Tutto ciò che è vita muore, per rinascere. Niente è eterno. La nostra esistenza è precaria. Siamo noi, con le nostre emozioni, a creare i mondi dentro di noi. La nostra umanità è come una zattera nella tempesta. Quando muore l'empatia, l'amore e la compassione, diventiamo esseri dal cuore di pietra. Nessuno può fermare la vita. Quando sembra che il mondo sia finito in cenere, ci sarà sempre un filo d'erba che cresce. La vita è il tempo e lo spazio che ci circonda. A volte il tempo gioca con noi. È il gioco del tempo che ci inganna e ci fa credere nell'eterno.

«Ragguagli» chiama Silvio Ramat questi suoi interventi critici su alcuni poeti novecenteschi, protagonisti delle pagine qui raccolte a testimonianza di una copiosa attività recensoria svolta nell'arco di parecchi decennî. Vi si registrano sette storie poetiche esemplari, ciascuna a suo modo coerente e mutevole, tra una piena fedeltà alle proprie radici e sorprendenti innovazioni, siano esse un portato dei tempi o rispondano a più segreti impulsi. Accanto alla 'triade' fiorentina - Luzi, Bigongiari, Parronchi -, sempre più divaricata nelle singole individualità, il quadro include altri autori di quella medesima generazione - Caproni e Sereni -, parimenti indispensabili a definire la fisionomia di un secolo; così come lo sono Bertolucci e Fortini, fra loro dissimili nelle forme e negli argomenti ma pur sempre lavorando, tutti, sull'implicito postulato di una 'grandezza' della poesia.

Caro nipotino, questo libro lo scrivo per te che mi chiedi sempre, prima di addormentarti, le storie vecchie, quelle di una volta ed, in particolare, quelle della tua pro... prozia Gemma che, dopo la sua lunga vita, ci ha lasciato un anno fa. Tu l'hai conosciuta, ma forse da grande non potrai ricordarla, perché eri ancora piccolo quando lei se n'è andata, ormai troppo carica di anni e malanni. Ma anche lei, come te, è stata bambina e ne ha combinate di cotte e di crude, poi è diventata grande e ci ha lasciato tante storie di lei e della vita di allora che, credimi, era tanto diversa da quella di oggi. A me il compito di raccontarti quelle storie passate, di farti capire quanto il mondo è cambiato, ed anche quello, ben più difficile, di lasciarti i ricordi della tua famiglia passata, dei tuoi avi, insomma. (...) Età di lettura: da 6 anni.

L'incantesimo è un titolo che già di per sé racchiude l'essenza della poesia: un'arte che sa incantare, liberare e trasformare. Anna Mariottini, con la profondità delle sue parole, ci invita a scoprire non solo il mondo racchiuso nei suoi versi, ma anche il potere universale della poesia, capace di mettere insieme testa e cuore, creando una sintonia che allevia il peso della quotidianità e apre nuovi orizzonti. Come dice la poetessa nella sua Introduzione, questa raccolta nasce dal desiderio di far comprendere che la poesia, lungi dall'essere un esercizio elitario o difficile da interpretare, è un'arte che invita alla trasparenza e all'immedesimazione. Le sue pagine ci permettono di ritrovare noi stessi, rispecchiandoci in una frase, in un verso, in un'emozione condivisa. La poetessa stessa ci incoraggia a superare il timore di fronte alla poesia, mostrandoci come, attraverso pochi e semplici vocaboli, sia possibile aprire nuovi mondi e scoprire una nuova visione della vita. (...)

«'Caro signore, lei sta morendo, e morendo di cancro'. A una cosa così si può reagire con la fede, la disperazione o la filosofia, quella che ti insegna che se la vita ti sta prendendo in giro, tu puoi fare altrettanto con lei. 'Tratto da una storia vera', si dice in genere: e ti credo, è la storia mia!»

Chi mai può aver scritto questa cosa sui muri? Quale pulsione lo avrà spinto a farlo? Che significato ha rievocare con una gran festa in costume una dolorosa guerra civile di tanti secoli fa? Quali sentimenti o interessi muovevano i nostri antenati ad armarsi per uccidere e farsi uccidere odiandosi così profondamente? Qualcuna di quelle antiche passioni dorme ancora in qualche anfratto del nostro inconscio? Ora la battaglia sta per avere inizio, prima che alla violenza sia dato libero sfogo, rispondi: tu da che parte stai? Le storie che troverai in queste pagine non sono state pensate per essere lette ma per essere raccontate. Il racconto è per i colligiani; tuttavia, se qualcuno forestiero lo vorrà ascoltare, noi lo accoglieremo secondo il nostro costume, facendolo sentire uno dei nostri e stimandolo in tutto e per tutto come amico e concittadino.

La silloge Amorum Cantus propone nelle sue prime quattro sezioni versi liberi ed endecasillabi sciolti su alcuni miti greci suggestivi ed ancora attuali per i temi trattati, e su paesaggi naturali che suscitano emozioni e riflessioni sulla realtà contemporanea, ma è presente soprattutto uno scavo dell'autrice nel proprio vissuto affettivo secondo la declinazione dell'Amore suggerita dagli Antichi: Eros, Philìa, Storgè e Àgape. Nelle altre quattro sezioni, articolate in sonetti andalusi, insulari, ellenici e pelagici, emergono attraverso una Natura seducente e variegata, tematiche 'esistenziali' urgenti, collegate a contenuti artistici e storico-culturali.

In viaggio con Paolo è un viaggio narrativo attraverso le esperienze di un esploratore che ha intrapreso un'affascinante avventura nel mondo postsovietico. Tra il 2013 e il 2018, l'autore ha attraversato territori ricchi di storia, cultura e trasformazioni, da Varsavia a Yerevan, da Kaliningrad a Vladivostok. Ogni tappa è raccontata con sensibilità e precisione, offrendo uno spunto profondo sulle realtà locali, dalle città russe più iconiche alle regioni più remote. Con il supporto di foto evocative e un'intervista finale che esplora il suo impegno di scrittore e viaggiatore, questo libro invita a immergersi in un'avventura che va oltre il turismo, alla scoperta di un mondo complesso e affascinante.

Magnifici, già dal titolo, questi piccoli saggi polverosi di Marina Pratici: nati come relazioni in sede congressuale, mantengono in forma scritta la stessa effervescenza espressiva, mirabilmente coniugata con una conoscenza solida e vastissima. Un libro, originale quanto rigoroso, abitatissimo, dove i grandi della Letteratura universale - da Fogazzaro a Wilde, da Hoffmann a Pirandello, da Eliot a Ungaretti, da Swift a Proust - parlano per voce nuova. Un'opera imperdibile. Augustine P. Martel Docente universitario traduzione di Jean Paul Salgassi.

L'autore, appassionato escursionista, ha voluto condensare le proprie esperienze in questa guida, pensata per coloro, soprattutto giovani, che intendono dedicarsi a questa attività anche al di fuori dalla partecipazione ad escursioni organizzate dalle associazioni che operano in questo settore. Ne è risultata un'opera suddivisa in tre parti. Nella prima vengono forniti dei consigli pratici su come organizzare ed effettuare un'escursione, dalla programmazione dell'itinerario all'equipaggiamento necessario e alle regole di sicurezza da adottare. La seconda parte illustra gli elementi del territorio che è possibile osservare durante un'escursione come aspetti fisici, organismi viventi e opere dell'uomo. Infine, la terza parte è costituita dalla presentazione di 111 escursioni effettuate dall'autore in provincia di Arezzo. Per ognuna di queste escursioni sono fornite una mappa del percorso, una breve descrizione ed un profilo altimetrico, oltre ad alcuni dati essenziali quale lunghezza, dislivello, difficoltà e periodo più adatto per la gita.

Cinque amici di varie nazionalità, ognuno con i suoi tempi, giungono a considerare raggiungibile e degna di ascolto la straordinaria essenza sovrasensibile della città nord africana di Tripoli in Libia in cui risiedono e nella quale alcuni di loro sono nati. In effetti, tale spiritualità non fuoriesce più di tanto da una spiegazione 'umanamente plausibile' e rimane in un ambito al confine con la realtà non facilmente percepibile al primo impatto. Nostalgica di un passato ricco di sani principi gelosamente conservati tra le sue mura, la città stimola i cinque amici, anche loro stanchi della quotidiana sensazione di oppressione in cui la dominante prepotenza li costringe, a progettare un piano infallibile con un'arma paradossalmente semplice, per colpire gli oppressori ovunque si trovino. Il progetto, da realizzare nel breve volgere di due missioni (viaggi), si dipana in un ambito ricco di significati simbolici. I percorsi, gli odori emblematici e la costante presenza mistica della città, seguono la nascita e lo sviluppo della della splendida civiltà occidentale, dalla Magna Grecia a Roma, a Firenze e la deriva verso cui è stata pian piano indirizzata. (...)

Maria ha chiuso la sua storia con Marco. Insieme a Roberto si trasferisce a Parigi dove ricomincia una nuova vita. Lui è assunto nella ditta di Mario, suo cugino, mentre lei trova impiego in una boulangerie. Nuovi colleghi di lavoro e il fascino di culture lontane. Abdul è un ragazzo algerino musulmano che ha solo un permesso di soggiorno come studente. Nel suo passato ci sono verità nascoste che torneranno alla luce. La morte di un suo amico in un regolamento di conti per spaccio di droga lo costringerà ad affrontare la realtà e a fare delle scelte. Édith è una ragazza ebrea dal carattere riservato, braccio destro di Mario, a capo dell'ufficio dove lavora Roberto. Non ha seguito le orme dei fratelli che invece lavorano nel negozio di famiglia. Ha sempre voluto dimostrare la sua indipendenza decidendo da sola anche a chi donare il suo cuore, all'insaputa dei suoi genitori. Certe cicatrici restano indelebili per sempre. Il perdono è l'unica strada per poter tornare a vivere e ad amare. Il passato non lo possiamo cambiare ma domani è un altro giorno e il destino ha sempre più fantasia di noi.

(...) La poesia di Stefano Peressini prende in esame la libertà e il tempo, due problemi da girare la testa, che strutturano la sua concezione dell'esistenza attraverso motivi accennati e lasciati, ripresi e approfonditi. Il suo nuovo libro non studia soltanto le modalità psicologiche della libertà e del tempo, ma anche il loro fondamento metafisico, che oltrepassa l'ovvietà del quotidiano per congiungersi all'uomo nella sua coscienza concreta e alla sua difficoltà di essere. E ciò richiede una testa ricca d'idee e di linguaggi selezionati. Ma proprio per questo si grida contro il pensiero che rifiuta di identificarsi con gli impresari della banalità. (...)

Leggendo questa nuova silloge di Michele Naletto, non si può sfuggire alla forte impressione di trovarsi di fronte a una poesia sapienziale e in qualche modo oracolare: le poesie qui raccolte non sono semplici versi, ma perle di saggezza che trascendono il tempo e lo spazio. Ogni parola è scelta con cura per offrire una riflessione profonda sull'essenza della vita, la natura, l'umanità e l'universo.

«...Clarissa sapeva attendere, seguiva sempre il suo padrone e attendeva il momento che Pablo avrebbe penetrato quei suoi occhi neri, misteriosi come le imboccature delle gallerie autostradali...»

Attraverso una scelta ponderata degli episodi più significativi della sua esistenza l'autore cerca di dare una direzione e un significato alle azioni e ai pensieri che l'accompagnano e lo condizionano negli anni. Ne nasce una storia intensamente vissuta attraverso i sentimenti, le riflessioni, gli eventi e i rapporti familiari e non solo. L'autore scava dentro se stesso per capire e approfondire le scelte di vita, così come l'influenza del mondo esterno sui suoi comportamenti. La lotta interiore così concepita causa spesso sofferenza, ma può arrivare talora a momenti di piena realizzazione. Al centro della narrazione sta sempre l'uomo nella complessità del suo essere e nella ricerca continua della sua vera dimensione.

Un nuovo modo di fare fumetti! Just a Cartoon parla dello sfortunato Frogleen e del diversamente intelligente Tonto, due cadetti spaziali che girano per l'universo in nome delle forze del bene, affrontando buchi neri, alieni carnivori e, cosa peggiore di tutte, un capo incompetente. Ma qualcosa di più oscuro e reale minaccia le loro spensierate disavventure. Qualcosa che cambierà le loro vite per sempre.

Vivere con l'amore che riscalda le parole del nostro cuore, anche quando la vita rotola affranta verso le ignote sponde del domani.

(...) La Teoria del Tappo, indirizzandosi in forma esplicita al Ministro dei Trasporti, prende in esame la possibilità di una riforma del Codice della Strada, sia nella concezione teorica che nella pratica segnaletica. Una riforma con un soggetto protagonista d'eccellenza e finora trascurato: l'automobilista definito nell'uso comune tappo. Chi è il tappo? Il tappo è l'automobilista eccessivamente lento. Il viaggiatore tanto rispettoso del Codice - a tal punto, paradossalmente, da non aver bisogno di rispettarlo - da essere a sua volta in errore, ma per difetto. Un soggetto anche pericoloso, e causa di tante sfortune per tanti automobilisti, cui tutti, prima o poi, siamo andati incontro. Di cui tutti, una volta o l'altra, hanno vestito i panni. (...)

(...) È questo un libro agile e denso, scritto con passo deciso e misura elegante, sorretto da un costante spirito critico che offre un bell'esempio di esserci, essere cioè presente e operante nel cuore della propria terra (la Calabria), osservandola con encomiabile scrupolo, in un arco di tempo che va dal 1993 agli anni Duemila, e oltre fino all'era covid. Un giornalismo di analisi e di riflessione, che matura ed evolve, diventando un libro costruito da un intarsio di microsaggi. I temi sono i più vari: l'economia europea, Foscolo professore a Pavia, mecenatismo e arti, il significato della istituzione dell'esilio (dall'Alighieri a Mazzini). 'Battaglia Calabra' la sede delle sue meditazioni. Se l'effimero è la carta del giornale usa e getta, l'obsolescenza della mera notizia, il viaggio oltre segna le coordinate del giornalismo di riflessione. Una letteratura di pensiero (...) Marino Biondi

'Desidero onorare con questi versi il recente incarico di custode della Villa; del cavalier Pettini, di cui ignoro l'aspetto e le vicende personali, ho ereditato l'amore per i luoghi e i beni che oggi mi appartengono. Gran parte della mia opera ho concepito tra queste mura, spronato dalla voce eterea dei libri, la presenza di altre dimensioni, lo scorrere inesorabile del fiume che chiamiamo Tempo. Ore di malinconia e ozio operoso hanno accompagnato quelle 'soavi cure' che concedono alla mente il potere di convertire le assenze e preservare, nel silenzio, i nostri piccoli segreti. Il custode della dimora diviene il Guardiano del tempo, il Custode della memoria.' (Silvestro Neri)

Nell'essenza una breve ricerca sentimentale, questa 'Autobiografia incompleta' rievoca i luoghi dell'infanzia e le figure che hanno formato il carattere dell'autore dalla nascita agli anni del liceo. Il Poeta nascosto muove i primi passi di apprendista e artigiano della parola. Al seguito delle pagine di prosa una esauriente selezione di poesia espressa con giovanile vigore.

Una donna, una sognatrice, una madre, si ritrova sospesa tra valori tradizionali e disvalori di un Occidente che naviga tra avvenimenti del tutto inediti rispetto al passato. In una società sempre meno a misura umana la protagonista si sforza di salvaguardare i valori del rispetto e dell'amore per la vita, anche se questo la porta suo malgrado ad estraniarsi dalle sue radici e a dover spesso sorreggere da sola carichi smisurati ai limiti delle sue forze. 'Ad ognuno di voi la Croce che può portare'.

L'anaconda è il più grande rettile vivente, potendo arrivare a venti metri di lunghezza. In quanto tale è l'immagine della forza, dell'agilità, della capacità di mimetizzarsi nel suo ambiente naturale e dell'astuzia tipica dei serpenti. Ingaggia lotte mortali anche con i grandi felini, uscendone quasi sempre vincitore e ingoiandoli interi subito dopo. Le inquietudini subentrano alla fine della lotta, quando la fatica sostenuta e lo sforzo di una digestione lunga e difficile la espongono ai maggiori rischi. I protagonisti del romanzo si trovano nella situazione di doversi muovere tra le intemperie della vita tanto meno vittoriosi quanto più in quel preciso momento pensano di essere forti. Le battaglie si susseguono e s'intersecano in un groviglio doloroso e nell'impotenza di trovare soluzioni, che anzi diventano spesso causa e origine di nuove sofferenze. Nel ciclo della vita l'alternarsi delle vicende umane è imprevedibile anche se causato spesso dall'uomo stesso.

«Chi troverà tra le sue mani questo mio lavoro deve sapere che l'idea di scrivere le cose che qui di seguito leggerà mi è venuta dopo che mi sono reso conto che anche a me sono arrivati i capelli bianchi e che, forse, attraverso quello che mi sento di dover esternare, anche se tutto posso essere considerato meno che uno scrittore, servirà per mettere in ordine i miei ricordi, le mie esperienze ed infine la mia intera esistenza, e a chi mi leggerà potrà tornare utile anche per un sano confronto e un sereno giudizio». (...)

«Prendendo a prestito la formula di Montale, faccio prima e meglio a dire che cosa non è questo mio lavoro. Non è un manuale didattico: non ne vedo il bisogno e credo ci siano persone eventualmente più qualificate di me per un'opera del genere. Non è un libro di narrativa: ci sono dei racconti all'interno, ma non c'è assolutamente una storia vera e propria. Non è un libro di saggistica: molti capitoli servono più a porsi degli interrogativi piuttosto che a avallare o meno una certa teoria. E allora di che cosa si tratta? Non so dirlo con certezza. Posso soltanto dire che mentre insegnavo o giocavo una partita, infinite volte ho pensato quanto somigliasse il tennis alla vita. E siccome la Vita (lo ha detto Cechov) è l'unica nostra vera attività, quello di cui ogni scrittore dovrebbe scrivere, ho deciso di parlare della Vita. E l'ho fatto parlando di tennis». (Lorenzo Piantini)

Dopo lo stupro e la tortura il marchio è perenne. Un segno distintivo che da un lato ti legittima come sopravvissuto/a a lottare per ottenere giustizia e riparazione, dall'altro lato fa di te una vittima. Un essere vulnerabile, facile da giudicare e condannare, insultare e che merita o l'indifferenza o la disapprovazione. 'Non finisce mai' parla di donne. Di quanto sia difficile e precaria la vita in alcuni paesi del mondo. Di quanta forza serva, sempre e ovunque, per affrontare gli interrogatori e i processi, provando a resistere. Osando andare avanti. Sabrina Prioli parla per sé, ma parla anche da un punto di vista più universale e sociologico, rispondendo alle domande che le sono state poste sugli sviluppi e sul dopo. Parla di perdono, di tempo, e di fatica. Parla dei muri, del silenzio dei media e delle istituzioni, e racconta il suo caso: sette anni di lotta, quasi sempre sola contro un intero governo (quello del Sud Sudan), un primo libro auto-pubblicato, migliaia di ore e decine e decine di migliaia di euro spesi, e in ogni pagina ci fa sentire lo stigma: il peso di un evento incancellabile che, se ti lascia viva, non finisce mai. Prefazione di Moni Ovadia.

La silloge Urbes Poeticae propone come tema centrale il forte rapporto simbiotico tra l'io lirico, la Natura e l'Arte in un 'viaggio' attraverso le bellezze italiane e il mito. In sette diverse sezioni si alternano città, storia, paesaggi e opere artistiche, secondo un discorso poetico in cui viaggiare diventa metafora dell'esistenza e motivo di ricerca di emozioni e significati. Luoghi e tempi coinvolgono l'anima in esperienze e conoscenze uniche, toccando le sue corde più profonde. L'Autrice propone i suoi versi liberi e i suoi sonetti acquerellando la realtà con parole che divengono colori e sfumature di quadretti suggestivi.

Dieci racconti compongono questo romanzo, ognuno pervaso da una morale, 'cuciti' uno sull'altro intorno al gioco delle carte che unisce nonna e nipote nel dipanarsi degli anni. Un gioco che si rivelerà fonte e occasione di insegnamenti rimasti indelebili nella mente e nel cuore del bambino, dell'adolescente e del giovane uomo, che sente infine la necessità, nel momento del distacco dalla nonna materna, di fissare sulla carta con l'inchiostro, ciò che lei gli ha donato con 'quel mazzo di carte'. Un romanzo intimo e struggente che narra del rapporto tra un ragazzo che cresce e una nonna 'speciale'.

'Ci sono luoghi che sono sospesi nel tempo, il cui passato non è stato cancellato e si conserva indelebile nelle pietre secolari che lo hanno visto nascere e in cui, l'eco delle vite scorse si sente echeggiare ancora, soprattutto nelle giornate di vento. Come il nostro borgo incantato incastonato nella Val d'Orcia che, mi auguro vorrete visitare dopo avere letto questo racconto. (...)' (l'autrice)