Il Sogno incompiuto di Michele l'Americanieddo, un emigrante di andata e ritorno dalla New York di inizio '900.

'William Shakespeare, lo scrittore più letto al mondo (dopo Karl Marx), il più prolifico degli autori rinascimentali inglesi, il più eclettico, il più colto, il più rivoluzionario autore teatrale, il più rappresentato ancora oggi sui teatri di tutto il mondo, il più amato, il più osannato, il più criticato, il più..., e potremo continuare così ancora per molto, viene presentato con una biografia ufficiale degna dei più grandi enigmi della storia e della letteratura mondiale di ogni tempo. Chi era in realtà William Shakespeare? Qual era la sua vera identità, quale il suo vero nome? In tanti si sono cimentati nella intrigante avventura di svelarne il mistero negli oltre 400 anni trascorsi dalla sua morte ma a tutt'oggi l'enigma sulla vera identità di William Shakespeare rimane un caso insoluto, un arcano quasi il fato volesse riservare al grande letterato lo stesso destino assegnato ad Omero, il più grande scrittore dell'antichità. Diversamente da Omero però, di cui ritengo che dopo 3.000 anni ogni fatica risulterebbe vana, per Shakespeare credo che si è ancora in tempo per dipanare il mistero - spontaneo o voluto che sia - che a tutt'oggi avvolge ancora la sua vita e la sua identità. Tutti noi, che con le meravigliose opere del 'Bardo' abbiamo forgiato la nostra anima e nutrito il nostro spirito, abbiamo il dovere di aiutare quest'uomo a uscire dal cono d'ombra in cui è stato tenuto nascosto per oltre quattro secoli e per chissà quale oscuro interesse di parte. Noi italiani inoltre abbiamo una ragione in più per cercare la verità sul grande scrittore rinascimentale: William

Carmine Crocco nasce nel 1830 a Rionero in Vulture e muore nel 1905 nel bagno penale di Portoferraio. Avrebbe potuto essere un onesto contadino timorato di Dio, con una moglie devota e figli affezionati. Avrebbe potuto condurre una vita tutto sommato serena, seppur nel limitato spazio di felicità concesso in quel tempo ai 'cafoni'. Ma la storia ha serbato per lui ben altro destino. Come il mare alterna stati di calma piatta a mare mosso, così la storia presenta, ciclicamente, le sue burrasche. E tale è stata per il Meridione il passaggio dalla dinastia Borbonica a quella Sabauda. Questo snodo storico, fatalmente, segna l'esistenza di Crocco, uomo dal carattere forte, irruento, non rassegato a piegarsi alle ingiustizie. Costretto a fare scelte difficili fino a diventare Generale di una temutissima banda brigantesca. Il famoso capo brigante, per molti ha rappresentato l'idea di una rivolta sociale nelle campagne di Basilicata e incarnato magistralmente il prototipo del bandito sociale. Giudicato malfattore dall'autorità costituita, ritenuto eroe dalla propria gente. Negli ultimi anni della sua vita, condannato prima a morte e poi all'ergastolo, ha vergato la sua autobiografia, stampata per la prima volta nel 1903.