La rivolta del '68 ebbe un nemico assoluto: il padre. Inteso come pater familias, come patriarcato, come padrone, come docente... Ogni autorità perse autorevolezza e credibilità, l'educazione fu rigettata come costrizione, la tradizione fu respinta come mistificazione, la vecchiaia perse aura e rispetto e si fece ingombro, ramo secco. Di contro, provocò la sindrome del bambino perenne, del Peter Pan egocentrico e narcisista, giocoso e irresponsabile, che nel nome della sua creatività, rifiuta le responsabilità del futuro, oltre che quelle del passato. Prefazione di Marco Fatuzzo.

Nel libro viene esaminata la scuola da un punto di vista manageriale-aziendalistico. Viene descritta la moderna figura del dirigente scolastico, nella sua duplice veste di punto di riferimento del progetto formativo scolastico e di responsabile del raggiungimento degli obiettivi operativo-strategici della suola-azienda.

La rilevanza che il testo di Della Pura offre è quella di essere, insieme a pochi altri, un momento di passaggio tra la letteratura avente per oggetto narrativo la lanterna magica e quella riguardante il cinematografo, segno di una maggiore diffusione storico-sociale e di consapevolezza della nuova tecnologia.

Leggendo le pagine di questa profonda ricerca del professore Vincenzo La Rocca, emerge prorompente l'altruismo dei floridiani, sentimento che nel tempo si è materializzato con progetti mirati, iniziative benefiche, istituzioni la cui memoria è ancora incisa nel ricordo collettivo.

Il testo analizza il processo che si attivò in Sicilia durante la Grande Guerra e che coinvolse non solo i militari ma anche la popolazione civile senza distinzione di età e sesso; un processo a cui hanno partecipato i 55.000 caduti siciliani... I diari, le lettere, le commemorazioni, i registri di scuola, i fascicoli processuali delle rivolte delle donne hanno permesso di ri-dare identità ai soggetti storici persi e dispersi nel rivolo dei grandi numeri della storia... Ed infine la storia del cibo e dell'alimentazione, condotta attraverso l'analisi dei ricettari e dei dettami governativi tanto per i civili quanto per i militari dimostra, come fuori dal contesto geografico di riferimento, la guerra è e rimane sempre «una guerra in-fame».

Attraverso il racconto di alcuni casi da lei seguiti, l'autrice propone le vie alternative per gestire le relazioni familiari nei momenti più difficili, trovando punti di equilibrio che favoriscano la serenità dei minori.

Ogni personaggio di questo libro è portatore di una serie di domande, a cui non riesce, e talvolta non vuole, trovare risposta. Le varie domande, personali o universali, intrecciate tra loro, affiorano tra le pagine e formano il discontinuo e sfilacciato sentiero conduttore del racconto.

Avola 1375. Il paese che ospitava il castello del Barone Federico Orlando d'Aragona, signore e padrone di un feudo copiosamente abitato da gente mite dedita alla campagna e alla pastorizia, si ribella. Gaetano Gubernale scrive il racconto storico "Federico D'Aragona ovvero "La rivoluzione avolese del 1375". Un delitto annunciato, una rivoluzione che sconvolge gli assetti socio politici dell'intera Sicilia, un re poco incline al governo. Dall'analisi degli eventi emerge un dato che accomuna i protagonisti legati alla nobile famiglia di Aragona. Il 1296. Un anno che unisce re Federico III di Sicilia, suo figlio Orlando Federico e suo nipote Federico Orlando. In appendice è riportata la ristampa anastatica del manoscritto inedito di Gaetano Gubernale.

"Il mio quartiere, era una zona di frontiera; un posto in cui se ti affibbiavano un soprannome o un'ingiuria eri segnato per sempre. I bambini non avrebbero perso tempo a prendermi in giro tappandosi il naso e imitando la mia voce nasale, poiché l'ignoranza regnava sovrana, pensavano che se uno aveva un difetto di voce, aveva pure dei ritardi mentali, quindi lo scemo del quartiere. Prima che scaturissero tutti questi pensieri, tra me e me dovetti escogitare qualcosa per non finire alla gogna. Decisi, da quel giorno, di indossare una maschera, la mia maschera di supereroe, di me stesso. La maschera di "Angelo il pazzo", il violento, quello che non ha paura di niente, e che riesce a fare cose di cui gli altri hanno paura. Quindi il primo che mi prese in giro, anche se più grande, lo menai, poi di seguito menai "Bruno 'u picuraro" terrore del quartiere, spaccandogli una bottiglia di vetro sulla schiena."

"L'artefice fu una cartella della tombola, perché lì stavano giocando alla tombola e naturalmente mi sono messa a giocare anche io, ma durante il gioco mi sono lamentata delle cartelle che mi erano stata assegnate. Dissi che quelle cartelle non erano abbastanza pulite ed era per questo che non vincevo mai. "Non pulite" è una definizione non adatta, ma è così che andò: uno dei figli si avvicinò a me con un tovagliolo dicendomi "Signorina la pulisca con questo tovagliolo" porgendomelo."

La Sicilia degli anni '60 fa da sfondo ad una storia che si snoda attraverso il legame intellettuale, nato per caso, tra un giovane universitario, assetato di conoscenza, ed un frate francescano, all'apparenza anonimo, che insospettabilmente rivela una vivace intelligenza, profondi convincimenti ed una idealità per la sua terra natia. Un fitto dialogo destinato a durare nel tempo e che porta a confidenze inaspettate. Proprio nel 1968, anno drammatico che traccia un indelebile solco nella vita di una generazione, il francescano, dal carattere instabile, costantemente contro corrente e dalla vita avvolta da fitto mistero, vede crollare tutti gli ideali della sua esistenza.

Chi potrà mai dividere il cuore dei napoletani da quello della loro città? E chi potrà separare il cuore del napoletano, perdutamente innamorato di Napoli, dalla bandiera, dal vessillo, dal segno della rivalsa nei confronti della vita che si chiama Associazione Napoli Calcio?

Il testo si propone di idealizzare i principi della Meccanica, ritenendoli applicabili non solo ai fenomeni terrestri, ma anche al moto dei corpi celesti.

Il titolo di questo volume prende le mosse dal fortuito ritrovamento delle rivelazioni di Antonio Princi, che vedremo sarà uno dei compagni di Musolino, ma anche colui che lo tradirà tentando di farlo arrestare.

L'obiettivo di questo libro è quello di rispolverare e far rivivere ancora oggi la lingua siciliana, patrimonio culturale che va difeso e la cui conoscenza va diffusa assegnandole la nobiltà che merita. Essa rappresenta l'identità di un popolo; quello siculo, le sue radici, la sua cultura.

L'autore, in questo testo, ci propone uno scorrevole "itinerario storico", che muove dalla fondazione delle prime colonie greche sulle coste della Sicilia, fino alla sofferta conquista del diritto di entrare a far parte del Regno d'Italia. Nello sviluppo delle vicende storiche il testo fa particolare riferimento agli eventi politici e naturali di cui Siracusa fu protagonista, con occhio attento, però, a quanto avveniva nel resto della penisola e dell'Europa, condizione indispensabile, d'altronde, per comprendere a fondo le cause e gli effetti.

Quanti di noi vorrebbero veramente avere la possibilità di bere l'elisir di lunga vita? E quanti vorrebbero invece entrare in possesso della pietra filosofale per tramutare il piombo in oro?

I padri della Scienza Politica moderna, Bobbio e Sartori, a confronto sui rispettivi concetti di politica, ideologia e democrazia, attraverso un'analisi filosofica e politologica.

Ciascun periodo ha l'arte che si merita, proprio come la politica. L'arte è lo specchio che riflette, a suo modo, la società dalla quale prende vita, pertanto essa assume un compito di fondamentale importanza. Il concetto che l'artista elabora e trasmette non è semplicemente un manufatto artistico, ma diventa un trattato filosofico e sociologico e quindi, l'artista ha il compito di osservare, decifrare, analizzare e comprendere la realtà a lui contemporanea.

Che l'uomo sorrida di se stesso e mai più della natura, salvo che questa non lo provochi - come fu per Leopardi - è un dato letterario non solo del nostro tempo, come lo dimostra la rassegna di teatro che precede il racconto finale di questo volume. L'autoironia appare come come un sublime gioco liberatore che scioglie le psicosi che ieri e oggi ci agitano. Ma è un passatempo che ci brucia. Tale evidenza prova come la nostra crescita spirituale, dal classico Goethe, dal romantico di fatto Platen, fino al realista Mann, si ha a condizione che si abbia il coraggio di ridere di se stesso.

Favola per bambini - "Quando riaprì gli occhi si accorse che stava volando, sì, proprio così, Simeone stava facendo una cosa che lo rendeva unico". Età di lettura: da 3 anni.

Quella Pace universale invocata, cercata persino con le armi, nei tribunali, gridata sul solco della Giustizia che ne è il terreno per la semina, urlata dalle carceri, come segno della revisione delle coscienze... quella Pace che tace come un sasso conficcato nei luoghi oscuri di tortura e deportazione sparsi nel mondo... quella Pace rinnegata dal buonsenso geopolitico, soffocata dalle logiche incontrovertibili dell'esercizio del potere... quella stessa Pace calpestata, manipolata, giocata a dadi sulle sorti dell'Umanità, dei popoli, della gente, delle famiglie, dell'individuo, degli oppressi, abita dietro le porte che abbiamo accanto, nasce lì, con un piccolo vagito che spesso fatichiamo a sentire.

Questo studio intende focalizzare la propria attenzione sui feudi come unità terriere circoscritte, legate alle sorti dei lignaggi familiari che le possedettero. Due le linee guida, terre e famiglie, l'analisi di un binomio indissolvibile che ha segnato profondamente i processi storici del territorio siciliano.

Quanto segue potrebbe provocare sommovimento in alcuni anglofili, ma relata refero, absit iniuria verbis. È importante fare chiarezza su punti oscuri nel rispetto della verità storica. È ovvio che c'è ritrosia negli inglesi dovere ammettere che il simbolo della loro cultura sia italiano come sarebbe per noi se si dicesse che Dante è inglese.