze del Castello di Padernello, nella Bassa Bresciana. È quello di Biancamaria, la Dama Bianca, una figura eterea che ogni dieci anni, il 20 luglio, ripercorre le stanze del maniero che l'ha ospitata fino alla sua morte. Porta con sé un segreto scritto su pagine d'oro alla ricerca di chi la possa ascoltare. Fin qui si tratta di leggenda... o forse no. Biancamaria, figlia di Caterina Colleoni e del conte e condottiero Gaspare Martinengo, visse nel XV° secolo. La bimba nacque a Brescia in un castello che era sito in via Palazzo Vecchio. Era una ragazzina malinconica, pallida e cagionevole di salute sia nel corpo che nello spirito. Innamorata della natura, del silenzio e aberrava qualsiasi forma di violenza e sopruso e mal riusciva a integrarsi in un mondo di uomini d'arme come suo padre. Per motivi di salute, e forse di altro, fu mandata dalla famiglia a vivere nella residenza di campagna della famiglia, nel borgo di Padernello, ospite della famiglia di uno zio. Attorno a storia e leggenda, Erica Gazzoldi ha saputo tessere una vicenda delicata ed eterea come il fantasma di Padernello, il fantasma di Biancamaria.

«"Nel seno del tempo" è un viaggio intenso cha spazia dalle ricerca dell'interiorità e degli stati d'animo di Claudia, delle sue esperienza che si interfacciano con il mondo esterno a lei, quello della gente comune che si incontra per le strade».

Una raccolta di racconti, un viaggio nell'universo delle contraddizioni umane, delle sofferenze, del declino dell'etica e del rispetto reciproco, se vogliamo, a tratti, degli egoismi. I racconti che si susseguono in "Potere" affrontano tematiche reali di una società confusa, ma attraversano anche le suggestioni e le paure che vivono e sono radicate in ogni essere umano e le difficoltà che si possono incontrare ad affrontarle.

«La raccolta è composta da due sillogi che scorrono lungo un cammino di emozioni vibranti con un filo invisibile che diventa il punto di arrivo iniziato con gli altri lavori precedenti. Partendo con la prima silloge dalla spiritualità legata ai temi religiosi per poi abbracciare la quotidianità dei valori più "terreni" che portiamo dentro e che esprimiamo con le parole ed azioni verso le altre persone. Con la seconda silloge ci portiamo ancora di più verso l'esternalizzazione delle nostre emozioni, nella luce e nell'ombra di ogni respiro. Nella raccolta c'è un continuo richiamo alla nostra Anima che racchiude il modo di reagire e giudicare nei vari momenti del nostro trascorrere, come il fulcro attrattivo di ogni pensiero. Le poesie lasciano quelle impronte consapevoli o involontarie, sono il tracciato che ho cercato di trasmettere nell'umiltà di essere spirito in modo che, chiunque voglia, possa lasciare la sua impronta sulla mia».

La vita di Pietro inizia alla fine del XIX° secolo, attraverso la storia di un uomo si ripercorre la saga di una famiglia contadina della campagna piemontese che ha attraversato due guerre mondiali, combattendo anche la battaglia contro la povertà. Un suggestivo romanzo che Anna Maria Barberis ha saputo trasformare in una vicenda coinvolgente, spesso anche commovente.

In questo romanzo traspare ovunque l'amore dell'autrice per la sua terra: la sua Sicilia e Termini Imerese, la città in cui è nata e vive con la famiglia. Ed è proprio la famiglia l'asse portante di "Io non ho paura... con voi accanto". Un tema molto caro all'autrice che lo affronta attraverso la vita di Gisèle, una donna nata in Francia ma con chiare origini siciliane, che ha avuto un'infanzia complicata sia per l'assenza della presenza del padre che per aver perso la madre quando lei era ancora in giovane età. D'incanto Gisèle si è ritrovata a doversi costruire da sola la propria vita, superando non solo le difficoltà pratiche dell'esistenza, ma soprattutto il suo disagio interiore, un disagio che l'ha accompagnata fino all'età adulta, compromettendo anche la sua salute. Al suo disagio interiore, negli anni, si sono aggiunti problemi di salute che, inizialmente, Gisèle sembrava rifiutare o non voler ammettere, e che nel tempo hanno rischiato anche di compromettere la serenità di quella vita famigliare che si era costruita insieme a Giovanni, suo marito e padre dei suoi figli. Solo il grande amore di Giovanni e dei figli l'hanno aiutata a riprendere in mano la sua vita. "Io non ho paura... con voi accanto" è un grandissimo tributo alla famiglia e all'amore, Rosaria Lo Bono è riuscita a trattare temi scottanti, come la sensazione di solitudine, la depressione e la malattia, con una delicatezza e una sensibilità inusuali.

In questo libro l'autore affrontando tematiche scottanti ma che allo stesso tempo inducono il lettore alla riflessione su quello che la storia avrebbe dovuto insegnarci. Fausto spazia dalle crudeltà della guerra e delle barbarie che il secondo conflitto mondiale ci ha lasciato nei ricordi. Ma il viaggio va anche molto più a ritroso nel tempo, tornando ai tempi dell'Inquisizione e dei roghi per poi proiettarsi in un immaginifico futuro, ipotizzando a come potrà essere la vita fra qualche decennio o secolo.

"Oltre i confini" è il racconto di una storia d'amore iniziata nella clandestinità. Una domenica d'ottobre, un temporale improvviso, una situazione particolare e uno scherzo iniziato per gioco sono gli ingredienti che hanno scatenato l'irresistibile desiderio di trasgredire tra uno sposo promesso e la sorella della futura sposa. Quello che doveva essere un capriccio, uno sfizio da togliersi, si è trasformato in una meravigliosa storia d'amore. Dario e Barbara, i protagonisti principali di questa vicenda, hanno oltrepassato molti confini per realizzare il loro sogno d'amore. I confini a cui fa riferimento l'autore e che diventano un tormentone che si ripropone spesso nei dialoghi fra tutti i personaggi del romanzo, sono quelli che circoscrivono e delimitano le vite di Dario, Barbara e Bruna, la terza protagonista. Attraverso una narrazione che potrà apparire sconveniente al lettore, Aurelio in realtà vuole evidenziare l'incapacità di moltissime persone a cercare di cambiare la propria vita, adeguandosi ai confini che il destino ha tracciato per ognuno di noi, anche a costo di vivere una vita amorfa. Dario e Barbara nella finzione narrativa sono riusciti a oltrepassare i confini di una vita anonima per raggiungere la loro felicità. Saranno riusciti a farlo anche nella vita reale?

La Culla di Giuda è il suo primo thriller e nasce dal tentativo di esplorare il lato oscuro dell'animo umano che a volte si cela dietro le "maschere sociali" che ciascuno di noi indossa ogni giorno. La periferia di Brescia, una periferia uguale a tutte quelle delle grandi città, imprigionata nei classici condomini dormitorio abitati da famiglie di operai e dalla povera gente e dove disagio ed emarginazione determinano i ritmi della vita. Un gruppo di amici che tra gli entusiasmi e le contraddizioni giovanili crescono e poi percorrono strade diverse tra il bene e il male che li riuniscono nel tempo a causa di tragedie che nascono dai tempi della loro gioventù. Un personaggio alquanto ambiguo che dietro una splendente e inappuntabile immagine pubblica nasconde un alter ego feroce e violento.

Una piccola corvetta che naviga nell'oceano con compiti ingrati si scontra con situazioni strane che fanno temere la catastrofe. Passeggeri e membri dell'equipaggio, di fronte all'incomprensibile, reagiscono assecondando gli incubi peggiori, travolti da una vicenda intrisa di un realismo quotidiano che mai sembra preludere al fantastico. Il mistero è già connotato nella navigazione a vela, nel timore di cosa si nasconda oltre l'orizzonte, nei mondi nuovi che sono appena stati scoperti. Tuttavia, già nelle pagine iniziali, nella cupa descrizione del panorama del lontano mondo sudafricano - ai tempi un altro pianeta rispetto all'Europa - si percepisce una tensione che non è solo riconducibile a una vicenda storica. Il narratore è un ufficiale di Sua maestà britannica, un professionista del mare, che ha visto di tutto e tutto è pronto ad affrontare. Non è un eroe, visto che alla sua età non è neppure un capitano, ma solo ufficiale subalterno. Attraverso una scrittura piana e coinvolgente, il lettore è sospinto all'incontro con fenomeni inspiegabili che resteranno tali, perché visti con gli occhi di uomini dell'inizio del XIX secolo che non hanno strumenti per capirne i dettagli e li vivono come parte di una superstiziosa ammissione d'insondabilità.

Una nuova inchiesta della strana coppia di detective composta dall'integerrimo Commissario Gérard Leroux e dalla sua stravagante amica pittrice Petunia Désétoiles. Il caso delle morti sospette di alcuni protagonisti dell'alta moda parigina degli anni 50 si rivela uno dei più complicati da risolvere. La vicenda si svolge in Bretagna e, proprio come in un dipinto trompe-l'oeil, ma, come sempre, niente è come appare. Un susseguirsi di colpi di Scena fino alla sorprendente soluzione finale.