«(...) suonava così bene quando mi immaginavo a dire: "Piacere, mi chiamo Claudia." L'idea mi elettrizzava. Un giorno mi alzai e sentii che era il giorno giusto. Il giorno in cui gridare al mondo che la vita ha inizio ogni volta che tu lo vuoi.» «La vita parte da un respiro, e nel respiro continua. Anche quando ti manca l'aria, anche quando sei in affanno, anche quando ti tolgono la voce, quel respiro è lì, non si spegne, non si placa mai, continua a essere vita anche nel caos e nella disperazione.»

Mia figlia era sola, indifesa; io ero sola e bloccata, non potevo starle accanto, in balia del mio corpo anestetizzato e degli orari di visita del reparto di neonatologia da rispettare. A me il contatto era stato negato e non potevo incolpare nessuno, nemmeno me stessa. Non potevo sentire il suo odore, toccare la sua pelle, baciarla, attaccarla al seno. Chi l'avrebbe nutrita, pulita, lavata? Chi le avrebbe cambiato il pannolino? Chi avrebbe consolato i suoi pianti? Quali mani e braccia sconosciute avrebbero potuto prenderla in braccio? Il mio istinto in gabbia, insieme al mio corpo e alla mia anima.

Alessandro Cossu nasce in Italia 57 anni fa. Dopo un'infanzia serena, vive un'adolescenza molto più turbolenta. Frequenta un liceo scientifico della sua città e il corso di pianoforte presso il conservatorio. Le molte ore di studio sottraggono tempo alle uscite con gli amici. Di carattere riservato e poco incline alla socialità, non riesce a esprimere pienamente la propria personalità, la propria unicità. Terminato il liceo, non è in grado di sostenere l'esame di ottavo anno al conservatorio, che abbandona. Incline all'uso di alcol e droghe, si ripiega su sé stesso. Svolge un lavoro che dovrebbe cambiare subito, ma che invece lascerà trentun anni dopo. Non è un bravo venditore, i clienti lo intimoriscono, si sente ansioso e impacciato, non riesce a stabilire buoni rapporti con i colleghi. Rientra dal lavoro carico d'ansia e passa le serate da solo, fumando e bevendo. A parte brevi periodi di relativa serenità, continua per anni ad anestetizzarsi e le sue emozioni rimangono sepolte, sempre più pesanti. Trova conforto nella musica e nella lettura. Ha diverse relazioni sentimentali di media durata, ma pian piano, dopo la prima fase di innamoramento, il suo sentimento si affievolisce e la relazione naufraga. A cinquant'anni conosce Vania, di cui si innamora perdutamente. Vania lo libera dal mondo, Alessandro non può pensare di perderla. Ma è la donna sbagliata, sfrutta il suo sentimento, lo manipola e lo conduce all'inferno, alla carcerazione, all'alcolismo.

Cristina è una donna dal carattere allegro e vivace, e abita in un paese in provincia di Bergamo insieme al fratello, alla madre e a cinque gatti. Quando per caso scopre di avere un nodulo al seno, la sua vita cambia drasticamente, ma non il suo carattere indomito. Il suo percorso verso la guarigione sarà lungo e tortuoso, fatto di alti e bassi, ma in nessun momento, per lei, sarà contemplata la resa. Il suo è un esempio di forza e determinazione, tanto che saranno gli stessi medici a suggerirle di scrivere un libro in cui raccontarsi e poter essere d'ispirazione a chi sta affrontando il medesimo travaglio.

È il 1968, anno di contestazioni e rivolte, ma sulla costa ligure la vita scorre pacifica, nella quiete assolata dei primi giorni di aprile. Le vacanze pasquali sono da poco passate e a Varazze ci si prepara in vista della stagione estiva: i turisti devono potersi divertire, godersi il mare di giorno e le feste la sera, ma anche i cittadini devono poter vivere tranquillamente. È questa la ferma convinzione dell'amministrazione pubblica e del maresciallo Gianballetta in particolare, che gestirà l'andirivieni dei villeggianti e tutte le piccole e grandi lamentele dei paesani. La preparazione procede piuttosto bene, finché nel suo ufficio si presenta Antonio a riferire che nel campo di suo padre alcuni tedeschi, venuti a campeggiare, hanno scavato una profonda buca, per poi andarsene di punto in bianco. Ciò che è strano è che non è la prima volta che accade... e nemmeno l'ultima. Gianballetta inizia così una sua personale indagine, che lo porterà a investigare su un passato ormai lontano ma che ancora minaccia le vite delle persone che ha vicino.

Esistono persone che possono affermare di non aver mai attraversato momenti di sconforto? Quanti sono coloro che possono ritenersi fortunati perché hanno sempre raggiunto l'eccellenza, sono sempre stati amati e apprezzati da chiunque e non hanno mai avuto pessime esperienze in fatto di relazioni? La raccolta "Con una rima si guarisce prima" suscita questi interrogativi, si presenta come un insieme di componimenti in cui le parole sono offerte alla stregua di una spalla su cui contare, di un abbraccio, di una parola di supporto quando anche l'ultimo briciolo di amor proprio sembra essere svanito.

Al capezzale dell'anziana madre, una donna ripercorre la loro storia, segnata da silenzi e distanze mai colmate. Cresciuta nel non detto, ha imparato a intuire i sentimenti inespressi, a decifrare i bisogni soffocati dal tempo e dalle convenzioni. Mentre la madre scivola verso l'inevitabile, la figlia spera ancora di essere riconosciuta, di trovare nelle sue ultime parole un segno, una risposta, forse un gesto tardivo di comprensione. Nei ricordi riaffiora la giovinezza della madre, emigrata in una provincia padovana rigida e diffidente, dove ha dovuto farsi spazio tra pregiudizi e solitudine. Ha imparato a essere moglie e madre, a scoprire con stupore la propria femminilità, a misurarsi con un mondo in trasformazione nei difficili anni del dopoguerra. Nostalgia, desiderio di emancipazione e inconsapevolezza hanno segnato la sua esistenza, lasciando cicatrici invisibili nelle generazioni successive. "Hai allungato il collo per spiarmi negli occhi. Non sapevi se avresti dovuto preoccuparti o no. Aspettavi dai miei occhi una risposta." Maria Beatrice Polli ci dona un romanzo intimo e struggente che intreccia identità, memoria ed eredità emotive, raccontando il complesso rapporto tra madri e figlie e il bisogno universale di appartenenza.

"Storie fuori dal mondo" è una raccolta di racconti avvincenti che trasportano il lettore in un caleidoscopio di generi, dal thriller al fantasy, dalla fantascienza alla scienza. I personaggi creati da Samuel Calabrese sono figure coraggiose e astute, pronte a lanciarsi in missioni avventurose e rocambolesche. La scrittura di Samuel è scorrevole e ricca di immagini vivide, capace di catturare l'attenzione del lettore e di condurlo attraverso mondi immaginifici e situazioni sorprendenti. Nonostante la giovane età, l'autore dimostra una notevole padronanza della narrazione, tratteggiando scenari inattesi con una fluidità che sorprende. La sua anima traspare in ogni racconto, permeato da valori universali come l'amore, il rispetto e l'integrazione tra i popoli. Le sue storie non sono solo avventura e fantasia, ma anche un invito alla riflessione su temi importanti e attuali. Corredata da splendide immagini, la raccolta "Storie fuori dal mondo" è una lettura piacevole e consigliata soprattutto agli adolescenti, che troveranno in questi racconti un'occasione per sognare, emozionarsi e riflettere.

Seminiamo l'amore e non l'odio, perché senza l'amore il mondo non avrebbe nessuna possibilità di sopravvivere. In queste parole è racchiuso il senso di questo testo, una sorta di inno alla fratellanza, al rispetto, all'amore per il prossimo. Siamo tutti fratelli, abitiamo tutti la stessa casa di cui dovremmo prenderci cura, aiutandoci l'un l'altro. Un messaggio di amore e di pace per tutti, specie per i giovani, per far capire che tutti insieme bisogna sconfiggere le diseguaglianze e il razzismo, la violenza e l'odio che ne conseguono. I dati forniti dall'Osservatorio per le istituzioni democratiche e i diritti umani ODIHR/OSCE sostengono che in Italia accadono almeno sette casi di discriminazione al giorno, a volte succedono anche davanti ai nostri occhi senza che ce ne accorgiamo o, peggio ancora, quando siamo noi a non volercene accorgere. In queste pagine ci viene raccontata la storia di Momo, un ragazzo che a bordo di un barcone, come tanti altri immigrati, lascia il suo Paese per la sua sopravvivenza. Tutti noi dobbiamo circondarci di amore e di gioia, perché sono questi i semi che riusciranno a far crescere dei buoni frutti un giorno.

Annamaria è un'adolescente timida e amante della natura, che si sente spesso fuori posto nel mondo reale. Rifugiata nella sua stanza, trova conforto nella compagnia del suo inseparabile porcellino d'India, Pimpi, e sogna una vita più avventurosa. Ma tutto cambia quando scopre il Metaverso, un universo parallelo oltre lo schermo del suo computer, dove gli animali parlano, indossano abiti e lavorano come gli esseri umani. Con l'aiuto di Pimpi, che nel Metaverso diventa Mr. Pilgrim, Annamaria assume l'identità di Glenda Ronchi, una giornalista d'assalto pronta a dare voce agli animali oppressi. Inizia così un'indagine coraggiosa sulle ingiustizie subite dagli animali, spesso sfruttati per nutrire e intrattenere gli uomini. Tra misteri, colpi di scena e incontri sorprendenti, Glenda si fa strada in un mondo tanto affascinante quanto pericoloso. E quando Mr. Pilgrim scompare all'improvviso, la missione di Annamaria diventa ancora più personale. Riuscirà a ritrovarlo? E soprattutto, sarà in grado di cambiare le sorti degli animali più deboli, dimostrando che empatia e rispetto possono superare ogni barriera? Questa storia divertente ed educativa trascina i lettori in un viaggio avvincente, dove mistero e immaginazione si intrecciano per ispirare una profonda riflessione sul valore inestimabile della Natura e del pianeta che ci ospita. Età di lettura: da 6 anni.

Ricordati il mio "Ti voglio bene" è una moderna storia d'amore. In Italia siamo soliti esprimerci reciproco affetto con la frase "ti voglio bene". Un'espressione più tiepida rispetto al passionale "ti amo", ma solo in apparenza. In questa breve frase si cela infatti un affetto consapevole e intimo, un significato profondo che in questa autobiografia nasce tra le calde e luminose coste del sud mediterraneo e le alte, innevate foreste dell'alta Europa. Le vicende della protagonista e autrice non sembrano incoraggiare la fiducia nell'amore, ma non si avrà certezza degli esiti di questa storia fino all'ultima riga del libro.

Teresa, donna sensibile ma tenace, è impiegata di lungo corso nel Tribunale di Vallombra, un luogo in cui tutto può accadere eppure nulla sembra mai cambiare. Ogni giorno attraversa corridoi e uffici con il suo carrello carico di fascicoli, quasi invisibile agli occhi degli altri, ma attenta osservatrice di quel mondo fatto di carte, processi e destini in bilico. "La stramba" la definisce il popolo del Tribunale di Vallombra, degnandola solo di qualche battuta al suo frettoloso passare o alla sua risata emotiva; soltanto Giuseppe, un altro impiegato, le è amico. Nel silenzio della mansarda in cui vive sola, Teresa trova rifugio tra libri di montagna e citazioni filosofiche sapientemente raccolte, ma un giorno qualcosa sconvolge il suo equilibrio: dai documenti di un processo scottante spariscono prove decisive, e Teresa si ritrova, suo malgrado, al centro di un'accusa infamante. Isolata, sospettata, privata del lavoro e della sua routine, affronta una dura battaglia per la verità, sperando che l'intervento del noto e brillante avvocato Mattoni possa restituirle giustizia e nuove prospettive. Accanto alla coinvolgente storia di Teresa, Tiziana Mevio ci dona tre racconti che esplorano, con ironia e profondità, altre sfaccettature della Comédie humaine: passioni, sfide estreme e confessioni femminili tra il serio e il faceto.

Antonio Ligabue è uno degli artisti italiani più noti del Novecento. La piena fama, anche internazionale, la raggiunse solo dopo la morte, avvenuta nel 1965, sebbene negli anni, da povero in canna qual era nato e cresciuto tra Svizzera e Bassa reggiana, avesse assaporato la gioia di vedere affermata la propria arte, e di venderla a un prezzo sempre maggiore a diversi committenti. Alba Gainotti, in questo pregevole testo, ricostruisce la storia di un furto avvenuto nella sua casa di famiglia, un autoritratto di Ligabue, ricomparso solo molti anni dopo grazie a un catalogo d'arte e a una mostra. Dietro i brevi accenni al periodo storico e gli aneddoti sul quadro, commissionato al grande artista dopo averne ricevuto un altro in seguito la tragedia dell'alluvione del Polesine nel '51, l'autrice ricostruisce alcuni passaggi di vita di un genio, cresciuto in un ambiente dapprima sospettoso - veniva chiamato da tutti "el matt" - e infine conquistato da un'arte innovativa che ha influenzato molti altri pittori e segnato un pezzo di storia del nostro Paese.

Isabella, Marianna, Giulia, Camilla e Gisella sono cinque donne che, pur non conoscendosi tra di loro, hanno in comune il fatto di essere mogli maltrattate in vari modi, sia fisici che psicologici, dai loro mariti. Gelosia, sottomissione, violenza: sono questi i tratti ormai abitudinari in cui sono sfociati i loro matrimoni e che si trovano sempre più spesso ad affrontare, e trovare la forza per cercare di venirne fuori non è per niente facile. La partecipazione ad alcuni incontri psicoterapeutici rappresenta l'occasione per condividere i racconti sulle proprie sorti e prendere consapevolezza del fatto che è necessario coalizzarsi per porre fine una volta per tutte alle vessazioni subite.

"Prendiamo il diario!" è un libro che non ha la pretesa di presentarsi come un saggio accademico ineccepibile e inattaccabile, ma intende piuttosto offrire una riflessione e un ragionamento condiviso su alcuni degli aspetti della scuola di oggi: è vero che gli alunni italiani non sanno più scrivere in corsivo e conoscono pochissime parole della loro lingua madre? Quanto vanno tenuti in conto i disturbi dell'apprendimento e la sedentarietà in aumento dovuta sempre più spesso all'orario prolungato? Valentina Carenzo passa in rassegna questi e altri temi senza l'arroganza di possedere la verità in tasca, ma offrendo il suo personale pensiero dal suo punto di vista di insegnante e "addetta ai lavori".

La poesia di Ivan Filigheddu si caratterizza per la profonda introspezione e per la forte carica emotiva. L'autore, infatti, attraverso i suoi versi, porta alla luce i suoi sentimenti più intimi, che si susseguono in un flusso di pensieri ed emozioni davvero intensi, nei quali si affrontano diverse tematiche molto importanti, soprattutto di impronta esistenziale, come la solitudine, la morte, l'amore e la ricerca della felicità.

Gli scienziati sono convinti della presenza di vita nel sistema stellare di Epsilon-Eridani. I segnali, catturati nel corso di decenni tramite sofisticate tecnologie, entusiasmano a tal punto che è necessaria una spedizione umana intergalattica. Mark Adailton, a soli trentasette anni, in qualità di esperto di lingue e segni arcaici, è uno dei responsabili della missione, che verrà governata anche da una memoria cibernetica potentissima su cui l'equipaggio farà affidamento per non sbagliare i calcoli e i passaggi più critici del lungo viaggio. Il primo viaggio interstellare nella storia dell'umanità si rivelerà però ben diverso da quanto programmato inizialmente, a cominciare dall'imprevista distorsione spazio-temporale che metterà in serio pericolo la vita dei protagonisti. Proteus. "Le cronache. A.D. 2161" è un'avventura piena di pathos e di mistero, in cui s'intrecciano meravigliosi amori, grande coraggio e momenti di assoluto cameratismo.

Era il tre febbraio 2014, quando arrivammo al tribunale e cominciai a salire la scalinata che porta all'ingresso. Vidi Nino e Luca di fianco, vicini all'entrata, e capii che qualcosa non quadrava: improvvisamente, mio fratello tirò fuori una 9x21 e la puntò in testa a Luca, dicendo agli agenti di lasciarmi andare o gli avrebbe sparato. Fui attraversato da un'immediata scarica di adrenalina e sentii una vampata di spray al peperoncino: mio fratello lo stava spruzzando in direzione degli agenti. In quel gelido e rapido momento realizzai istintivamente cosa stesse accadendo e agii subito di conseguenza, sempre guardingo e pronto a cogliere un'opportunità di fuga: pensai di sottrarre la pistola a una delle guardie, ma vidi che era collegata alla sua cintura con un laccio e lasciai perdere, lo strattonai per liberarmi dalla sua presa e diedi una spallata a quello sulla mia sinistra, per poi correre senza una direzione precisa, semplicemente allontanandomi dal tribunale, mentre, immediatamente, esplosero spari alle mie spalle.

Questa è la storia di Mirko, di un ragazzo della provincia toscana che non ha voluto rinunciare ai suoi sogni e alle sue aspirazioni, neanche quando erano in tanti, in troppi, a dirgli di lasciar perdere, di mettere la testa a posto e tenere i piedi per terra. Mirko li ascoltava ma di rinunciare ai suoi sogni non ne voleva neanche sentir parlare. Ha sofferto, ha provato e ha fallito, è caduto e si è rialzato e alla fine è riuscito in quello che era il suo proposito, ovvero dedicare la sua vita all'arte e trasformare l'arte in vita. Mirko è stato tante cose insieme, se stesso e "l'altro", lui e le sue infinite possibilità che poi, in fondo, sono quelle di tutti noi, dobbiamo solo scoprirle e imparare ad affermarle. Questo è un libro per tutte quelle persone che non vogliono lasciare indietro i propri desideri, che rivendicano il proprio diritto alla felicità, a essere libere insieme agli altri, condividendo le proprie gioie ma anche i propri dolori, perché da soli non si va da nessuna parte.

Non importa ciò che può sembrare, l'importante è come vivi le esperienze che ti capitano: la felicità si sceglie, non casca dal cielo e non dipende da fattori esterni, come il rapporto con i genitori, con gli amici o la propria situazione economica. Spesso ci affanniamo in una costante ricerca, tesi verso obiettivi sempre nuovi, dimenticando di gioire con altrettanta enfasi delle varie tappe del percorso e anche nel momento in cui li abbiamo raggiunti. Puntiamo a mete future, spesso senza accorgerci che la vita si manifesta nei continui traguardi presenti. Pensiamo che la felicità si possa conquistare dopo un lungo cammino, quando in realtà abbiamo la possibilità di sceglierla a ogni passo. Durante un solo giorno ci perdiamo innumerevoli momenti di gioia ed emozione perché non siamo connessi con il nostro io, troppo presi dal raggiungimento di obiettivi prefissati (spesso da noi stessi). Ci perdiamo la vita nel tentativo di costruirla. È pazzesco. Eppure la felicità è lì, in ogni attimo: nell'essenza. Per captarla, però, bisogna cambiare approccio, vivere senza paura e abbandonarsi con fiducia all'inevitabile mutevolezza. Vivendola così, ogni tappa del percorso porta con sé un significato positivo: che ci faccia ridere o piangere, gioire o soffrire, ogni esperienza ha il potere di farci crescere. Arriva un momento in cui ti accorgi che si comprende solo quando, liberi dai pregiudizi e dalla presunzione, si ammette di non sapere. Ogni ambito della nostra conoscenza è infatti in costante evoluzione, così come il nostro parere. Qualsiasi situazione sperimentata in passato non

La vita di Franco Batzella è un'affascinante avventura che attraversa decenni e continenti, dalle sue radici nella Milano del dopoguerra fino agli angoli più remoti del globo. Nato in un periodo di ricostruzione e crescita, Franco affronta sfide accademiche, personali e professionali con un indomito spirito di curiosità e resilienza. Dai primi passi al liceo "Manzoni" di Milano, dai viaggi in autostop attraverso l'Europa e il Medio Oriente fino agli studi universitari alla Bocconi e agli incarichi internazionali con la Banca Mondiale, per concludersi con la creazione di un'azienda vitivinicola a Bolgheri, il racconto si snoda attraverso gli occhi di un uomo che non ha mai avuto paura di abbracciare l'ignoto. Franco ci guida attraverso il Medio Oriente, l'Asia, l'Africa, le Americhe e i vigneti della Toscana, condividendo le sue scoperte e le sue riflessioni su culture diverse e spesso contrastanti, in un mondo che continua a stupire e cambiare. La testimonianza per le nuove generazioni che una via meno conservatrice di affrontare la vita, e meno dogmatica, è possibile!

Età di lettura: da 5 anni.