Da metà Ottocento alla Grande Guerra, dal Secondo conflitto mondiale fino a incursioni nella distopia e in un futuro ucronico, questi racconti si snodano lungo una progressione di generazioni che incarnano differenti volti dell'impotenza dei singoli di fronte all'onda d'urto della Storia. È una risalita genealogica che dagli scenari risorgimentali conduce ai campi di battaglia della Grande Guerra, dalla Resistenza nel Nord Italia al pericolo di estinzione globale in un domani sinistramente facile da immaginare. E pur sperimentando vie diverse - romanzo storico e memoir, autofiction e fantascienza - e arrivando a forzare i limiti stessi della forma narrativa nel racconto che chiude la raccolta, Gian Corrado Stucchi ci riporta sempre all'essenziale, alla forza palingenetica del ricordo, fondamenta di nuova speranza.

'L'io è una casa fragile che continuamente ci troviamo ad aggiustare nella speranza che tenga (Una casa fragile / costruita con incerto mestiere). Certo che però tutto intorno le cose cambiano, «e questo è dolore più grande» direbbe Marcel Proust. Forse è vero che siamo solo insettucoli che descrivono cerchi sulla propria pietruzza, come si trova a scrivere l'autrice in Meditazione, ma il viaggio dobbiamo pur compierlo. E non quello a bordo dell'Apollo 11 (O luna, i passi pesanti dell'uomo / hanno osato raggiungerti.) ma uno più interiore, che richiede una energica sterzata dello sguardo. Perché, in fondo, vivere vuol dire «contare i giorni, ogni giorno».'

Lei, lui, l'altra. La più celebre formula alchemica delle relazioni umane. Una storia semplice, come sempre, eppure insondabile come lo sono i sentimenti e le loro infinite combinazioni. Francesca, moglie devota che ha rinunciato alla carriera per dedicarsi alla cura della famiglia, scopre che il marito, affermato avvocato, ha un'amante. Ma piuttosto che fare una sfuriata e mandare tutto a monte, stringe i denti e inizia a delineare la sua strategia, che consiste essenzialmente nel capire. 'Maschia Alfa' non è soltanto la cronaca di un tradimento e di ciò che comporta all'interno di una famiglia; è una partita a scacchi avvincente quanto spietata, in cui l'azzardo del desiderio e il peso delle vite in gioco sono le pedine da smuovere con maliziosa esperienza, e la consapevolezza che, comunque finisca, non ci saranno né vincitori né vinti.

Andrea Trabucchi, per gli amici André, è un uomo che ama le sfide. Ristoratore di successo nella sua amata Bormio, si è reinventato una vita dopo che un incidente ha messo fine alla sua carriera di sciatore professionista. Non poteva prevedere però che l'assassinio di una ragazza, pattinatrice della nazionale austriaca, lo avrebbe spinto a reinventarsi anche come detective. Costanza Pintori ci regala un avvincente giallo tra le nevi e un nuovo, affascinante personaggio di ristoratore-detective, capace di raccontarci dall'interno l'amore per la montagna e le sue tradizioni e, insieme, i riti, gli interessi e le tensioni di una località turistica alle prese con l'inaugurazione della nuova stagione invernale, mentre l'ennesima ondata di isteria mediatica intorno al 'giallo del momento' rischia di far saltare tutto.

Chi ha ragione? Una domanda che è più di una tentazione; quasi un istinto inconfessato e irriducibile di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza, epicentro della nuova escalation del conflitto israelo-palestinese in conseguenza dell'attacco terroristico sferrato dai miliziani di Hamas il 7 ottobre 2023. Come se la maniera migliore di sciogliere uno dei nodi geopolitici più complessi della Storia fosse quella di tirare il laccio della morale verso l'uno o l'altro dei due contendenti. Questo libro breve e di facile consultazione è pensato per chi, negli ultimi giorni, sentendo menzionare in tv la risoluzione oONU del '47 o la guerra del Kippur, gli accordi di Camp David o il massacro di Sabra e Shatila, si trova un po' disorientato e gradirebbe un 'riassunto delle puntate precedenti': l'unico modo per evitare di distribuire sbrigativamente torti e ragioni o, almeno, per sostenere la propria opinione con una maggior conoscenza dei fatti.

Ecco a voi Luca. Un Holden Caulfield dei quartieri bassi. Scabro, duro, spogliato degli orpelli da scuola privata. La sua vita si trascina a Villaggio Mulino, luogo immaginario e simbolo di tutte le periferie urbane del Nord Italia. Osserva persone, riti e gesti dell'unico mondo che conosce, come se tutta la violenza e tutto l'amore, il disincanto e la speranza, gli sforzi di redenzione e la condanna acquistassero senso solo se fissati nel racconto, nella capacità di frugare tra strade, palazzi e vite consumate attorno a lui, ricreando e nutrendo il prezioso talento di chi sa disinfettare ogni ferita senza cancellarla. La mia stupida e inutile vita a Villaggio Mulino non è soltanto un romanzo di formazione. È conoscenza ed esperienza: di uno spazio dove il primo bacio, lo spaccio, l'acquisto di una pistola, la fede di una madre, ogni cosa è urgente e niente importante...

Una madre e la sua bambina. E un gioco che si chiama racconto. È questo lo spazio in cui rievocare una vita, assecondare la memoria con un'energia che contrasta l'istinto di protezione e chiusura rispetto al mondo. Durante una giornata trascorsa alla Galleria Nazionale d'Arte Antica a Palazzo Barberini, sarà il quadro con il ritratto di Beatrice Cenci a parlare al posto della madre, facendo emergere una storia di abuso e coraggio che è come un apprendistato su cosa, ieri e oggi, significhi essere donne. Tra memoir e fiction, Storia e presente, Anna Rubino trasforma la vicenda di un'eroina femminista ante litteram di fine Seicento, giustiziata a soli 22 anni, nel riflesso di un dolore emblematico, quello di cui è intessuta la storia di molte, troppe donne. Eppure, dipanando con coraggio e senza sconti il filo doloroso dei ricordi, sa affermare l'unica possibilità di riscatto dell'Io di fronte al passato: riviverlo nella testimonianza della scrittura, intrecciando verità e distorsioni dettate dalla distanza.