«Di malerbe, lucciole, tritoni e altre storie» si pone uno scopo ambizioso: raccontare la biodiversità attraverso tessere di un mosaico fatto di parole e immagini. Passando attraverso racconti e istantanee di un naturalista, questa biografia ecologica fornisce uno specchio di riconoscimento agli amanti della natura, che, fin da bambini, hanno trascorso gran parte del loro tempo immersi in una contemplazione appassionata delle forme di vita che popolano il nostro pianeta. Quell'amore per la vita che E. O. Wilson definì biofilia: "l'innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente". Studi scientifici, aneddoti e miti corrono in soccorso della narrazione, fitte storie di organismi vegetali e animali e delle loro interazioni all'interno degli ecosistemi. Il tutto è rivolto alla conoscenza di quella che molti nominano, pur senza conoscerne il profondo significato: la biodiversità. Il libro è composto da diciannove racconti con foto naturalistiche a corredo, per un portfolio complessivo di più di 200 scatti in un libro di 192 pagine.

Imponente e invisibile allo stesso tempo, la foca monaca sta faticosamente riguadagnando spazio sulle coste del mare più affollato del mondo. I suoi segreti, racchiusi nelle pieghe delle scogliere più selvagge, vengono rivelati da tre fotografi naturalisti che hanno attraversato il Mediterraneo sulle tracce di questo leggendario predatore. Il risultato è un inedito ritratto in cui si fondono estetica e rigore scientifico.

Dall'incessante scrosciare d'acqua nel fondovalle fino ai silenzi solenni delle alte vette, passando attraverso altopiani punteggiati di fioriture dalla rara bellezza e faggete sconfinate, scrigno di una biodiversità sorprendente. Un lungo ed appassionante viaggio al ritmo delle stagioni durato ben 8 anni nella natura più autentica dei Monti Simbruini, nell'Appennino centrale, ora riassunto attraverso i racconti e soprattutto le immagini inedite di due fotografi legati alle loro montagne in maniera indissolubile.