Chi accosta per la prima volta il libretto degli 'Esercizi Spirituali' di sant'Ignazio di Loyola si accorge, dopo un iniziale senso di smarrimento, di avere tra le mani una mappa dello Spirito, che per impervi sentieri conduce a un'esperienza davvero unica e via via sempre più coinvolgente, 'appassionata' di discepolato.'Deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia' (Eb 12,1). È questa la prima tappa del cammino ignaziano, che - a partire dalla contemplazione del senso e del significato della vita come pensato da Dio per l'uomo - conduce a maturare 'orrore e vergogna' per il male di cui anche noi siamo responsabili. È lo sguardo di amore e di misericordia del Signore Gesù a liberarci dalle spirali del maligno. L'autore, presbitero delle diocesi di Como, parroco e teologo moralista, propone il metodo ignaziano come ripresa consapevole del proprio cammino battesimale attraverso una vera e propria pedagogia dei desideri.

Il paese di Moltrasio, sul Lago di Como, viene visto come baricentro (punto di 'incrocio', quindi, e di 'equilibrio') di personaggi e di storie che si snodano dal 1831 al 1945. Tutti i protagonisti sono passati per Piazza San Rocco, dove la chiesetta omonima è stata il 'testimone' di questi eventi. Ne risulta una immagine di Moltrasio come 'riflessa' da queste storie. Personaggi: Vincenzo Bellini, Giuditta, Duchessa di Pleasance, il poeta Delio Tessa, la scrittrice Liala, Virgilio Ranzato, Mussolini e Churchill. In appendice viene pubblicato il diario di Adriana Barbiano di Belgiojoso, recentemente ritrovato: è il racconto semplice e puntuale della quotidianità nell'anno 1945, visto più che dalla aristocratica, dalla donna pienamente partecipe delle difficoltà, delle fatiche, delle ansie proprie di quei giorni difficili. Passa il tempo, passano le generazioni, passano i 'padroni': le case affacciate sul lago rimangono, testimoni 'quasi umani' del passato di questi luoghi.

Un saggio che vuole presentare un nuovo ordinamento sociale che può rappresentare una speranza per garantire a tutti maggiore libertà nell'espressione delle proprie capacità e uguali possibilità di partenza, senza il peso di quanto hanno fatto le generazioni precedenti. Si prefigura una società aperta dove il lavoro sia realmente al centro della vita sociale, così come virtualmente indicato dal primo articolo della costituzione. È una visione liberale nella quale si staglia il concetto di giustizia come equità.