Scoop. L'unica cosa che volevo dalla vita era essere conosciuto è la storia di un uomo di trentadue anni, senza nome, che lavora a Parigi per un prestigioso quotidiano. Nel suo ufficio, però, un giorno avviene un fattaccio, e il protagonista si trova improvvisamente assassino. La sua vita cambia quando, in carcere ormai da qualche mese, gli affidano un compagno di cella con lo stesso nome della sua vittima: Giulio. Il protagonista si troverà quindi di fronte a ricordi, paure e rimorsi suscitati dal caso di omonimia, e dovrà fare i conti con nuovi sentimenti che non aveva previsto.

Dopo l'ennesimo litigio con la moglie durante una vacanza in Salento, Nico Loiodice - un ex attore televisivo molto noto in passato ed estremamente somigliante a Dustin Hoffman - rientra anticipatamente nella villa di famiglia per godersi qualche giorno di solitudine e di riflessione. Per una serie di vicissitudini, tuttavia, l'indomani finirà per ritrovarsi moribondo sul fondo di un pozzo abbandonato, proprio lì all'interno della loro tenuta. Sarà proprio da questa assurda e drammatica situazione che emergerà pian piano la vera storia di Dustin/Nico: il suo passato da star televisiva e l'oblio mediatico, il successivo incontro con la ricchissima moglie e, infine, l'assoluta incapacità di dimenticare la sua vecchia e amata dimensione artistica. Ma Nico non è mai veramente solo: accanto a lui, amichevoli ma grotteschi fantasmi, vivono i personaggi interpretati al cinema da Dustin Hoffman. Saranno proprio queste conversazioni immaginarie ad aiutare il protagonista a capire chi è veramente e scoprire e affrontare il vero responsabile della sua sventura.

'Figlia del vento, figlia della noia' si snoda in tre parti, le quali rappresentano l'animo dell'autrice: 'Senso dell'abbandono', in cui i versi seguono un flusso emotivo intenso descrivendo l'amore, in ogni sua sfumatura, come miccia, fuoco e distruzione; 'Senso del possesso', i componimenti sono portavoce dell'anima riconciliata con la propria vera natura, in un percorso di riscoperta e riappropriazione del sé; 'Senso di appartenenza', i versi attraversano la terra natia dell'autrice e quella d'approdo, abbracciando così ogni luogo e non luogo. Iniziati in piena pandemia, questi cinquantasei componimenti ripercorrono pezzi di vita e di quotidianità, amori veri e platonici, cartoline di luoghi abitati per due giorni ma resi eterni dalle parole. Cristina Tedde, perennemente alla ricerca di nuove chiavi di lettura, è spinta dal vento della conoscenza che soffia impetuoso - come nell'isola da cui proviene.

In un mondo sempre più dominato dall'incertezza, un giornalista londinese disilluso, intrappolato in una crisi personale, riceve una misteriosa lettera che lo spinge a intraprendere un viaggio verso il Tibet. Viaggiando attraverso montagne silenziose e luoghi sconosciuti, incontra quattro bambine che lo conducono in un remoto monastero. Qui, sotto la guida enigmatica di una saggia, si confronta con sé stesso grazie a nuovi insegnamenti e antichi rituali. Alla ricerca di Ananda è un romanzo di ricerca, scoperta e rinascita, dove spiritualità e modernità si confondono. I simboli degli elementi sveleranno il potere trasformativo della semplicità, ponendo al lettore la cruciale domanda: per vivere pienamente la nostra esistenza, a quale presente scegliamo di credere?

Chen, adolescente cinese di Fushan, nella Manciuria, si trova improvvisamente a dover fare i conti con il burrascoso passato di famiglia. Nonna Yang, stretta in un mutismo che è anche la molla che fa scoccare la curiosità della nipote, cela un vissuto che stride con la sua apparenza innocua. Ying, la madre, è ben diversa dalla figura fragile che avrebbe lasciato la bambina qualche anno prima alle cure della nonna. Ciascuno racconta la storia familiare da una prospettiva diversa, dimostrando come la verità non sia mai una e indivisibile, bensì un racconto pirandelliano creato per soddisfare le attese dell'altro e non tradire sé stesso. Tutto ciò che viene narrato è labile, talvolta confuso e poco attendibile. Chen apprenderà che, solo custodendo le proprie radici e dismettendo la parabola discendente iniziata dalle donne di casa Zhou, potrà vivere e ricostruirsi. Sullo sfondo, la guerra sino-giapponese e la crudeltà delle operazioni belliche, che mutano gli animi e li spingono a un punto di non ritorno.

C'è un momento, spesso impercettibile, in cui il rumore dentro di noi diventa insopportabile. Non il frastuono della città, non le voci degli altri, ma quel caos interiore che si insinua tra i pensieri e li scompiglia. E poi c'è un dolore che non si vede, ma che si incastra ovunque. Un dolore che non si può raccontare con ordine, perché l'ordine non gli appartiene. 'Non toccarmi l'anima con le mani sporche' è il tentativo di dare voce a quel rumore e a quel dolore, di trasformarli in qualcosa di comprensibile. Attraverso frammenti di vita, riflessioni crude e pagine di poesia, il libro esplora le contraddizioni dell'animo umano: l'amore che consola e ferisce, il perdono come resa, la paura di non essere abbastanza, il bisogno di appartenere e la necessità di lasciar andare. È un viaggio sincero, senza schemi o certezze, che parla di cadute e risalite, di solitudine e speranza, di depressione, delle difficoltà dell'essere donna, di infelicità e della sua accettazione. Di quegli istanti in cui ci si sente persi e di quelli in cui, anche solo per un attimo, si riesce a ritrovarsi.

Una bambina vive in un piccolo paese dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Le sue giornate sono scandite dai giochi in strada con gli amici, le ginocchia sbucciate e i pomeriggi sotto il sole caldo dell'estate sognando il mare lontano. La sua vita è fatta di piccole certezze: l'orto dietro casa, le storie che le racconta la nonna e l'amore per la sua bicicletta. Il mondo comincia a cambiare quando arrivano le prime delusioni dell'amicizia, i primi grandi addii, i tradimenti e le incomprensioni. Proprio in questo periodo di fragilità, un nuovo uomo, Gabriele, entra nella vita di sua madre. La casa si riempie di nuove voci e abitudini, e la piccola protagonista dovrà fare i conti con la nuova figura della sorella. Il romanzo racconta il passaggio dall'infanzia all'inizio dell'adolescenza, attraverso le scoperte, le difficoltà e le gioie di una famiglia allargata. È una storia di amicizia, di amore e di accettazione, che celebra la forza dei legami che si creano con il cuore, anche quando non sono quelli tradizionali.

Un mattino d'inverno Cosima Castaldi è costretta a lasciare il palazzo in cui vive. Sofferente da tempo del morbo di Alzheimer, è condotta in una residenza sanitaria assistenziale, la stessa in cui è ospite Bianca, la sua amica d'infanzia. Sedici mesi dopo Ghita Pasini, la sua dama consolatrice, rivela di essere l'unica visitatrice di Cosima. Nel corso di un conto alla rovescia di tre giorni, al termine del quale intende lasciare il posto per riprendere la sua vita di scenografa teatrale, Ghita ritorna sulle tracce dell'incontro con Cosima e Bianca, delle stagioni dell'amore e della prova di tutte e tre le donne. Percorrendo le vie di una piccola città, l'eco della voce di Ghita richiama un eterno andirivieni di eventi e stati d'animo, col proposito di smascherare i volti, le parole e i silenzi di una comunità. Una storia sulla scelta di accompagnare o abbandonare non solo le persone che non sono più in grado di prendersi cura di sé, ma anche i luoghi e gli oggetti che hanno dato corpo e anima alla loro esistenza e continuano a vivere di vita propria, nonostante tutto e tutti.

Eddy, londinese alcolizzato e violento, durante una lite domestica uccide la moglie Ivy e il figlio James. L'omicidio segna il punto di non ritorno per il protagonista che, accompagnato e spinto dal suo lato oscuro rappresentato dalla sua ombra Henry - personificazione del suo disturbo dissociativo della personalità - scappa da Londra e si rifugia nella casa del defunto suocero a Marausa, una piccola frazione vicino Trapani, dove spera di sfuggire alle conseguenze del suo atto. Ben presto, tuttavia, scopre che la sua fuga non può essere un riparo: il passato, con i suoi fantasmi, lo insegue senza tregua, e una squadra investigativa guidata dalla commissaria Miceli e da un ispettore di Scotland Yard è sulle sue tracce. Incentrato sul tema del doppio e sulle dinamiche complesse della psiche, questo thriller psicologico solleva fin da subito interrogativi sul bene e sul male intrinsechi in ogni individuo, mettendo in luce l'impatto che può avere un passato violento sull'essere umano e sulla natura duplice che, a volte, risiede nelle nostre coscienze.

Kimora ama l'ironia, la cioccolata, i suoi chili di troppo, la sua Verona. Lavora come segretaria nello studio di Lorena, nutrizionista e sua grande amica fin dai tempi del liceo. Quando Davide Garonzi, l'uomo che ha sempre amato, riappare nella sua vita, tutto si complica. Lui lavora con il cugino Leonardo in una palestra, e ora anche Kimora e Lorena entreranno a far parte del team. Tra allenamenti, attrazioni inaspettate e ferite mai rimarginate, la protagonista dovrà fare i conti con il passato, con chi è stata e con chi vuole diventare. Una storia di corpo e cuore, di errori e rinascite, che racconta quanto sia difficile sentirsi 'abbastanza' e quanto amore serva, prima di tutto, per sé stessi.

Paolo vive tra il presente e il passato, un continuo rimbalzo di ricordi e ossessioni che lo portano a interrogarsi su cosa resta del tempo vissuto: gli amori, i fallimenti, le relazioni familiari, filtrati da eventi che hanno segnato la sua generazione. L'11 settembre, la strage di Utøya, il Milan di Berlusconi, Federer, la pandemia: tutto si intreccia nella sua memoria come un mosaico disordinato. Claudia è una presenza sfuggente, un punto fermo che in realtà non c'è mai davvero. Attorno a lei orbitano altre figure: Brando, un padre che ha costruito un impero economico negli anni Settanta e ha lasciato ai figli un'eredità di assenza; Magda, che cerca uno status che la definisca e finisce per perdersi nella sua stessa ascesa sociale. Con tono leggero e disincantato, il romanzo si muove con un'ironia che stempera la malinconia di chi osserva il tempo scivolare senza una direzione chiara. Il finale a Kiruna, tra il gelo e l'aurora boreale, è un'immagine sospesa: il tempo non si ferma, ma forse Paolo smette di rincorrerlo.

Questa raccolta di racconti vuole esplorare la realtà come in una Storia Naturale, partendo dalla materia inanimata, passando per i vegetali, gli animali e l'uomo, quest'ultimo poi messo alla prova del soprannaturale e della fantascienza. Nei vari racconti emergono anche temi come la perdita dell'infanzia e l'insoddisfazione per ciò che si è, e che non si potrà mai essere.

Vittoria è una ragazza che ha vissuto la sua infanzia e gli anni della sua tormentata adolescenza a Torino, che ha affrontato l'adultità con il suo bagaglio di esperienze costellate di dissidi e riappacificazioni e che, giunta all'età matura, ha imparato a sorridere di ciò che succedeva attorno a lei. In 'Poi... quando sarai grande' l'autrice compie una ricerca dentro di sé rileggendo pensieri e riflessioni appuntate nel corso del tempo, un recupero del passato con frequenti pause che risulta faticoso ma che, solamente da quando è rimasta sola, le ha permesso di prendere le distanze da chi non le aveva creduto, da quel non sentirsi mai grande abbastanza per agire, che aveva limitato il suo cammino.

Erano i tempi in cui si utilizzavano i gettoni telefonici, si vedevano i film di Bud Spencer e non vi erano cellulari né Frecciarossa, e se qualcuno avesse pronunciato le parole 'Google' o 'chattare' l'avrebbero preso per un marziano. La passione giovanile del protagonista del libro per il calcio e per gli azzurri del Napoli, dagli anni Settanta agli anni Novanta del secolo scorso, si mescola, a ritmo incalzante, con fatti di cronaca ed episodi della sua vita quotidiana creando un cocktail intrigante. Infine, le vacanze al mare, quando il protagonista, allora ragazzo, nel portabagagli della Fiat 131 del padre metteva l'«Intrepido», il «Guerin Sportivo» e i fumetti de Il Comandante Mark, ma soprattutto valigie piene di sogni, mai realizzati ma forse indimenticabili proprio per questo, e l'immancabile pallone, un po' sgonfio, per giocare sulla spiaggia dove si ascoltavano le canzoni dal variopinto jukebox.

'Snodi' è la storia di Laura, una donna apparentemente realizzata che, al compimento dei suoi cinquant'anni, si ferma a riflettere su sé stessa e si accorge che la sua vita sta scorrendo via piatta, senza slanci, senza emozioni e, soprattutto, senza amore. Attraverso il processo di riscoperta interiore, non privo di lacerazioni personali e familiari, Laura imbocca lo snodo della consapevolezza di sé, l'unico capace di dare un senso pieno alla sua vita. Ma questo le basta per essere felice? Le è sufficiente per ritrovare l'equilibrio o attende di trovare un altro snodo sulla sua strada? La narrazione scandaglia, con la voce della protagonista, le mille sfumature di un tormento, il coraggio di una scelta difficile, la fragilità di una donna di mezza età, adulta e bambina al contempo.

Molly arriva da una piccola realtà, è una ragazza solare, con la mente e il cuore aperti, e non si tira mai indietro dal vivere tutto al massimo. Questo è un viaggio attraverso un periodo buio, ma anche carico di nuova luce. Molly ripercorre le sue passioni, le sue tragedie, i suoi amori. Rivive i film, i libri, le canzoni, le esperienze della sua esistenza che l'hanno fatta sentire viva almeno per un'istante. La scrittura diventa la sua ancora di salvezza, il suo rifugio sicuro e si augura di riuscire a sollevare e far ritrovare altre anime perdute. Molly passeggia fra i frammenti del suo vissuto, tra i ricordi, cercando di ritrovare il sentiero, la sua forza e la sua vivacità. Libro dell'Incertezza non è un manuale di istruzioni per vivere, ma è un flusso di coscienza che cerca di dare conforto, rammentare a chi vorrà immergervisi che la notte finirà, i momenti grigi lasceranno al sole il loro posto, e vuole ricordare che ognuno ha dentro di sé l'energia adatta per andare avanti.

'Resti d'amore e altre stranezze' è una raccolta di racconti quadripartita: 'Storie virtuali', 'L'amaca', 'Il punto', 'Il giorno'. Vi sono testi lunghi, brevi e brevissimi, reveries e aforismi, tutti al femminile. Il percorso, a tappe, parte indagando il sentimento amoroso nelle sue diverse sfumature e declinazioni: storie d'amore mancate, fraintese e inceppate; lo sguardo si sposta, poi, nel mondo delle favole - rivisitate o inventate, antiche e moderne -, per giungere simbolicamente a un punto (di svolta o di arrivo o di domanda), il momento sospensivo in cui grazie a un piccolo ingorgo percettivo si apre la strada per nuove consapevolezze.

'Diario d'amore civile' è una riflessione sull'amore, sui rapporti umani, sull'invisibile che attraversa la nostra vita, sui baci, su ciò che ci portiamo dentro il petto, sul dolore, sulla sofferenza, sui legami sentimentali e astrali, sull'energia cosmica che ci pervade, sulla Politica come agire pratico di un ideale antico, forse d'un sogno, quasi d'un orizzonte che si vuole raggiungere, semplicemente amando. Impariamo ad amare. Questo Diario vuole essere un'alternativa al Principe di Machiavelli. Anzi, rappresenta proprio un'alterità possibile. E lo fa attraverso parole d'amore, gesti concreti, impegno civile. Ogni capitolo richiama un'idea sulle regole non scritte dell'amore, uno spunto per vivere pienamente la nostra esistenza, un modo originale per dare al lettore una visione d'insieme attraverso la memoria, la libertà e la fantasia. In una parola, attraverso la Politica.

Alice, una bambina di dodici anni, trova un diario in una soffitta. Spinta dalla curiosità di scoprirne i segreti, convince la zia Aidi a rivelarle i contenuti del prezioso manoscritto da lei custodito. Sedute sul dondolo nel giardino della casa di campagna, Aidi comincia a raccontare la storia della sua famiglia, ripercorrendo quasi un secolo di memorie. Perché proprio lei ha ereditato quella casa e il bosco che la circonda? Tra le pagine del diario emergono lettere e fotografie d'epoca, rinvenute in una vecchia cappelliera, che svelano emozioni, segreti e momenti salienti, spaziando dalla guerra al lavoro nei boschi, fino a un futuro ancora da scrivere. La cappelliera racconta una storia familiare attraverso la quale celebra l'amore per la terra e per le tradizioni, invitando a riscoprire le proprie origini, a riconoscere un legame tra le persone e i luoghi e a comprendere come il passato possa guidarci nel futuro.

Vent'anni dopo la fine del conflitto jugoslavo due uomini si ritrovano sull'isola croata Iz, dove le loro vite sono cambiate per sempre. Per entrambi l'incontro sarà un'occasione per ricostruire la loro storia un pezzetto alla volta. In particolare, il massacro dei civili e l'assedio di Vukovar - conosciuta come la Srebrenica croata - sono ferite ancora aperte. Il dolore, la morte, l'amore e la speranza si intrecciano nei racconti di vari personaggi, mentre sullo sfondo dei ricordi si raffigura il trauma collettivo della guerra.

Una giovane attrice viene scritturata da una promettente compagnia teatrale per interpretare il ruolo controverso e affascinante di Giovanna d'Arco. Dopo settimane di prove e un debutto di successo, l'attrice comincia però ad accusare strani disturbi, che la spaventano e la convincono a lasciare la recitazione. Ma l'incontro con un maestro di danza, che è in realtà un maestro di vita, la spinge ad abbandonare le sue sicurezze, il suo atteggiamento vittimista, un promesso sposo e la sua città. Comincia così per lei un viaggio esteriore e interiore, costellato di singolari personaggi e fatto di coincidenze e agnizioni. La narrazione procede su due piani: quello del tempo lineare che la protagonista vive e quello dei suoi ricordi d'infanzia che appaiono nel racconto come una sottotrama che emerge in presa diretta. Così le ragioni della sua inquietudine vengono svelate movimento dopo movimento, e ogni dolore, ogni prova da superare, persino quella del grande amore perduto, diventano la spinta per un nuovo passo.

'E questa musichetta impertinente. La senti anche tu? Ma forse sono le mie orecchie, è nelle mie orecchie che si è infilata questa musica, e mi perseguita anche di notte'. Questo il punto di partenza per un affascinante esperimento narrativo che dà vita a racconti unici. La musica è il filo che unisce le varie opere, in un mosaico di voci che invita il lettore a riflettere su come un singolo inizio possa generare infinite possibilità. Un viaggio attraverso la creatività e la diversità della scrittura, che celebra la ricchezza e la pluralità della letteratura contemporanea. La musica diventa quindi la chiave per esplorare le emozioni più profonde, le sfide umane e la ricerca di un significato, accompagnando i lettori in un viaggio che è tanto sensoriale quanto emozionale. Perché 'la melodia si trasforma, si evolve. È una celebrazione della vita, un inno alla bellezza'.

Un tempo si pensava che nel mondo esistessero luoghi determinati che ne segnavano la fine. La fascinazione di questa idea permane, ed è in fondo parte di ognuno di noi. La Terra che l'autore racconta in questo libro finisce dove è iniziata: nella casa dell'infanzia. Un luogo abitato dalle ombre degli affetti perduti. Nell'esilio della morte di chi amiamo quel che resta sono i gesti, gli sguardi, le parole e le cose vissute insieme. In questo ritorno nella vecchia casa, le ombre del passato hanno raccontato all'autore delle storie. Minasi cuce attraverso la poesia quel taglio inesorabile che divide in due la nostra esistenza quando perdiamo una persona cara. I versi di questa raccolta sono rammendi affettivi che ornano di luce nuova le crepe di quell'universo d'amore spaccato. Riappacificarsi con un tempo che non c'è è una sorta di patto con una felicità perduta, una ricerca di una fine e al tempo stesso di un nuovo inizio.

In una Londra antica e avvolta dai fumi del passato, due giovani si ritrovano coinvolti in un intreccio amoroso e passionale. Katrine, la moglie del Governatore, perde la testa per Lord Weston, che la salva da un matrimonio combinato, infelice e violento, scatenando così le ire del marito. Tra vari colpi di scena viene narrata la forza di lottare per la propria libertà in un'epoca in cui le donne non avevano ancora il diritto di scegliere da quale matrimonio fuggire, mentre, come nei migliori romance, il vero amore si erge paladino dei legami più sinceri.

Bisognerebbe immaginare questa raccolta di racconti come una rampa di scale che conduce da un luogo a un altro di un solo, più grande, edificio. Sei storie, ma forse non è che sempre la stessa o, forse, nessuna in particolare. Ci si muove tra spazi, tempi e punti di vista accompagnati dai vari altri sé che siamo, che ci hanno preceduto o che potremmo essere. Come le scale di Escher, passare da una storia all'altra non significa progredire per arrivare a una meta, nessun finale è davvero importante. Importante è forse lo spostamento, l'andare dalla città alla cascina tra gli ulivi, dall'appartamentino olandese all'Atlantico, da Bologna a Malmö e fino a un altrove che è anche un qualcuno. O forse niente di tutto questo è rilevante e non bisognerebbe immaginare proprio nulla, ché poi, lo sappiamo, ognuno è autore del suo viaggio. E il viaggio esiste perché esiste il paesaggio, qualsiasi esso sia. Questi racconti sono un paesaggio.

Come si supera il dolore per un aborto? Il calore del nido può essere una cura? Maria, dopo un aborto spontaneo a quasi quarant'anni, decide di tornare dalla sua famiglia per alleviare l'animo martoriato. La madre, affetta da demenza senile, è in preda a deliri intermittenti e, ascoltando le sue farneticazioni, la figlia rivive il suo stesso delirio per un lutto non ancora cicatrizzatosi. Apparentemente caotico, ma solido; disordinato all'inizio, trasparente poi; capovolto e lineare allo stesso tempo: 'Stadio pupa' è un romanzo che parte dalla fine di una storia per ripercorrerne le origini, senza tradire mai la sensazione che si stia avanzando piuttosto che retrocedendo. Tutto ruota intorno a una casa dalla porta rosa, che è rifugio e gabbia di una famiglia, imperfetta come tutte. In un ciclo eterno e consolatorio, si alternano le fasi della vita e gli adulti si ritrovano tali senza rendersi conto di quando sia avvenuto il cambiamento: il loro stadio pupa.

Il nodo del seno è la piccolissima centrale anatomo-funzionale da cui origina il ritmo normale del cuore. Siamo in vita fintanto che esso determina le nostre sistoli: i nostri incredibili, spontanei e variabili, battiti. Quando accelerano e quando decelerano, talvolta saltellano, spesso inavvertiti, nelle vicende della vita. La tiene accesa, la vita. Si spegne con la morte. La protagonista di questo romanzo, una giovane donna medico, ne ha una percezione elettiva e ingombrante: scandisce le sue emozioni, le eccitazioni, la gioia e la sofferenza. Ovvero tutto quello che si trova ad affrontare nella propria vita affettiva, sentimentale e professionale nel periodo calante della recente pandemia da Coronavirus. Fuori da ogni retorica della professione, né angelo né eroe, la dottoressa Gi è alla ricerca di una dimensione esistenziale ed erotico-sentimentale difficile da individuare, poiché il senso, se ce n'è uno, è offuscato dalla trama ingarbugliata della sua vita o, perché no, dalla vita in sé.

Questi sono canti di protesta e di ribellione; di rabbia e di disagio da parte di chi, all'interno di un sofisticato sistema di dogmi e verità stereotipate, proprio non riesce a ritrovarsi. Una resistenza personale che vorrebbe farsi comunitaria, collettiva, sfruttando lo strumento della poesia. Il pirata protagonista di questa silloge, archetipo dell'uomo libero e in costante movimento, è infatti sempre in cerca di nuovi compagni per la sua ciurma. Partendo da sé stesso e da ciò che è per lui la poesia, il suo cammino si dipana tra uno scontro e l'altro, riflettendo il bisogno di libertà e autenticità frustrato dal vivere in un ambiente altro e ostile; infine, preservando la sua mente e riappropriandosi di quel tesoro che è il tempo, riuscirà a salpare ancora e senza l'autorizzazione di alcun potente, ma con una 'lettera di corsa' scritta di suo pugno.

Limbo è una raccolta di poesie e illustrazioni che esplora il passaggio dall'infatuazione al disinnamoramento. L'opera è divisa in tre sezioni: 'Illusione', 'Limbo' e 'Disillusione', ognuna di esse rappresenta una fase del processo. Inoltre, la numerazione delle poesie le associa in coppie sulla base della loro somiglianza o, al contrario, distonia. Quest'ultimo è gioco che invita il lettore a partecipare attivamente alle tematiche trattate dall'autrice: lo scontro tra illusione e realtà, la lontananza come agente di tormento o di sublimazione e, infine, il rapporto tra artista, opera e musa ispiratrice. Componimenti e rappresentazioni grafiche si sostengono a vicenda per creare un immaginario vivido e simbolico.

È necessario frantumarsi. Abbandonare il proprio nome, lasciarsi guidare. Di colpo, tramite un'epifania mai cercata o ambita, ma che risponde a sentieri ancora oscuri e sotterranei, ci si è resi conto di quanto possa essere profonda la trama della realtà. La nostalgia verso ciò che non si ha mai avuto diventa nostalgia di ciò che siamo. Ora. Lo sguardo perduto e malinconico che si volge alla finestra riceve un nuovo colore. Ecco la luce che taglia la memoria trasformando incontri e discorsi, sogni e destini in sensazioni che avvolgono la pelle e non la lasciano più andare. Il cuore è gonfio ma non è forte abbastanza, il grido è una voce che resta in bocca. Non succede niente, tutto continua a vivere chiassosamente e in quiete. Gioia crudele dagli occhi di regina egizia. Che sta negli animali, nei fiori, nella pioggia. Dio strana oasi. Vivere è un atto estremamente incomprensibile. Eppure c'è. Vivere è: c'è. Lucciole nel buio dell'autunno. Proteine che vagano e noi dentro di loro.