Questa raccolta di racconti colpisce per la sua eterogeneità e vitalità di pensiero. Un'ironia sferzante si sposa prima col noir, poi con la farsa e infine col dramma, per dipingere un teatro dell'umano grottesco e irresistibile. Personaggi tondi, pieni di debolezze, narcisismi, piccole e comuni manie, affollano le pagine di un libro che in qualche modo riesce a parlarci di noi, dei sogni infranti, dei rapporti sbagliati, delle scelte che non abbiamo avuto il coraggio di fare. Con una prosa colloquiale e qualche gioco letterario, l'autore ci regala delle storie da metterci in tasca, da conservare con cura, per capire, spesso sorridendo, alcuni lati del nostro carattere talvolta difficilmente tollerabili anche da noi stessi.

La guerra ha sempre contraddistinto in negativo la storia dell'umanità: che fosse motivata dal desiderio di espansione, da ragioni economiche o addirittura religiose, si è sempre abbattuta come una mannaia sui popoli della Terra, falcidiando le vite di chi l'ha combattuta, spesso come mera pedina di dittatori e strateghi. Antonino Pistone l'ha conosciuta la guerra, anche se era molto piccolo e, nell'incoscienza dell'età, all'epoca non ha percepito forse fino in fondo l'immane tragedia che fu la Seconda Guerra Mondiale. Suo padre sicuramente sì e questo traspare dalle lettere cariche d'amore e spesso di sconforto che mandava dal fronte alla sua famiglia. Ora, a distanza di settantacinque anni, l'autore ripercorre quel periodo alternando i suoi ricordi di bambino ai racconti dei suoi cari, alle lettere e alle fotografie di quel tempo, regalandoci una testimonianza incancellabile delle atrocità della guerra.

"E, infine, iddio, mirando la natura, scorgendo l'uomo, disse: 'figlio mio...' 'sarai la croce mia e la tua sventura!'" Con queste parole si apre 'La terrena commedia', un'opera temeraria divisa in tre Cantiche, di trentatré Canti, pari a novantanove versi ciascuno, equipollenti a novecentonovantanove Endecasillabi alternati, in Terzine rimate. Un'opera - ed è bene ricordarlo completa e complessissima, che pone le sue radici in un profondo amore per i classici, per Dante naturalmente in primis e poi immediatamente dopo Virgilio, autori con i quali Giuseppe Scannella Restuccia intesse un lungo dialogo. Un'opera, infine, che pone l'uomo al centro del proprio viaggio esplorativo, nella consapevolezza che la scrittura non si può limitare ad esprimere in versi i propri sentimenti, ma che deve invece diventare strumento di riflessione e pungolo alla critica sociale.

Che differenza c'è tra le parole che diciamo e quelle che non diciamo? Possibile che in un dato momento, nel mondo, esistano altre persone che ci somigliano e che stanno facendo le stesse cose che facciamo noi? Quanto potere hanno le immagini rispetto alle parole? E le virgole? Ed il tempo? Come si classificano le emozioni? Ricordi, città, musei, stagioni, luoghi ed usanze, sapori e piccole istituzioni, figli e gatti, funerali e sorrisi, vita e supermercati. Di cosa sto parlando? Di tutto, naturalmente. Perché tutto è ciò che troverete in questa strana, divertente e coinvolgente raccolta di scritti. Non hanno definizione, proprio come le emozioni. Ma sono scrittura, e la scrittura, si sa... può tutto.

Capita di rado di leggere un dizionario, ma esperienza ancor più singolare è leggere un definizionario, sussidio di grande utilità nella lettura dei tempi moderni, considerandone i paradossi, gli umori, le nevrosi, le ostilità e le pazzie. Un esperimento, quello messo a punto da Sonny Scrivano, aperto ad accogliere parole e riflessioni in un lavoro che si prospetta indefinibile. Eppure è tutta qui l'ideologia di un uomo comune, con i dubbi e le perplessità di tanti; riflessioni che non saranno sempre condivise... La lettura di questo libro aprirà un dibattito sui vari temi trattati, o meglio, sui vari temi "pizzicati" con la punta delle dita.

"Cosa vuole che sia la morte se si muore così tante volte e nessuno se ne accorge, ma questo è ciò che l'uomo ha scelto." L'orologio dell'apocalisse segnava sei minuti alla "mezzanotte maledetta", quella fine del mondo che ormai tutti sapevano sarebbe arrivata e alla quale ognuno cercava di non pensare. Fu per questo che l'immane esplosione colse di sorpresa l'umanità. Era accaduto veramente: la Terra era destinata a diventare un pianeta di sopravvissuti. Tra passi della Bibbia, profezie Maya e grandiosi scenari di distruzione, emerge Thomas, protagonista che oscilla tra la concretezza della sua carriera militare e le assurde, pazzesche visioni di altri universi e di esseri mostruosi che attaccano l'uomo. Realtà? Sogno? Follia? Un romanzo tra mitologia e fantascienza.

Un serial-killer si aggira per le splendide montagne del Trentino. Nei suoi delitti, tutto sembra inspiegabile; l'unica traccia che li collega sono le maschere di famosi supereroi che vengono ritrovate sul volto dei cadaveri. Sarà Claudio Venturi, giovane e spigliato ispettore, l'uomo che dovrà districare questa misteriosa serie di omicidi che tinge con drammatiche ombre scarlatte il meraviglioso paesaggio delle Dolomiti. Un romanzo che si dipana attraverso una serie di imprevedibili colpi di scena, lasciando una traccia di indizi che solo il suo energico e sagace ispettore sarà in grado di cogliere per svelare il mistero.

Montecitorio. Un politico in ascesa, dalla vita apparentemente perfetta. Su un altro piano, la sedicenne Regina, alla ricerca smaniosa delle sue origini. Ad aiutarla, Simone, autrice di best seller, dall'esistenza complicata, ritiratasi a vita privata. Tra Regina e la quarantenne scrittrice non vi è apparentemente niente in comune, come sottolinea spesso la nonna della ragazza, che la preferirebbe integrata nella realtà dei suoi coetanei, con i quali, invece, Regina non riesce a condividere nulla, a parte l'aula scolastica. Con Simone nasce un'amicizia profonda. Attraverso l'esperienza di Simone, Regina comprende sempre più a fondo il mondo di sua madre, Camilla, morta prematuramente quando lei aveva appena due anni, una donna fragile quanto volitiva, appassionata quanto insofferente all'ipocrisia della politica, nella quale si ritrova impigliata per lavoro. Regina inizia a percepire tutto il disgusto di sua madre nei confronti di un mondo tanto in apparenza dorato, quello dei palazzi del potere, quanto marcio nella realtà, oltre che verso tutte le convenzioni della società borghese e cattolica, che vorrebbero l'umanità incanalata in una serie di standard.

Siamo in piena guerra mondiale: i giovani vanno a combattere, spesso senza neanche capire perché lo fanno, perché una divisa è nemica, l'altra non lo è. Prima erano ragazzi giovanissimi, pensavano alle donne, a come divertirsi, a diventare qualcuno... ora pensano solo a come salvarsi la pelle. E dei grandi ideali, di quelli che fanno muovere gli eserciti, sanno poco o niente. È un periodo storico fondamentale e molto complesso da spiegare. Proviamo ad immaginare quanto lo sia stato per chi lo ha vissuto. Renato Vessichelli ci racconta tutto questo alternando la musica alle immagini, come in un film. Immedesimando così ogni lettore in un mondo che oggi si vede soltanto nelle fotografie ingiallite dal tempo, di un album dei ricordi.

"Uscita obbligatoria" è il racconto di un viaggio sospeso tra realtà e sogno; è altresì la cronaca puntuale del peregrinare catartico tra i luoghi ed i ricordi di un uomo in fuga da se stesso e dalle situazioni, che non ha saputo affrontare, per immaturità o per vigliaccheria. Durante questo viaggio, che si svolge nella luce abbagliante di un paesaggio mediterraneo, l'uomo potrebbe finalmente scoprire qualcosa di sé e degli altri, ma un'uscita obbligatoria non gli darà la possibilità di scegliere, di decidere e di recuperare il suo destino. Nel romanzo l'asse spazio-tempo si annulla per lasciare il posto ad una discesa, in senso verticale, nella profondità della coscienza; scavo psicologico, dunque, e ricerca interiore estrema delle motivazioni riguardo a scelte e a comportamenti che non hanno prodotto ne produrranno esiti felici per il protagonista.

Non è di certo un momento che merita di essere ricordato. Sarebbe utile però poterlo fare, non rischierei, come suppongo sia successo molte volte, di ritrovarmi in casa cinque buste uguali di pane. In quel momento lei non ricorda neppure il suo nome. La sua vita è disseminata di promemoria perché soffre di una strana e terribile forma di amnesia. Chi le vive intorno soffre tremendamente per questa condizione. L'origine è certamente traumatica. Ma Bianca non può affrontare nulla se non ricorda cosa deve affrontare. La sua mente sembra sotto un perenne ciclo di "reset". Cosa le è successo? Possibile che non riesce a riconoscere neanche sua figlia? L'autrice, Bianca Monterosso, intreccia una storia surreale, svelandone i misteri goccia a goccia...

Sotto il segno della rinascita Antonella Ritucci, giornalista e scrittrice, ha dato inizio alle pagine che compongono questo volume: rinascita per se stessa, dopo un periodo buio e doloroso; rinascita per la sua terra, il Molise, prostrata dall'immane tragedia che la colpì il 31 Ottobre del 2002, quando, a seguito di una forte scossa di terremoto, crollarono diversi edifici, tra cui la scuola elementare di San Giuliano. E non è un caso che l'inizio di questa rinascita sia coinciso con il ritorno a Colletorto, dopo diversi anni trascorsi a Roma: le parole, le abitudini, i gesti degli abitanti della sua terra riemergono prepotenti dalla memoria, così come quel dialetto mai abbandonato né rinnegato, che sa di vita vera, di genuinità, di casa. Un viaggio sul filo dei ricordi che è allo stesso tempo uno straordinario viaggio spirituale che scorge nell'autrice un'eletta, attenta custode di un dono concessole dal Cielo. Le sue comunicazioni con gli angeli di San Giuliano, con la mamma scomparsa da poco e con varie dimensioni dell'aldilà e della sfera divina, le fanno captare i segreti più nascosti di un universo tutto da scoprire. Da ultimi, anche se non trattati in questo testo, sono i messaggi che riceve su nuove scoperte scientifiche, ritenuti attendibili da ricercatori e scienziati.

Gli occhi incantati di una bambina raccontano un mondo di fantasie, dove lo sguardo si perde e la magia si diffonde in una luce abbagliante. È un prato di fiori colorati, un cielo scintillante di stelle, questa raccolta di favole, tanto più preziose, considerando la giovanissima età dell'autrice. Piccole e grandi domande trovano qui risposte semplici e immediate; lì dove non si arriva con la mente, si arriva in fretta con il cuore e si aprono scenari meravigliosi. Elementi del quotidiano si mescolano con le leggende e i miti di ogni tempo, perché la creatività di Delia non conosce confini e sa orchestrare realtà e sogno insieme in un'armonia dolce e gioiosa, dove non manca lo spazio per stupirsi di insegnamenti validi per tutti, grandi e piccini. Età di lettura: da 6 anni.

"In alcune mie righe del 1966 scrivevo: 'Sto perdendo i miei pensieri come un bambino distratto lascia sparsi i suoi giochi, voglio scrivere per vedermi il pensiero in altro tempo'. Camminare per la strada fra tanta gente, tante occasioni per parlare: colori, rumori, odori. Sono tante le possibilità che si ripetono durante il giorno ma sempre e regolarmente mai sfruttate. La nostra reciproca diffidenza e indifferenza ci porta all'incomprensione, al nervosismo. Il più delle volte la ricerca di un dialogo viene abbandonata per quell'appiattimento di volontà che ci prende e ci conduce alla rinuncia, all'ermetismo. Trasmettere e condividere emozioni provate diventa punto di riferimento e mastice per unire tutti quei frammenti che nella corsa dei giorni rimarrebbero vaganti."

Corre l'anno 3511 e la vita sulla Terra è cambiata molto: dopo un terzo millennio funestato da epidemie e virus che hanno decimato la popolazione mondiale e infettato le risorse di cibo, ai pochi superstiti non resta altro da fare che rifugiarsi in bunker sotterranei, dove un folto gruppo di scienziati lavora alacremente per trovare una cura. Passano gli anni e i rifugiati, ridotti alla fame e poco inclini a rispettare le rigide regole di questa nuova società, iniziano a scappare per fare ritorno al loro habitat naturale, che nel frattempo è tornato ad essere ospitale alla vita. È qui che Brono, un giovane scienziato, riesce a mettere a punto un'invenzione rivoluzionaria che, nelle mani sbagliate, potrebbe cambiare per sempre il corso degli eventi...

John Spencer è un poliziotto sposato con Sharon, una donna di cui è molto innamorato e la loro è una bella famiglia, le cui giornate sono rallegrate dalla vivacità della piccola Joey. Un giorno una tragedia cambia per sempre le loro vite: Joey scompare. La madre, che la controllava attraverso i frangisole, d'improvviso non vede più la piccola che giocava in giardino. Da questo momento in poi iniziano le ricerche e si indaga sulla vita privata della famiglia. Philip confida a John che la moglie lo ha tradito, così il loro rapporto crolla come un castello di sabbia davanti agli occhi increduli di chi li conosce da sempre. Un vero turbine di vicende ed emozioni contrastanti lasciano senza respiro il lettore che si ritrova, pagina dopo pagina, in un thriller inquietante, riflesso purtroppo di alcuni fatti di cronaca realmente accaduti. La mente umana può essere diabolica... Niente è mai come sembra.

"L'Italia per la quale combatteva il mio avo Goffredo e tanti altri con lui, non era certo questa, anche se i primi elementi della futura corruzione si intravedevano già all'indomani della costituzione del Regno. È vero che ogni epoca è stata detestata dai contemporanei più attenti, ma oggi mi pare che ogni limite sia stato superato. Non è retorica, ma rabbia vera; non riesco a comprendere come gli Italiani non beneficiati dagli sprechi della politica non impugnino le armi per farla finita con questo regime". Genova, anni Settanta. Giorgio è poco più che maggiorenne e vive i tumultuosi scontri di classe da una prospettiva assai singolare: attratto sin da bambino "dalla vitalità vera e chiassosa" del proletariato, è tra gli ultimi eredi del Mameli; come conteso da due forze solo apparentemente contrastanti, matura le proprie amare convinzioni su una nazione potenzialmente grande ma soffocata dai giochi di potere delle alte sfere politiche. Le mosche bianche, che colpiscono e distruggono le piante da frutto e riducono in macerie i campi che sono il simbolo di questo degrado. Avvolto in un'aura di melanconia, il romanzo commuove e indigna, denunciando il decadimento del Bel Paese. Ma è un assolo che riecheggia da lontano, che si propaga dalle stanze di Villa Mameli e invita il lettore a un approfondimento storico e alla ricerca interiore.

Molti sono i testi che, a partire dalle civiltà più antiche fino ad arrivare ai giorni nostri, profetizzano la fine del mondo: dai Maya ai segreti di Fatima, passando per l'Egitto di Ramsete e per le famose quartine di Nostradamus. L'autore - grazie a un'analisi dettagliata delle fonti raccoglie in questo volume tutte le testimonianze di chi, nei secoli passati, ha avuto il dono di prevedere in anticipo gli eventi futuri, che hanno investito con la loro carica spesso catastrofica l'intera umanità. E se le profezie sul 2012 non hanno avuto gli esiti previsti, una Profezia Universale segreta della "Fine dei Tempi", fino ad oggi mai divulgata, getta un'ombra sinistra sul nostro prossimo futuro.

Naomi vive in una condizione di sospensione. La sua vita oscilla tra sogno e realtà, e immagina vite di altre donne, dalle quali trarrà degli insegnamenti. Le donne protagoniste della sua fantasia hanno una vita difficile e soprattutto si ritroveranno in situazioni pericolose, dove la paura può essere fatale... Pur vergognandosi di alcune loro azioni, queste donne ritroveranno la capacità di andare avanti, di reinventarsi, di ricreare un'identità. E Naomi cresce insieme a ognuna di loro, per lei fonte di ispirazione e forza.

Sono pagine lontane e dimenticate della storia nazionale quelle che affiorano dietro un delitto che ha il difetto di avere troppi moventi per poter indirizzare le indagini su una pista sicura. Per i carabinieri che indagano sul caso il mistero si infittisce quando al primo omicidio ne seguono altri e le indagini odierne si intrecciano con quelle che anni prima naufragarono su una vicenda che aveva visto la Chiesa bersagliata da strani attentati. Un professore di Storia Moderna di una Università cattolica sembra avere in mano le chiavi per interpretare gli eventi terribili che hanno come vittime suoi vecchi studenti. L'indagine parallela che porta avanti con l'aiuto di un giornalista caparbio e spregiudicato andrà a buon fine, ma la verità che si troverà di fronte si rivelerà per lui amara e lo metterà in conflitto con la propria coscienza.

C'è un momento nella vita in cui ci si pongono mille domande sul futuro, che lavoro faremo, con chi divideremo le nostre giornate, se e quanto cambieremo nell'aspetto e nel carattere. Arriva inevitabilmente, però, anche il momento in cui a queste domande la vita dà una risposta ed è difficile prevedere se sarà quella sperata. Andrea per lungo tempo sembra aver attraversato gli anni senza subirne il peso: ancora nessun lavoro stabile, nessuna fidanzata fissa, un'amica che è sempre stata qualcosa di più e un'oggettiva difficoltà ad immaginarsi "adulto", con tutte le responsabilità che questo comporta. Sarà che all'aura di serietà emanata da un completo e da una cravatta, preferisce la schiettezza di un dialogo aperto, magari davanti a un buon boccale di birra o ad un caffè. Eppure il tempo, lento come una goccia che scava la roccia, avrà il potere se non di cambiarlo del tutto, almeno di smussare le sue spigolosità, facendogli balzare agli occhi le cose davvero importanti. In fondo, sembra dire l'autore tra le righe di questa "storia confusa", c'è speranza anche per chi, come Andrea, le domande non ha mai smesso di farsele, né si è fermato alla prima risposta plausibile.

Emozioni, riflessioni, esperienze da condividere con chiunque abbia la voglia e la curiosità di scavare sotto la coltre del manto dell'apparenza. Ecco fresca e limpida "Come cielo d'estate" sgorga la poesia di Manuela Pezzut, una poesia fatta di aperture verso spazi d'orizzonte e poi, repentinamente, di chiusure nella propria interiorità. È infatti principalmente una poesia dal taglio intimista quella che attraversa queste pagine, in cui i veri protagonisti sono i ricordi, i sogni o le sensazioni che ogni giorno scandiscono il vivere: l'autrice si muove tra atmosfere di sogno ed altre invece più tangibili, andando a intraprendere, con le sue parole, un viaggio alla scoperta del mondo che la circonda. Ecco che quindi la poesia viene utilizzata in questa silloge come uno strumento di indagine, attraverso il quale guardare il reale sotto un altro punto di vista, che le permetta di scandagliarlo più a fondo e scoprire nuove, inusitate verità.

I risultati pubblicati in questo testo sono emersi a seguito di alcuni studi e ricerche svolte dall'autore sul ruolo del sindacato nei luoghi di lavoro. In tale ottica vengono approfonditi vari tipi di tematiche fondamentali quale la rappresentanza sindacale all'interno della normativa italiana in relazione anche alla nuova normativa comunitaria, ex articolo 11 della Direttiva Comunitaria Europea 89/391. Altro aspetto saliente della ricerca è costituito dal valore della libertà come diritto sindacale in ambito, ad esempio, a lavori pubblici o privati e nel contesto della formazione e organizzazione del personale. Inoltre sono affrontate le relazioni sindacali in casi noti alle cronache come quello di FIAT-FIOM, di Indesit e anche di Alitalia, offrendo così al lettore una chiave di lettura della storia economica italiana e dei diritti dei lavoratori.

Giulia Piazzi non scrive: dipinge. Con pennellate tenui, riesce a dare forma ad un elegante quadro che racchiude la raffinata delicatezza di un artista. Un romanzo poetico, lirico ed evocativo, in cui i protagonisti sono l'amore, l'attesa e l'introspezione. Una casa costellata di ricordi diventa un spazio dove il tempo sembra scorrere più lentamente, in cui le riflessioni nascono spontanee come l'acqua che sgorga da una sorgente. Una protagonista che vive su due mondi paralleli e che ha memoria di una realtà quasi troppo dolce per poter essere afferrata, raggiungerà lentamente la piena consapevolezza di se stessa, arrivando infine a porre termine ad un lungo e confinante indugio per trovarsi, sognante, preparata ad intraprendere un nuovo viaggio.

"Il diario di un convento di suore francesi a Gerusalemme, che Federico Steinhaus ha ritrovato 'in maniera del tutto fortuita', merita sicuramente la pubblicazione. Racconta e commenta, con convincente schiettezza, e qualche ingenuità, gli eventi che, dal 1929 al 1967, conducono alla nascita dello Stato d'Israele. Di tale evento le brave suore offrono una testimonianza originale e suggestiva, non senza momenti di forte emozione, visto che vi furono periodi in cui attorno al loro convento esplodevano bombe e si combatteva il conflitto tra la popolazione araba della città che il mondo musulmano conosce come 'la Santa', e gli ebrei, che si preparavano a fare, di quella che era per loro la 'città di Davide', la capitale del nuovo Stato d'Israele." (dalla prefazione di Arrigo Levi)

Diete squilibrate ed esercizio fisico quasi inesistente, propri dello stile di vita occidentale, rischiano di minare seriamente la salute delle persone. Con questo libro, Angiolino Morcavallo cerca di riassumere in punti fondamentali il significato e lo scopo dell'alimentazione sana e corretta. Partendo dagli elementi fondamentali per il nostro organismo, ricostruisce un insieme di dati molto utili a chiunque voglia riscoprire una dieta più equilibrata. Frutta e verdura, tisane ed alimenti semplici e genuini, vengono qui spiegati, con i loro effetti benefici, fino al dettaglio dei principali componenti nutrizionali, così che ognuno possa capire e scegliere ciò che è meglio per il proprio benessere.

Lo volevano principe del foro, ma un incidente cui assiste in tenera età stravolge i piani dell'intera famiglia e destina il giovane Franco alla facoltà di Medicina e quindi a intraprendere una brillante carriera da chirurgo in uno dei più importanti nosocomi. Gli ideali dello studente che è stato, i valori appresi con entusiasmo e passione alla scuola di Ippocrate, suggellati con il più celebre dei giuramenti, dovranno presto fare i conti con una realtà spietata, popolata di arrivisti senza scrupoli, avidi di denaro e potere. Raggiunti i vertici dell'azienda ospedaliera, il dottor Franco Cerri si troverà così al centro di una bufera giudiziaria, in uno strano caso di morti sospette nella sala operatoria, su cui indaga l'implacabile commissario Milani. Un romanzo in cui emerge l'immagine di una società cinica e superficiale, dove la grande sfida per l'uomo resta quella di difendere la propria onestà.

"Una raccolta, 'II geranio rosso', policroma ma unitaria, che esibisce immediatamente la cifra vera della produzione narrativa del giornalista, scrittore e fotografo catanese divenuto palermitano: l'osmosi, la copula continua tra l'attenzione al reale, un aneddoto cronachistico, un fatto storico apparentemente marginale, uno scampolo della memoria, da un lato e, dall'altro, una scheggia surreale, un pizzico di meraviglioso, un ghirigoro del fantastico. [...] Ci sono poi le storie partorite dal suo immaginario, a volte peripli di un'ossessione, di una perturbante visione. Lì l'autore è come se portasse al punto di fusione l'attenzione vigile di uno Stendhal col grandangolo straniante di un Borges: sono "cronachette" spiazzanti le sue, col peso inconsistente, ha scritto Silvano Nigro, delle "mongolfiere lunari". Il piglio realistico mostra immediatamente le sue falle, si inarca sotto le spinte di un fantastico popolato di creature mostruose (quasi sempre presunte tali) o incantevoli, le cui epifanie si fanno cartine di tornasole, a metà tra la storia e l'antropologia." (dalla Nota introduttiva di Salvatore Fedita)

È una storia che fa paura, quella raccontata da Ermanno Regio, che fa paura tanto quanto più è vicina alla realtà di ogni giorno. Terra, 2044. La nostra Terra, in un futuro post apocalittico che non sembra nemmeno così lontano. L'uomo sembra aver consumato qualsiasi bene, aver letteralmente divorato ogni singolo frutto che il suo pianeta natale aveva faticosamente fatto nascere e fiorire. Un mondo desolato, in preda alla fame è quello che resta, in cui si deve lottare per un'esistenza che in fondo non ha motivo né speranza di continuare ad essere, ma che, disperatamente, si aggrappa alla vita.