L'ondata di maltempo che avvolge la città di Parma, causando la piena del torrente, fa da sfondo alla crisi che colpisce la famiglia Chierici. Paola e Luigi, sempre più distanti, trascinano un matrimonio ormai logoro, mentre i figli subiscono il clima d'instabilità famigliare: Greta e Marco, nel pieno della tempesta adolescenziale, cercano rifugio altrove, mentre la piccola Sara assiste inerme al caos familiare. Carlo, il più sensibile, ha un legame speciale con la nonna Tina, custode di memorie e affetti. Ma quando un evento improvviso e sconvolgente stravolge ogni equilibrio, i Chierici sono costretti a guardarsi dentro, affrontando paure, colpe e rimpianti. Ed è proprio nel dramma che si apre uno spiraglio di luce: tra dolore e riscoperta, la famiglia troverà una strada verso la rinascita.

"La Poesia Sociale" di Alberto Padovani non è più solo un luogo virtuale - la pagina Facebook dell'autore - in quanto viene fissata su carta, che come sappiamo è materiale utile per una riflessione più posata, ma al contempo incendiario. Si è partiti pensando a una riedizione necessaria di un libro autoprodotto nell'ormai lontano 2013 per "venticinque lettori" o poco più. Si è arrivati a una nuova creatura composta di due capitoli: nel primo vengono limate, ridotte di numero e riedite le poesie sociali; nel secondo si va dichiaratamente "Oltre la poesia sociale", seguendo la cifra lirico territoriale, che sappiamo congeniale al poeta. Il risultato complessivo dei due capitoli è una miscela potente ad uso collettivo: la poesia come luogo della dolente riflessione, della sedimentazione letteraria, della sintesi creativa, della riemersione al mondo nel nome di una nuova sfida culturale, prima ancora che poetica.

Credo di avere una forte vocazione verso la tradizione antica, quella che si riassume nella frase "Tutto è uno, uno è in tutto". Un tempo, tutto era in armonia. Poi qualcosa è intervenuto, e il tutto non si è più riconosciuto nell'uno. Ma, come in ogni sogno, credo che esista ancora una traccia di quell'unione primordiale, sepolta nelle profondità di ogni essere. Le trentatré poesie sono una scelta naturale, fortemente simbolica e in armonia con il tema che attraversa il libro. Il numero trentatré, in molte tradizioni, è associato a un percorso di crescita, illuminazione e completezza. Non è necessario citare Dante Alighieri per spiegare l'importanza di questo numero, ma possiamo vederlo semplicemente come un ponte tra l'oscurità e la luce.

Toni è una bambina, Antonia. Il padre voleva un maschio. Nasce in una famiglia modesta, tipica degli anni '60, in un paese della periferia emiliana. Ha una intelligenza vivace, si appassiona allo studio e, grazie al maestro delle elementari, anche alla fisica e alla ricerca scientifica. Con coraggio attraversa gli abbandoni famigliari, le paure dell'infanzia e i traumi dell'adolescenza, riuscendo ad affermare il suo diritto a essere come vuole, anche se femmina. Studia l'universo e trova l'amore ma il destino ha in serbo una tragedia. Coloro che hanno fatto parte della sua vita la ricordano - o forse sono parte di lei e lei di loro? - e ripercorrono, dal loro punto di vista, momenti, episodi ed esperienze vissuti insieme. Saranno proprio queste narrazioni a più voci a farci conoscere definitivamente Toni e aspetti della sua vita estranei anche a lei, a farci capire qualcosa in più dell'Universo, a suggerire domande sul senso dell'esistenza intesa come interazione e contaminazione continua. Le sollecitazioni culturali che, in filigrana, fanno da sfondo al romanzo, sono l'immaginifica interpretazione delle suggestioni della metafisica quantistica.

"La rotazione terrestre" è un libro semplice e bellissimo. Lo scoprirete. È il canto corale di tutta una serie di attori minimi: uccelli, insetti, aquiloni, nuvole, panni stesi ad asciugare, e mele rosse poste in circolo come pianeti al centro della tavola familiare, a costruire un universo ordinato e senza dolore che ruota attorno alla casa, agli affetti che la compongono. Anche se poi, nel mondo di Alma Saporito, il bene, la luce e la pienezza non sono mai conquiste definitive, né il male, l'ombra e il vuoto sono perdite senza rimedio. Oddio. Insomma. Quasi sempre. Alberto Manzoli

Che senso ha fare un Everesting? Nessuno! E allora perché farlo? Perché non ha senso. Da questo insensato pensiero Enrico, insieme a Matteo e Renato hanno progetto l'Everesting e un Corno. Tre innamorati di questa montagna, la più alta di Bologna, e anche la più lontana dalla città, terrazza perfetta di Firenze e di Pistoia, ma anche del Tirreno. Sulle sue strade si sono conosciuti pedalando e diventando un pezzettino di essa. La rinuncia di Renato lascia i protagonisti in due ma in poco tornano ad essere in tre con l'inserimento di Felice, instancabile pedalatore salentino trapiantato a Formigine. Un giorno intero, su e giù lungo i quasi 9 km che uniscono Farnè a Madonna dell'Acero, 21 ore pedalate, tra castagni, querce secolari, abetaie e faggi altissimi. Pedalando per sé stessi e per chi in strada ha perso la vita, portandoseli dietro per tutto il segmento, perché anche Loredano, Michele, Monica, Matteo e Davide stavano pedalando con loro per salire sull'Everest al Corno alle Scale.

Il museo Van Gogh di Amsterdam è, per chi scrive, un luogo d'affezione. E i testi riuniti in questo volumetto, espongono parte dei pensieri e degli stati d'animo, che varie visite, distribuite nell'arco di un cinquantennio, hanno immancabilmente suscitato. Qui si parla di dipinti e disegni che, salvo rare eccezioni, appartengono alla collezione del museo: e vi si trovano allineati in una sorta di percorso storico e biografico. Chi li passa in rassegna uno alla volta dall'inizio alla fine ha innanzi a sé il compendio di una vita, che la ricerca artistica pervase per intero e che da questa fu colmata oltre ogni limite da travolgenti entusiasmi e da indicibili sofferenze. Quella di Vincent Van Gogh è una tragedia moderna. Al suo orizzonte non ci sono divinità capricciose, né un fato inesorabile, né una legge violata che l'eroe, al prezzo della vita sia chiamato a restaurare. C'è invece la solitudine essenziale, in cui l'esistenza perdura, in balia del tempo e del desiderio mai pago. E c'è il dissidio nel quale cercando completezza essa precipita e di continuo si dibatte: dissidio da sé medesima e da un mondo esterno che non ha l'obbligo di favorirla.

Questa storia nasce fra le strade, i vicoli e i portici di una Bologna immersa nella primavera, ma porta verso l'oscurità di avvenimenti misteriosi. Narra lo strano caso di un uomo che intraprende un viaggio incredibile fra la vita la morte, e di un enigma che lo imprigiona, fra ricordi e visioni improvvise. Edgar è il suo soprannome, particolare tributo al suo scrittore preferito, e tutto ciò avviene a metà della sua vita, mentre per non affondare nell'oblio si aggrappa disperatamente ai ricordi delle donne alle quali in un modo o nell'altro ha cambiato la vita, e che lo hanno a loro volta cambiato, divenendo i simboli della parte più importante della sua esistenza. Ma il suo viaggio nello spazio oscuro nasconde un mistero e indagandolo scoprirà qualcosa, di sé stesso e di altri, che non avrebbe mai pensato possibile, indicandogli una meta da raggiungere. Perché la vita, forse, può finire con la morte. Ma con la morte può anche iniziare.

La collana solidale "Quando Capita" è arrivata al suo settimo volume. Anche questo è stato un viaggio davvero memorabile. Autori che hanno prestato le opere del loro ingegno si sono affezionati allo stare insieme in questo progetto a favore delle persone che si trovano in situazioni difficili. Gli autori di "Quando Capita" si sono incoraggiati reciprocamente, si sono divertiti e anche commossi alle presentazioni curate e condotte con trascinante entusiasmo da Maurizio Barilli, ideatore di questa collana che è già un po' cult, almeno per noi. In questo volume viaggerete in orizzontale e in verticale, nel reale e nel virtuale, quello che è certo che in ogni pagina sentirete cuore e intenzioni degli autori che Epika edizioni ringrazia sentitamente, con un inchino strameritato.

"Il senso del blu" è un thriller, un gioco, un atto d'amore per la città di Torino e un ringraziamento all'immaginazione che aiuta a rendere speciale l'intera vita. Antonio Bosso rimane incastrato nel proprio corpo e viene chiamato ad affrontare un'impresa più grande di quanto lui abbia mai potuto anche solo sognare. Un gatto, la propria mente e improbabili amici saranno la sua salvezza. Il blu è la chiave.

«I vuoti e le assenze che i ricordi e le presenze non sono capaci di colmare, solo evidenziare perché, pur fatte entrambe di pensiero, le assenze sono più dense delle memorie, è il dolore della perdita che dirada e indebolisce la forza delle ultime. "Cosa ti saresti ricordato di me?" Ricordare le piccole frasi d'amore ricevute nel corso della vita per farne una coperta che ripari un pochino dal freddo, il peso dell'amore. Quell'attesa del giorno, sapendo che poi le ore passeranno lente, in attesa della notte, sapendo che giorno e notte che si alternano sono solo due diversi tipi di inferno. E il terrore sotteso dei rimbombi nel nulla, in un libro di poesie toccanti e bellissime.»

Una famiglia di mezzadri attraversa il '900 fino agli anni '70, quando la mezzadria viene annullata. Ci sono le esperienze di due guerre mondiali, il duro lavoro dei campi, l'organizzazione famigliare e la cura del patrimonio e degli animali. C'è un nonno che racconta e ci sono le storie di dieci fratelli che aspirano a migliorare le proprie condizioni economiche e di vita, senza voler recidere completamente il legame con la terra. Tutto questo attraverso gli occhi di un bambino che ora ricorda le esperienze vissute e i racconti ascoltati tante volte.

Chi ha ucciso la Bonsani? Se lo chiedono gli abitanti di Cascinelle, piccola e solitaria frazione persa nelle campagne tra Modena, Bologna e Ferrara. Certo, la Vanna non è mai stata benvoluta: arcigna e manipolatrice com'era, tutti, in quello spigolo di mondo, potevano avercela con lei. Giada, vice questore che si è da poco trasferita dalla città, deve scoprire l'assassino. Marco, che ha appena eletto a proprio domicilio la casa del nonno, a due civici di distanza dalla scena del crimine, aiuterà Giada. Sullo sfondo del panorama bucolico dei campi coltivati, l'indagine svelerà misteri macabri e segreti taciuti da generazioni.

"Nel 2025 ricorreranno 700 anni dal tragico scontro di Zappolino [...]. Questo mio lavoro non ha l'ambizione di contribuire alle celebrazioni, non è il mio compito; mi auguro semplicemente che possa interessare qualcuno e magari provocare in qualcuno il desiderio di allargare la ricerca ad altri aspetti o di tracciare una visuale più ampia del contesto storico. Questo sarebbe per me un vero motivo di soddisfazione". Vittorio Lenzi, 11 ottobre 2023

Una selezione di racconti scritti per diverse antologie e che spaziano tra i generi più disparati, dal gotico al comico, usando anche pseudonimi che sono libertà e divertimento, perché i confini vengono divelti e si può attingere a parti di sé che a volte si fatica a esprimere e forse anche a riconoscere e accettare. Usare uno pseudonimo è immaginarsi un'altra vita, dona spazio e realtà alternative, altri vissuti, altri modi di pensare. Uno pseudonimo ti rende irriconoscibile soprattutto da te stesso e da te stesso ti distacca e distrae, ti fa spaziare in generi che non ti aspettavi ti fossero così congeniali. Una raccolta che è un piacere leggere proprio per l'eterogeneità di generi e identità degli scrittori usciti dall'inventiva dell'autrice, in un gioco di scambi che dilaga anche tra un racconto e l'altro.

Siete pronti a iniziare un viaggio attraverso il tempo? Allora non potete non fare una sosta al Controluce, lo storico negozio di fotografia del misterioso Signor M. È lui l'anima della bottega, un luogo impregnato dell'odore di sigarette e caffè ma, soprattutto, di memorie. Le stesse memorie che il Signor M vede emergere ogni giorno sulla carta stampata e che, alla sera, trascrive sul suo diario personale... mentre i pensieri corrono veloci, come la luce catturata dall'obiettivo fotografico. Postfazione di Daniele Aristarco.

All'indomani della Liberazione, Parigi è una città sfinita. Dopo quattro anni di oppressione l'euforia dilaga e al fiorire di aspirazioni nuove fa da supporto la volontà di voltare pagina al più presto. In questo contesto di penuria e illusione, si colloca la vicenda di Saint-Germain-desPrés. Una ventata di entusiastica creatività si propaga e per almeno un decennio continuerà ad alitare, proiettando il quartiere al centro degli interessi della stampa mondiale e di un turismo di massa. La pop culture americana, e in special modo la musica jazz (nelle fattispecie tradizionali del dixieland e dello swing e del bebop) è di incentivo a questa brama di vivere non di rado spinta all'eccesso. I giovani ne sono i principali fruitori: nel desolato clima parigino essi si pongono quali interpreti genuini di una "libertà" il cui significato non sia soltanto formale. Alcuni di questi giovani diverranno star della musica, del cinema, del teatro, della letteratura. Altri usciranno invece di scena, ma tutti saranno stati partecipi di un'avventura elettrizzante che, pure a distanza di decenni, vale la pena raccontare.

A Jingt?, una terra isolata dal resto del mondo, si cerca di salvare la razza umana dagli effetti della guerra nucleare. Durante i festeggiamenti del Capodanno, arrivano in un villaggio due giovani provenienti dalla provincia ribelle. Ah'Lei vuole andare sulla misteriosa Isola dei maghi per svelarne tutti i segreti. L'incontro con Wu Sung, il guardiano, è fatale per entrambi e un'attrazione invincibile scaturisce. Il guardiano lo porta sull'Isola per i test genetici cui sempre il giovane si era sottratto e i risultati sono tanto sorprendenti che Ah'Lei e il suo amico Khai rischiano di venire rapiti dalle forze dell'Altrove. Per loro protezione i due giovani vengono portati sull'Isola, catapultati in un futuro ipertecnologico che non pensavano possibile. Fra tutte le scioccanti rivelazioni i due giovani scopriranno che per difendere un nuovo modo di vivere per tutta l'umanità, dovranno non solo confrontarsi con le forze del mondo morto, ma anche con i propri limiti, perché nel momento di maggior pericolo quello che pensavano leggenda prenderà vita.

Il cassetto dove si trova una parte dell'anima si è socchiuso, ne escono riflessioni e osservazioni in forma di poesie, brevi, a volte sorridenti, per offrire ringraziamenti, ricordi, dediche e piccole celebrazioni. La raccolta contiene anche sogni, esortazioni e speranze.

Queste d'oggi sono Rime quotidiane, così titolate perché attraversano la quotidianità della vita: quindi consuete, durature, giorno per giorno. Ed è una quotidianità perlopiù "recente": giorni e scorci al presente, o, meglio, che sgorgano su un "largo presente", diciamo un "presente prossimo" che include anche i fili del passato, fino a toccare l'oggi.

Katia e Raffaele sono due ragazzi della provincia di Modena che condividono la passione per lo sport e la voglia di conoscere il mondo pedalando. Il progetto è quello di attraversare in bicicletta le Americhe, da Ushuaia in Argentina, fino a Fairbanks in Alaska. Tempo a disposizione un anno per quello che non è solo un viaggio ma un'esperienza di vita, vissuta con la prospettiva di chi vuole incontrare popoli diversi mettendosi alla prova in situazioni che vanno molto oltre la routine delle abitudini e delle comodità quotidiane. Nessuno dei due ha mai pedalato tutto il giorno, su una bicicletta carica del peso essenziale alla sopravvivenza e alla sicurezza, per un periodo così lungo. Un percorso, tra il 2011 e il 2012, che ha toccato luoghi meravigliosi. Un viaggio indimenticabile, dove i diversi paesi, popoli, tradizioni, hanno arricchito a dismisura l'interiorità dei due viaggiatori.

"Attraverso il bosco" è un racconto che fa dialogare generazioni diverse, sul terreno comune e maieutico della favola. Una favola narrata con un linguaggio delicato e ricco di metafore, ma che non nasconde la natura delle cose, delle persone, delle storie di vita vissuta. Cinzia Abelli rinuncia a una prospettiva consolatoria: preferisce il racconto della vita, nel suo ciclo completo, che contempla la sofferenza, il passaggio di testimone, la partenza... l'eterno ritorno. La meraviglia è nella natura: l'uomo che la sa cogliere ha gli strumenti per attraversare il bosco, con la sua oscurità e i suoi paesaggi di luce. La trasformazione del bosco, nelle varie stagioni, è metafora del mutamento interiore e del percorso personale e sociale: accogliere questa legge, in una prospettiva solidale, è il segreto che viene sussurrato con parole toccanti e le splendide immagini di Francesca Pisegna.

Pedalare è bellissimo, sempre, avere una meta dove arrivare è raggiungere la perfezione. In questo caso le mete le ha date una manifestazione nata in pieno lockdown con l'intento di dare nuova vita ad angoli più o meno nascosti del nostro Appennino: i Santuari Mariani. Giri in bicicletta, pedalati quasi tutti in solitaria nel 2021, alla conquista dei Santuari che garantivano i brevetti Gold e Silver del "Circuito dei Santuari dell'Appennino Bolognese". Ne "Il Templare in bicicletta" si narrano le storie dei Santuari conquistati e anche quelle di luoghi caratteristici incontrati durante il tragitto per arrivare ad essi. Storie semplici raccontate in modo essenziale e incisivo, piccole grandi imprese dove la battaglia lungo il percorso è con l'intersecarsi di strade, salite come muri, discese e falsopiani, ma soprattutto con se stessi. Storie ricche di altre storie che ne fanno tanti piccoli preziosi pellegrinaggi; vicende che si perdono nei secoli ed è un vero piacere leggere. Alla fine resta un senso di pienezza, e la voglia di andare a verificare di persona, magari inforcando quella bici che da tempo non usiamo più.

Dedicato agli appassionati di drama asiatici, a coloro che ne sono incuriositi e anche a chi non ne sa niente. Un viaggio totale che dalla prima scherzosa immersione si inabissa sempre più nel profondo, per osservare culture, tradizioni, modi di vivere e società diverse dalla nostra, in storie così coinvolgenti da prendere possesso della nostra anima. In noi affioreranno le più svariate emozioni e soprattutto la voglia di innamorarsi, di qualcosa o qualcuno poco importa; questo tuffo in un oceano di meravigliose immagini arriverà a parlarci di noi e del mondo che ci circonda; delle nostre solitudini, dei nostri vuoti e desideri e del bisogno di condivisione e amicizia. Quando risaliremo in superficie saremo cambiati, perché ogni viaggio apre il cuore ai sentimenti e la mente a ciò che prima ritenevamo diverso.

Partendo da un drammatico fatto di cronaca realmente accaduto, l'autore sviluppa una storia che descrive una pagina importante dell'attualità politica italiana. Tra aspirazioni, emozioni, progetti e umane debolezze, nel racconto s'incrociano le vite dei diversi protagonisti, legati a loro insaputa da un fattore comune. In un alternarsi di cambi di visuale vengono disegnati i ritratti di uomini e donne impegnati in vite molto diverse l'una dall'altra, fino all'incontro in una meravigliosa riserva naturale, sotto a un pergolato sulla riva del mare salentino. Attualità e ricordi passati si avvicendano in uno sviluppo avvincente, con tratti noir, offrendo inoltre riflessioni sull'evoluzione della politica italiana.

Con la nascita di sua figlia, Mattia realizza il sogno di creare una famiglia felice insieme a sua moglie e niente sembra poter scalfire l'amore che provano. Poi qualcosa si incrina e arriva l'inevitabile separazione. Mattia continua a vedere abitualmente la bambina fino a quando, contro al suo parere, la ex moglie si trasferisce lontano. Inizialmente l'ottimo rapporto con la figlia sembra reggere, ma all'improvviso la bimba non vuole più vederlo. Inizia un concatenarsi di eventi che porta Mattia a combattere contro falsità, pregiudizi, istituzioni burocrate e giudici. Mattia lotta con tutte le sue forze e nonostante sua figlia si mostri sempre più distante, grazie anche all'aiuto della nuova compagna riesce a non arrendersi. Poi lentamente, l'amore e la ragione prendono il sopravvento. Il romanzo è basato su una storia vera.

Oggi, nell'Ulster, vige una situazione di "tregua", che fu inaugurata dagli accordi del 1998. Le parti belligeranti - i repubblicani e indipendentisti da una parte e i monarchici filobritannici dall'altra - si impegnarono a sciogliere le organizzazioni paramilitari, a consegnare le armi affinché fossero distrutte, e a condurre la lotta solo sul terreno della legalità. Si è così smesso (ma non del tutto) di sparare e di buttare bombe. Ma la tregua non equivale ancora alla pace. Le cause di questo conflitto non sono ancora state rimosse né sufficientemente neutralizzate. La tregua è una realtà fragile, che un solo sparo potrebbe ancora guastare. E intanto sulle coscienze come sui rapporti civili pesano ancora enormemente il dolore per le migliaia di vittime senza giustizia, la rabbia per tutti gli assassinii rimasti impuniti e la sfiducia verso governi che su queste cose non hanno mai fatto piena chiarezza.

Francisco è l'inconsapevole protagonista di questo romanzo il cui il dominio appartiene ai rapporti fra quattro fratelli e il figlio di Henri, Javier. Henri si trova nella posizione privilegiata di "padrone di casa", anfitrione della ritrovata connessione con Bernarde, Annette e Paul. A ognuno di loro verrà concesso un tempo provvidenziale per ricollocare e rivivere momenti fondamentali della loro vita. I vissuti di tutti gli altri personaggi si annodano a quelli dei quattro fratelli. Raymond e Edith, i loro genitori, sovrastano il lungo dialogo, i racconti, i drammi, gli eventi e li arricchiscono attraverso una presenza calda e sottintesa, a sottolineare l'unicità del legame originario. Francisco si rivela il loro continuum nel post-mortem, la presenza necessaria a garantire la sincerità e la permanenza del rapporto familiare, la possibilità di sconfiggere il soffuso timore della solitudine. Gli altri personaggi che ondeggiano nel corso del romanzo offrono al racconto una vitalità senza posa e grazie a essi ogni storia accede al suo naturale completamento.

Il falso, la bugia, l'inganno: un tema che da sempre affascina, spaventa, fa ridere e sorridere. Purché le vittime non siamo noi. Allora il riso è amaro, e talvolta è peggio del dolore. I temi affrontati attingono al quotidiano, e i personaggi sono colti in uno di quei momenti cruciali della vita in cui il destino attende tutti gli esseri umani, obbligandoli a confrontarsi con se stessi. "A onor del falso" è una carrellata impietosa delle nostre fragilità, ma anche una porta che audacemente si schiude su verità nascoste e risposte inattese.

Fiori come arma di vendetta, fiori mossi da una naturale predisposizione a farsi giustizia sommaria, fiori che prendono vita (intesa come vita animale) per punire crudelmente scelte discutibili e gravi peccati. Racconto dopo racconto una natura inquietante, alcune volte orchestrata da menti umane, giustizia chi si è macchiato di un tradimento, di un omicidio, di una violenza, di un rapimento. Undici storie in cui qualcosa di dirompente invade la "normalità" di abitazioni, borghi, campagne. Undici racconti maledetti in cui a cadere non saranno solamente i colpevoli.