Le lingue che curano
Book (italiano):
Fin dalle origini del lavoro di Freud e Jung, il linguaggio è lo strumento su cui si incardina il metodo psicoanalitico, basti pensare alla celebre definizione della psicoanalisi come talking cure data da Anna O., la geniale paziente di Breuer. Il linguaggio è un'entità quanto mai complessa, teso com'è tra una spinta definitoria che può diventare opprimente e una indeterminatezza espressiva che può diventare angosciosa, tra il dire troppo e il dire troppo poco, tra il comunicare e l'afasia, tra il significato come "sasso in bocca" al significante, secondo il noto asserto lacaniano, e significanti logorati dall'uso e divenuti vuote parole, e ancora tra l'essere contemporaneamente strumento di verità e liberazione e strumento di menzogna e manipolazione. Ma se sappiamo accettare questa opposizione polare di fondo, il linguaggio può liberare la propria inesauribile capacità espressiva ed essere uno straordinario strumento di cura. Potremmo allora riformulare il conflitto intrinseco al linguaggio ricorrendo ai termini amati da Umberto Eco e presi in prestito da Apollinaire di "Ordine e Avventura": termini polari anch'essi ma che consentono un respiro oscillatorio della mente, un ciclo di Krebs psicologico ricco di potenzialità espressiva e trasformativa. Il linguaggio dunque come "organo" vitale e strumento di cura raffinato e complesso. E proprio in ragione di questa vitalità e di questa complessità, nello spirito dell'"enciclopedista" à la manière de Umberto Eco, cioè di una figura che, a differenza dell'esperto, riconosce il bisogno costante di muoversi alla ricerca di nuove
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